Blog Magazine

Salvate il soldato Miller


Digiland vi segnala il FORUM sulla Guerra all'Iraq: dite la vostra!!! Giorni difficili incontra il mondo civile. in quel luogo che fu culla di antiche magie mesopotamiche vi è ora un dittatore spietato e di atteggiamento patriarcale che a spese del suo popolo sfida le leggi internazionali. Ma…noi?! Ora siamo tutti impotenti testimoni e nei nostri salotti ci arrivano immagini di cadaveri e di visi terrorizzati dalla paura, è strano, ma tra la gente comune di questa guerra si parla poco. Eppure il garzone del bar che si guadagna modestamente la vita qui è così diverso dall’apprendista meccanico di Baghdad? C’è una differenza però: bene o male il ragazzo del bar è libero di scegliersi la sua vita, mentre il ragazzo di Baghdad è forzatamente costretto ad obbedire senza scelta. Ma qui nel guazzabuglio di interessi politici si parla di pace come se fosse una scelta degli americani e secondariamente degli irakeni. Ma pensate, se Hitler fosse stato bloccato agli albori, ai tempi delle SA naziste, forse, non ci sarebbero stati più di 20 milioni di morti con la seconda guerra mondiale! Possiamo definire Ponzio Pilato che rimetteva nelle altrui mani il destino del re dei cristiani, il campione dei pacifisti? Insomma, ora è inutile prendere posizioni di parte, mi sovviene solo l’immagine di quel Miller, il soldato prigioniero, impaurito e cereo, chissà cosa sognava di fare con il suo stipendio, forse comprare una casa per la sua fidanzata? O semplicemente un auto per viaggiare sulle strade del Kansas? Chissà…e chissà che fine ha fatto..?! Lui non si vede più, e Saddam aveva detto che avrebbe decapitato tutti i prigionieri..e si sa, Saddam è Saddam.. la parola la mantiene. Una cosa è certa, ripeto senza prendere posizioni, se mi capiterà un giorno, di essere un prigioniero di guerra sarà meglio esserlo degli americani. Con loro magari perdi la speranza di vincere ma almeno non perdi la vita. In ogni modo, gente comune, lavoratori, politici, madri e padri di famiglia facciamo qualcosa, smuoviamo le Nazioni Unite a costringere le parti, a garantire vita è rispetto ai prigionieri ed ai civili innocenti. Pensate solo un po’, solo un po’ ripeto, alla madre di quel ragazzo del Kansas che vedeva il figlio accanto alle immagini di macelleria umana dei soldati morti.  Ho un profondo rispetto per il popolo irakeno, gente che vive di poco seduta su un tesoro nero, istruiti all’obbedienza ed alla paura del regime, gli americani hanno sbagliato tante volte ma, in fondo, alla democrazia ci tengono davveroArticolo pubblicato da: fuocoverdeblu