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Rom: un popolo con fissa dimora


Ancora emergenza a Napoli. Stavolta siamo in prima pagina non per la monnezza ma per i rom. Ogni mattina per raggiungere il posto di lavoro, passo per un campo nomade adiacente una grossa industria di calcestruzzo. Non vi descrivo le condizioni igieniche di quel campo. Stamane, era circondato dalla polizia e dai vigili urbani che dirigevano le ruspe che alzavano spazzatura, per consentire un ingresso agevole delle forze dell’ordine al campo. Ferma nel traffico, ho visto un nugolo di gente che uscita dalle baracche, divertita si esaltava, riversandosi sulle automobili in fila, alla ricerca mendicante di qualche soldo. E’ cronaca di questi giorni l’incendio che ha bruciato uno dei campi rom del quartiere di Ponticelli in via Malibran. Il campo che si trova proprio di fronte alla villa comunale del quartiere era stato abbandonato nella nottata dai nomadi. Un secondo campo rom, deserto, è stato dato alle fiamme nel quartiere di Ponticelli a Napoli, quartiere del tentato furto di una bambina di pochi mesi. Il campo si trova nei pressi di via Argine, a pochi decine di metri da quello già bruciato. Secondo le prime ipotesi fatte dalle polizia, gli incendi appiccati da ignoti farebbero parte di una strategia per evitare l'eventuale ritorno dei rom nei campi nomadi abbandonati.Mi sono chiesta e Vi chiedo: ma che fine faranno questi “nomadi”. Napoli è quella che è e centri di accoglienza per nomadi (che poi non capisco perché li chiamano erranti, visto che stazionano con fissa dimora nei campi per anni e anni), non c’è ne sono molti. Al radiogiornale, hanno comunicato che sono stati spostati durante la notte a san Giovanni a Teduccio. Le stazioni della circumvesuviana e metropolitana sono state prese d’assalto. Il mio quartiere, che - purtroppo - è attraversato da alcune strade sopraelevate, ha visto accamparsi “sotto i ponti “, centinaia di persone. A Ponticelli, quartiere del fatto, un gruppo composto in prevalenza da donne e bambini canta e applaude mentre le fiamme divampano nel campo che fino a ieri accoglieva decine di famiglie rom.  
E' una delle scene cui hanno assistito i vigili del fuoco, intervenuti per domare le fiamme che sono state spente e appiccate a più riprese.  Non soddisfatti e per dare un messaggio forte e chiaro, alcuni sconosciuti sono tornati a dare fuoco al più piccolo dei campi di via Malibran, già incendiato ieri.  La rabbia, spiega la gente del posto, è scattata soprattutto perché "in questi anni noi siamo stati vicini ai rom, li abbiamo aiutato e loro ci hanno ripagato con la brutta moneta del tentato sequestro della bimba".  "Li abbiamo sopportati per troppo tempo, adesso se ne devono andare via": l'umore della piazza è riassunto da una delle manifestanti davanti agli ultimi due campi rom rimasti abitati a Ponticelli esprime la determinazione la gente del quartiere. I manifestanti presidiano l'ingresso che è controllato da polizia e guardia di finanza.  Sul posto anche Vittorio Merito, consigliere della sesta municipalità, gruppo Popolari Udeur, secondo cui al più presto anche gli ultimi due insediamenti verranno abbandonati dai rom.  "Il problema - dice Merito - ci é sfuggito di mano, già da due anni avevamo lanciato l'allarme sulla necessità di trasferire i rom da Ponticelli verso un centro di accoglienza dove fossero garantite le condizioni minime di igiene e vivibilità. Ma il nostro appello è rimasto inascoltato".  La polizia dovrebbe presidiare i due campi rom della rotonda in via Argine anche dopo un eventuale sgombero: i campi, infatti, sono proprio sotto un ponte del raccordo autostradale e un eventuale incendio potrebbe causare gravi pericoli per la circolazione sul soprastante viadotto.  La polizia dovrebbe, anche, tutelate i cittadini italiani che pagano le tasse e che investiti di forte senso civico, continuano incessantemente a subire:furti, estorsioni, scippi, spaccio di droga, ricettazione; attività principali dei rom nel nostro Paese. Mi domando e Vi domando: tuteliamo i rom – perché è un dovere farlo, ma chi tutela noi dai rom?