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L'erba di Grace


Chi non ha visto il film "l'erba di grace" non sa di cosa si sta parlando. Ebbene sì, il film ambientato in Cornovaglia, ci mostra uno squarcio sociale e idilliaco di un villaggio di pescatori. Tra i protagonisti, troviamo una signora, vedova di mezza età che intende ripianare i debiti lasciatigli in eredità dal marito, coltivando marijuana e rivendendola ad un grossista della City. La marijuana che è ricavata dalle foglie, dai fiori e dai rametti della pianta di "Cannabis Indica" (o canapa indiana), pianta erbacea di tipo annuale, è comunemente definita "erba", è simile al tè, all'origano o all'erba secca ed è di colore verde grigiastro o marrone verdastro; giunge sul mercato clandestino confezionata in pani avvolti in sacchetti di tela o cellophan. I numerosi estratti naturali della Canapa Indiana, di cui alcuni ben identificati come "Cannabinoidi", sono stati inseriti fra la categoria di sostanze soggette a limitazioni dalla Commissione Medica del C.I.O. in quanto riconosciuti per alcuni sport come dopanti, in grado quindi di migliorare le performance degli atleti che ne fanno uso. Ma non è finita qui. Una recente ricerca pubblicata su Neurology, la rivista ufficiale dell'Accademia americana di neurologia, ha studiato per un mese il flusso ematico cerebrale di 54 fumatori di marijuana e di 18 non fumatori.In tutti i soggetti la misurazione della velocità sistolica è stata eseguita all'inizio dello studio e, nei fumatori di marijuana, alla fine di un mese di astinenza. I dati raccolti mirano alla valutazione dell'indice di pulsatilità, che misura la resistenza al flusso del sangue. Herning, autore della ricerca, dice che "I risultati dello studio portano a concludere che il consumo di marijuana provoca anomalie nei piccoli vasi sanguigni del cervello, perché simili valori dell'indice di pulsatilità sono stati riscontrati in altri disturbi che possono colpirli". Le conclusioni dello studio mostrano come l'assunzione persistente di marijuana indebolisce i vasi sanguigni del cervello e con essi le facoltà mnemoniche e, come se non bastasse, contribuisce all'insorgenza di ictus e problemi cardiovascolari.Difatti Herning sostiene che "L'uso persistente di marijuana è associato a un'accresciuta resistenza cerebrovascolare attraverso mutamenti che avvengono, in parte, nei vasi sanguigni o nel parenchima cerebrale. Queste scoperte contribuiscono a spiegare il deficit cognitivo osservato in un simile gruppo di consumatori di marijuana". Basta ricordare la scena del film in questione per capire che gli effetti immediati di questa sostanza non sono trascurabili. Qui, le inconsapevoli vecchiette inglesi si sono fatte un tè alla marijuana, per errore. Gli effetti si sono visti dopo circa 2/3 ore di sonnolenza e si sono sfogati in una specie di ballo liberatorio, per delle signorine anziane, nel giardino settecentesco di una villa. eliam Collabora con noi Articolo pubblicato da: eliam