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Il romanzo rosa: Come le palme al sole, quarta puntata


Digiland vi segnala il Forum "L'ultimo libro che ho letto..."per discutere di questo argomento! Sapeva di essere di pessimo umore, peggio del solito, la sua guida era nervosa e scattante. Parcheggiò proprio di fronte alla casa e mentre estraeva il bagaglio dal baule, vide Boris uscito probabilmente dalla porta secondaria della cucina.Fu come vedere materializzarsi i propri incubi! Proprio Boris e non era nemmeno arrivato! ‘Bene, inizia proprio al meglio la giornata!’ disse fra sé e sé.Con la coda dell’occhio guardava i movimenti del russo e ancor più grande divenne il suo astio quando vide Anne-Sophie corrergli dietro. Parlottavano fra di loro, Gustave pensò immediatamente ad uno scambio amoroso infarcito di frasi sdolcinate. O era la gelosia a fargli trarre quelle conclusioni?Cercò di infischiarsene, chiuse la portiera e si diresse verso la porta d’ingresso, consapevole che i due avevano smesso di parlare e lo stavano osservando.Stava per aprire la porta che si trovò di fronte il cane del russo che gli si andò ad infilare proprio in mezzo ai piedi. ‘Ecco, ci mancava solo questa!’ rimuginò. ‘Nemmeno padrone di entrare a casa mia!’Stava tentando strane ed impacciate circonvoluzioni per scavalcare la bestia, quando arrivò Boris di corsa e con un semplice fischio attirò il cane a sé.«Mi spiace Gustave», il russo sembrava veramente contrito per questo episodio spiacevole.«Non ti dispiacere Aristov, vattene e basta.»«Nemmeno per me è un piacere rivederti Gustave.»«Immagino. Ma sta di fatto che questa è la mia casa e ho tutti i diritti di starci, tu invece sei decisamente fuori zona. Mi stupisco che la nonna non ti abbia ancora impedito l’accesso.»«Tua nonna è una persona più civile di te.»«Certo, anche troppo. Più si diventa anziani e più si ha tendenza ad essere compassionevoli e comprensivi. Non è il mio caso Boris. Finché ci sono io qui, non ti voglio vedere e su questo non si discute, chiaro?»Boris gli fece un ironico inchino, prese il cane per il collare e se ne andò.«Buona giornata anche a te Gustave.»«Altrettanto tavarish Boris.»Il russo gli lanciò un’occhiata in tralice.Gustave lo osservò allontanarsi, voleva vedere se andava a riferire tutto ad Anne-Sophie, ma così non fu.‘Se lo racconteranno stasera, i due piccioncini!’ ed ora non ebbe dubbi: la gelosia lo fece diventare rosso fino alla radice dei capelli.Raccattò la valigia ed entrò sbattendo la porta. Nulla infastidiva Gustave più di un inizio di giornata pessimo e capì dal viso intimorito e nel contempo rassegnato di Yassine, il maggiordomo pachistano che gli era venuto incontro, che anche gli altri avrebbero condiviso il suo pessimo umore.«Dov’è mia nonna?»«E’ in città, all’inaugurazione di una piccola mostra sui prodotti artigianali dei pescatori dell’isola, signore.»«Sempre pesci e pescivendoli! Questo posto sta diventando terrificante! Fra un po’ avremo pesci appesi alle pareti, il caffé al pesce, le pareti tappezzate di ritratti di pesci...»«Ha fatto buon viaggio signore?», a Gustave non sfuggì il lieve accento ironico della domanda. Yassine era un personaggio strano: zelante, efficiente, puntuale, preciso e ordinatissimo. Il maggiordomo perfetto. Alternava momenti di prostrazione assoluta e deferenza quasi imbarazzante verso il padrone, a momenti di silente ironia. Non sapeva mai come prenderlo.«Ottimo viaggio caro Yassine, finché si resta nel mondo civile tutto è perfetto, poi si sbarca qui e sembra di piombare nell’isola dei pazzi.»«E’ senz’altro così signore. Immagini per me che non conosco il mondo civile.»Gustave non aveva voglia di capire dove volesse arrivare, tagliò corto dirigendosi verso lo studio.«Le porto la valigia in camera signore?»«Certo, grazie Yassine. Bevo un cognac e aspetto la nonna nello studio. Yassine, vorrei non essere disturbato, non faccia entrare nessuno, per favore.»«Certamente signore.»Gustave aprì la porta e si sprofondò subito in una poltrona. Cominciò a massaggiarsi le tempie per cercare di rilassarsi quando squillò il suo cellulare.Si era dimenticato di spegnerlo e ora si pentiva amaramente di non averlo fatto.Lo sfilò dal taschino e vide che era la sua segretaria che lo chiamava. Per un po’ rimase indeciso sul da farsi, poi la ragione ebbe la meglio sul suo mal di testa e rispose.«Monsieur Gustave?»«Sì, Annabelle, dica.»«Scusi se la disturbo, è un po’ che tento di chiamarla, ma la linea era sempre intasata...»«Sì, probabilmente era occupata da pesci e pescivendoli, è normale qui.»«Prego?»«Prosegua Annabelle, era una battuta di pessimo gusto, mi dica.»«La chiamo per darle una brutta notizia Monsieur. Charles Pastoret, il direttore amministrativo della sede di Lione, è morto stanotte di infarto. Ha chiamato qui il figlio per avvisare ma lei era già in volo.»«Cosa?! Sta scherzando spero?!»«No, Monsieur, non la disturberei per uno scherzo mentre è a casa.»«Ma se abbiamo cenato insieme mercoledì sera, dopo la riunione con tutti gli azionisti!»«Non so cosa dirle Monsieur, le riferisco solo quello che mi ha comunicato il figlio in lacrime.»Senza nemmeno accorgersene Gustave chiuse la comunicazione e ripensò all’amico Charles, uno dei fautori del suo successo quando appena laureato era arrivato alla direzione della ditta di famiglia: un pivellino in mezzo agli squali.Richiamò immediatamente Annabelle.«Avvisi l’aeroporto di Orly, riparto immediatamente, solo un’ora per rintracciare mia nonna e organizzare il viaggio» e riagganciò. Leggi la prima parteLeggi la seconda parteLeggi la terza parte contatta gli autori e leggi il loro blogCollabora con noiArticolo pubblicato da: maryintown, Padrino1979, salote, suede68