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Il romanzo rosa: Come le palme al sole, quinta puntata


Digiland vi segnala il Forum "L'ultimo libro che ho letto..."per discutere di questo argomento!Gustave era un navigato uomo d'affari: un manager che possedeva tutte le risposte ed era in grado di gestire ogni imprevisto con consumata freddezza, ma in quel preciso istante venne assalito da un violento turbine di sensazioni, che tutta la sua esperienza e le sue capacità non furono in grado di fronteggiare. L'acuto dolore per la perdita di Charles si aggiunse all'improvvisa percezione della stanchezza e della solitudine. Un brivido raggelante e sconosciuto gli attraversò il corpo e, con smarrimento, Gustave si rese conto di avere paura. "E adesso dovrò ritornare a Parigi" pensò con amarezza. "E risolvere anche questa situazione. Come se non bastasse tutto il resto..." Sentì le spalle abbassarsi sotto il peso dei suoi problemi e desiderò, per un momento almeno, di essere un altro uomo, in un altro luogo, e di avere una donna accanto a sè che potesse consolarlo e incoraggiarlo Avvertì un movimento alle sue spalle. Si alzò di scatto dalla poltrona e quasi cadde addosso ad Anne-Sophie che era entrata nello studio per aprire le finestre. ´E tu cosa diavolo ci fai qui?' ringhiò ´Ma... io non io credevo non ci fosse nessuno. La prego non si arrabbi, me ne vado subito!' rispose intimorita la ragazza indietreggiando sotto lo sguardo febbricitante del giovane. ´Giò, proprio tu, con quella faccina angelica che incanta tutti, dalla servit˘ fino a mia nonna' proseguì Gustave deciso a fare pagare ad Anne-Sophie tutte le sue preoccupazioni e la sua gelosia. ´Ma levati dai piedi e togliti quellíespressione affranta dalla faccia. Renditi utile una volta tanto: vai a controllare che Yassine riporti la mia valigia sullíaereo.' ´Certo, subito, ma lei deve ripartire Monsieur? Cosa è successo, cioè, mi scusi, non dovevo chiederglielo... ora vado.' Gustave stava per ribattere quando un'idea improvvisa attraversò le sue prospettive nerissime e, quasi senza rendersene conto, ascoltò la sua voce intimare ´Fermati! Sono troppo stanco per affrontare di nuovo un viaggio cosÏ lungo. Ho bisogno di compagnia e tu verrai con me!' ´Monsieur, ma cosa sta dicendo? Io non posso venire con lei e dove poi? Io debbo stare qui con madame sua nonna Non posso proprio E poi io non ho mai viaggiato più in là di Pointe St. Ferrat. No, lei non puÚ chiedermi questo!' ´E infatti non te lo sto chiedendo' puntualizzò Gustave. ´Ti sto dando un ordine. Ora ti leverai quella divisa, ti metterai addosso un vestito qualsiasi e salirai con me su quell'aereo. Per cena saremo a Parigi... sbrigati dunque! E con mia nonna me la vedrò io.' Gustave uscì, vuotando lo studio della sua presenza e lasciando la sbigottita Anne-Sophie in preda a un carosello di emozioni. ´Questo capita solo nei romanzi!' pensò la ragazza stropicciandosi le mani ´io e lui soli, a Parigi Cosa vorrà da me? Certe volte Gustave mi fa veramente paura... oh, ma Madame non mi lascerà certo partire!' Invece un'ora dopo Anne-Sophie, pallidissima, era seduta con la sua piccola valigia sullíaereo che rullava sulla pista. ´Monsieur desidera qualcosa da bere? E Mademoiselle Anne-Sophie?' Yassine aveva un'espressione ironica che Gustave non si degnò di notare ma che fece sprofondare la ragazza nell'imbarazzo e nel mutismo più assoluto. Il viaggio fu lungo ma soprattutto silenzioso. Gustave manifestava chiaramente la sua stanchezza e il grande dolore che lo pervadeva. Tante volte gli era capitato di dover risalire su un aereo per concludere, avviare, risolvere una situazione grave ma ad ogni occasione corrispondeva una evoluzione, la soluzione ad un problema che un manager della sua esperienza era abituato ad affrontare. Ma quella volta e quel momento non erano così. Seduto nella comoda poltrona, lo sguardo fisso davanti a sè, Gustave scorreva nella mente i suoi ricordi e avvertiva di aver chiuso per sempre un capitolo della sua vita: con la scomparsa di Charles aveva perso per sempre un affetto sincero, una preziosa umanità paterna e costante che aveva colmato i tanti vuoti affettivi delle fasi della sua crescita. SorseggiÚ distrattamente un whisky troppo freddo e permise alle sue emozioni di impadronirsi di tutto lo spazio riservato al cervello razionale. Gustave guardava davanti a sÈ durante quel lungo volo ma non riusciva a vedere, sulla poltrona di fronte, Anne-Sophie. Intimidita, impaurita, sorpresa dalla mutevolezza delle espressioni che si susseguivano sul bel viso di Gustave, Anne restava in un totale silenzio attendendo da lui una parola, un minimo gesto che manifestasse un riconoscimento della sua presenza. Il disagio di Anne-Sophie era palpabile tanto quanto le era inspiegabile la ragione per cui Gustave líaveva voluta così perentoriamente con sÈ. Si rassegnò quindi a trascorrere le ore che la dividevano ancora da un futuro parigino assolutamente incerto, con il massimo della serenità che le continue, incalzanti telefonate di Gustave a collaboratori e dipendenti le potevano consentire. Si limitò a rispondere "no grazie" alle premure vagamente sarcastiche dello zelante Yassine.Leggi la prima parteLeggi la seconda parteLeggi la terza parte Leggi la quarta parte contatta gli autori e leggi il loro blogCollabora con noiArticolo pubblicato da: maryintown, Padrino1979, salote, suede68