Blog Magazine

Gli OGM: questi sconosciuti - 1^ parte


Digiland vi segnala il Forum"Dalla parte della natura"per discutere di questo argomento! L’ingegneria genetica è una scienza relativamente recente, che studia quelle tecniche per identificare, isolare e trasferire artificialmente geni dal patrimonio di un organismo a quello di un altro. OGM è l’acronimo di “organismo geneticamente modificato”. Si tratta di un’entita biologica, organismi per l’appunto, il cui codice genetico è stato corretto mediante la ricombinazione genetica cioè quel processo di rottura e ricongiungimento di diversi filamenti di DNA che porta allo scambio di materiale genetico. Gli OGM non sono sempre brevettati e non appartengono sempre ad una azienda, come invece si potrebbe credere. Se è vero che nella lista dei “grandi proprietari” spiccano ai primi posti Monsanto, Du Pont e Bayer, è anche vero che molti brevetti OGM appartengono a prestigiose università come la “Cornell University”, la “University of California” e la "Iowa State University". Altro mito da sfatare è quello che vede gli OGM creati ad esclusivo uso agricolo. In verità solo una parte è destinata all’agricoltura. Una parte più imponente è utilizzata per fini biomedici ma essendo farmaci sono recepiti dai cittadini in modo molto diverso e comunque con minor polemiche. Secondo dati ufficiali le colture transgeniche hanno avuto negli ultimi anni una grandissima diffusione occupando dai soli 3 milioni di ettari destinati alla loro coltivazione nel 1996 ai circa 80 milioni di ettari nel 2004, con forte incremento nei paesi in via di sviluppo (in particolare Cina, India, Argentina, Brasile e Sud Africa). Secondo Greenpeace ed altre organizzazioni similari, gli OGM rappresentano un problema per i sistemi agrari complessi. A causa della dispersione nell’aria dei pollini e fino a giungere al fenomeno della selezione naturale, alcune coltivazioni esistenti in natura potrebbero, in un periodo più o meno breve di tempo, scomparire ed essere sostituite da quelle geneticamente modificate, alterando irreversibilmente gli ecosistemi. Ne parliamo con Roberto Defez (nella foto), ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1987, che lavora a Napoli presso l'Istituto di Genetica e Biofisica “Adriano Buzzati Traverso” dove si interessa di biotecnologie vegetali. Roberto Defez si è laureato a Napoli ed ha poi trascorso un periodo di specializzazione di tre anni all'Istituto Pasteur di Parigi. È nato a Roma nel 1956 ed è padre di due bambini. Dott. Defez cambiano le forze politiche in gioco, ma destra o sinistra tutti inveiscono contro gli OGM. Perché? Inveiscono perché sembra un argomento di facile presa per un cittadino distratto, è un tema un po’ buonista che non danneggia nessuna azienda italiana, visto che non abbiamo industrie sementiere biotech. Inoltre dal momento che facciamo poco per migliorare la qualità di vita dei cittadini dire no agli OGM sembra essere una crociata eroica in difesa della cucina italiana che non costa nulla e fa molta immagine. Un terreno ideale per un politico, ma una strada perdente per uno statista, e di statisti in Italia ne vedo circolare davvero pochi. Per fare un esempio concreto basti pensare che a furia di idealizzare il cd. “Made in Italy” non ci siamo accorti che oramai noi facciamo solo le buste dove impacchettare cibi altrui. Siamo il primo importatore al mondo di farine di grano ed oltre il 40% del grano duro che serve a fare la pasta italiana è prodotto all’estero. L’olio d’oliva ci arriva dal Nord Africa ed i pomodori concentrati da Cina e Vietnam. Lo stesso formaggio che grattugiamo sulla pasta è ottenuto da mucche alimentate con soia OGM: insomma la dieta Mediterranea si fa con prodotti del mercato globale, noi ci aggiungiamo quasi solo il logo. Giorgio Gaber non ce l’ha detto…quindi lo chiedo a lei: gli OGM sono di destra o di sinistra? In Italia sostengono la ricerca sui nuovi prodotti delle biotecnologie agricole solo delle sparute minoranze di innovatori in vari partiti politici (UDC, Riformisti DS, repubblicani, qualche esponente di Forza Italia), tutti gli altri si oppongono. Ben altro è lo scenario internazionale: coltivano OGM il Sudafrica di Nelson Mandela, la Spagna di Zapatero, il Brasile di Lula ed avanzatissime sono anche le ricerche nella Cuba di Fidel Castro. A questi Paesi si aggiungono USA, Cina, Indonesia, Canada, Argentina, India. Insomma le grandi agricolture planetarie e chi ha un’economia di mercato che deve competere su prezzi e prodotti intraprende la via del biotech.  Questa tendenza sta coinvolgendo molti Paesi Africani ed Asiatici. Mezza Europa si oppone, altezzosa, alle coltivazioni di OGM mentre è un importatore netto di milioni di tonnellate di derrate OGM (soia, olio di colza, mais e cotone): solo Romania (soia) e Spagna (mais) hanno delle coltivazioni commerciali consistenti. A cosa ci servono questi OGM? Esistono centinaia di OGM in agricoltura, ma solo pochi sono commercializzati. Servono ad affrontare vari tipi di problematiche: resistenza a patogeni, a virus, alla disidratazione, alle erbe infestanti. Oppure forniscono un aumentato contenuto nutritivo, di vitamine o di antiossidanti. Quelli finora commercializzati sono sostanzialmente solo due e rispondono ad una logica puramente commerciale per limitare l’impatto della chimica in agricoltura. Il loro compito è ridurre i costi per l’acquisto e l’uso di pesticidi, oppure permettere di utilizzare erbicidi facilmente degradabili: in entrambi i casi i fatturati dell’industria chimica vengono molto ridotti mentre aumentano in maniera consistente quelli delle ditte sementiere del biotech. Lei ha brevettato qualche OGM? Si più di uno e sempre tutti a nome e per conto del CNR e quindi indirettamente del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. Quindi è il Governo italiano il titolare del brevetto, io sono solo un inventore. Leggi la 2^ parte >>> Collabora con noi  Articolo pubblicato da: Welch