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I mali del lavoro moderno


Dedichiamo la maggior parte del nostro tempo a lavorare e se questa attività è costellata da pressioni, stress e insoddisfazione lo stato di salute non può che risentirne. Se da un lato il progresso tecnologico ha determinato, nei paesi sviluppati, miglioramenti delle condizioni e dell’organizzazione del lavoro, dall’altro iniziamo ad accorgerci che queste condizioni moderne sono le principali responsabili della diminuzione dei livelli di soddisfazione personale e dei peggioramenti della a salute fisica e psichica di molti lavoratori. Il luogo di lavoro, insomma non è fatto solo di uffici, scrivanie, postazioni pc, orari e mansioni. Esiste una intensa attività relazionale, fatta di confronti e aspettative, che è influenza la qualità della vita e per lo stato di salute. E attenzione, non è un problema solo dei lavoratori perché tutto questo ha poi effetto su produttività e resa lavorativa pensiamo, solo per fare un esempio, alla sindrome del burn out (particolare condizione che deriva da disagio professionale che colpisce in particolar modo le persone impegnate in professioni di aiuto). I fattori che influenzano negativamente l’ambiente relazionale ed emotivo sono principalmente due: stress e insoddisfazione sul lavoro. Una revisione sistematica della letteratura scientifica che ha trattato questi argomenti porta ad affermare che queste due condizioni portano più all’insorgenza di patologie mentali che fisiche. Se si dovesse fare una classifica dei problemi che insorgono a causa di un ambiente relazionale malsano i disturbi psicologici vengono infatti prima di quelli fisici. Al primo posto troviamo la sindrome del burn out, poi depressione, ansia e perdita dell’autostima e per ultime alcune patologie fisiche. Ma questa graduatoria non deve trarre in inganno perché sempre più studi hanno trovato importanti correlazioni. Per esempio una condizione lavorativa di scarso spazio decisionale costituisce fattore di rischio per diabete di tipo 2. Sempre lo scarso spazio decisionale ma questa volta unito a elevate richieste fanno aumentare il rischio di patologie cardiovascolari. E ancora nelle donne una situazione lavorativa caratterizzata da scarso controllo, richieste elevate e scarso supporto sociale favoriscono processi di invecchiamento simili a quelli provocati dal fumo di sigaretta e vita sedentaria. Ma che cosa produce tutto questo? Che cosa porta a stress e insoddisfazione? Secondo una relazione sulle tecno-malattie redatta dal dottor Paolo Rossi dell’ dell’Istituto Neurotraumatologico italiano il problema è di come si è andata a definire l’attuale organizzazione del lavoro. La maggior parte del lavoro disponibile è di tipo intellettuale e questo fa si che molte persone portino inevitabilmente nella loro testa il lavoro a casa. La maggior parte donne lavora e lo fa con opportunità di carriera ancora molto ridotte rispetto agli uomini. La precarietà sta diventando l’unica soluzione possibile alle richieste di mercato. Carriere e pensioni sono diventati un concetto indeterminato. Molte pratiche lavorative sono diventate automatiche con scarso controllo sul carico di lavoro. La sicurezza lavorativa fornita dalla laurea è finita ed è necessario prendere sempre più titoli posti di varia qualificazione. Il sistema di organizzazione di tipo aziendale, che si è imposto negli ultimi 20 anni, impone pressioni sul lavoratore in termini di velocità di esecuzione e di competitività che portano con se diversi problemi. Collabora con noi  Articolo pubblicato da: ladeadeiventi