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Adesso,può morire in pace?


Esprimo tutta la mia solidarietà al padre ed ai giudici per il coraggio avuto, è stato autorizzato lo stop all'alimentazione forzata ed all'idratazione ad Eluana, che dal 1992 "vive" ( se questa è vita), in uno stato vegetativo... Principale motivazione? "la straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita". Una concezione della vita -inconciliabile- con la perdita totale e irreversibile delle proprie facoltà psichiche e la sopravvivenza -solo biologica del suo corpo, in uno stato di assoluta soggezione passiva all'altrui volere-___ Ed ecco che poi, la giusta decisione ha scatenato inevitabilmente reazioni, per esempio "Scienza e vita" ha comunicato che: "La società dei sani ha condannato Eluana".......Avrei tantissimi commenti da fare, ma riporto un passaggio che rasenta la loro "genialità", secondo cui "la decisione si basa su motivazioni errate", e la più errata è: l’idea che una persona in stato vegetativo sia soltanto una vita biologica, dimenticando che fino a quando c’è vita biologica, quella è sempre e comunque una vita personale, espressione di una dignità che interpella in modo forte le coscienze e la responsabilità di tutti......La verità è che Eluana, in vita, aveva più volte manifestato l'intenzione di non voler mai avere una vita -vegetativa-, in caso le fosse capitato qualcosa, desiderava una morte dignitosa, che non preveda la sottrazione dell'alimentazione, che è cosa orribile e disumana, ma che preveda altra metodologia in questi casi, più -pietosa-, per arrivare alla fine. ........si chiama Eutanasia.____ Eluana è la manifestazione della crudeltà senza scopo, dell'arroganza della moralità che ha negato per tanti anni una fine pietosa al suo corpo, ma che alla fine consente una fine così orribile stracciandosi le vesti....che dire...ipocrisia e viltà....e tortura, si, perchè questa è tortura per chi è sopravvissuto: il padre, e per quel povero corpo di Eluana.  Beh, evidente che ad alcuni sembra più accettabile la tortura... Che vergogna! L’eutanasia è un diritto degli esseri umani che, in determinate condizioni, è da considerarsi inalienabile, questa morte (non dolorosa), dovrebbe essere praticata sempre nei casi di prognosi mortale per evitare sofferenze intollerabili al paziente, non ha caso viena definita: "morte felice".  La Chiesa come al solito, in materia di eutanasia ammette al massimo la fine delle cure nel caso che venissero ritenute eccessive e sproporzionate. Ci sono Associazioni che si battono per questo, e raccomandano di stilare un: -living guill-, un testamento di vita, (sono daccordo su questo e penso sempre di farlo anch'io), perchè poter scegliere liberamente di non subire sofferenze intollerabili spetta solo a noi. Penso, e su questo non ho alcun dubbio ( strano ma vero:io sempre piena di dubbi) in proposito, che la "mia" vita è "solo mia" e ne posso disporre solo io e nessun altro, su questo non transigo. Per la Legge, anche il suicidio assistito è considerato un reato, se poi è un parente che pratica l'eutanasia, è un omicidio volontario, art.579, se si riesce poi a dimostrare che c'era il consenso del malato,si applica l’articolo 579 omicidio del consenziente, la pena varia da sei ai quindici anni. Per la Chiesa, l'eutanasia è un omicidio, perchè la vita ci è stata donata da Dio, e solo lui ne può disporre. Non si guarda alla sofferenza del malato, al suo desiderio di non soffrire più, ho sentito preti che asserivano che le sofferenze dei malati era un modo di -partecipare- alla passione di Cristo. Si nega questo diritto inalienabile con inutili terapie che altro non sono che crudele inutile, accanimento terapeutico, è duro, molto duro rinunciare ad un affetto, ma, assistere impotenti a terribili sofferenze non è da meno...Sì, il diritto di morire va sancito!_____...Ed ora si scateneranno senza dubbio i difensori della vita a tutti i costi. |Scritto da carol042004