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MARLENE


Mantengo una velocità costante, continuo a viaggiare piano, è come se volessi arrestare lo spazio, conscio che non potrò mai arrestare il tempo; un modo per non dimenticare quello che mi circonda, imprimerlo nella mente, nella carta, devo trascrivere.. devo ricordare.. devo amare. Ci sono brandelli di cartone che volano sull’asfalto, c’è il sole, il tuo mare… c’è il vento originale, ci sono automobili che inghiottono decine di metri al secondo e indicazioni verdi, c’è il Vesuvio, uno schizzo d’acqua, un camion della Shell, una curva acuta, un discesa folle, c’è un malessere… eppure prima c’eri anche tu, in precedenza c’eri – che ore sono? Sì, un’ora fa eri qui anche tu in viaggio con me. E cosa ricordare di questi giorni? Tra le istantanee scattate ho ragionato e meditato su quali tra le tante avrei rielaborato artisticamente, quale tra le tante avrei impresso. Sono giorni che esamino particolari per privilegiarne uno; ero incerto, ero esitante… Poi è arrivata un’immagine, una tra le tante che mi ha convinto; non era quella del maschio, né quella di Santa Chiara, non era Spacca Napoli, né quell’immigrato che mi chiedeva una sigaretta – non ti fermare Bertrand, continua a camminare – mi dicevi. E non era il babbà tagliato in due o il cameriere che ci esortava ad uscire perché doveva serrare il locale, né i tuoi tacchi che inciampavano tra i vicoli rotti, non era la venticinque, né il freddo che sentivi, non era il vento, non era il porto, non era il mare… L’istante in cui ti ho lasciata, quando hai disceso le scale, nell’ultimo istante, un attimo prima che io ingranassi la seconda, quattro passi prima che tu svoltassi l’angolo, ti ho guardata e tu ti sei voltata a cercarmi. Ti sei diretta ancora una volta verso di me, ed io, non so bene se fossi riuscita chiaramente a scorgermi, tra il lampione e quel pedone, successivamente oltre il cassonetto colmo degli avanzi di Salerno, tra un camion ed altri vari scogli, ero in moto in quel momento e non ho frenato… Tuttavia ti ho fotografata, ti ho tallonata con lo sguardo anche io. E’ stato in quel momento che ho capito che volevamo entrambi stringerci ancora in un attimo, un attimo che riassumeva tutti i nostri minuti trascorsi… l’ultimo attimo ancora di noi due… L'ultimo, definitivo.. conclusivo... di Bertand e Marlene. scritto da: Bertrand.Morane