Blog del Giorno

TITOLO TROPPO LUNGO...


Quel giorno, a scuola, i professori del ginnasio erano stati particolarmente esigenti con noi allievi, tanto che, come fui uscita dall’edificio sede del secondo liceo classico più importante di Genova, tirai un sospiro di sollievo.Si era nella tarda primavera del 1983 e già da qualche giorno si avvertiva nell'aria un tepore foriero di una calda estate. La fermata degli autobus direzione levante si trovava a poche decine di metri dal liceo classico Cristoforo Colombo ed io fui lieta di percorrere a piedi quel breve tragitto sotto il sole di maggio. Non passò molto tempo che il mio autobus giunse alla fermata ed io salii insieme a molte altre persone e ben presto il veicolo fu pieno all’inverosimile. Nonostante le molte spinte, riuscii a sistemarmi in fondo, con le spalle al senso di marcia e ad afferrarmi ad un sostegno orizzontale.Come mi fui sistemata, vidi un paio di mani di uomo afferrare saldamente lo stesso mio sostegno, all’altezza del busto, in modo da circondarmi e da impedirmi di girarmi, tale era la folla sul mezzo pubblico; il tipo mi si attaccò letteralmente e cominciò a spingermi con violenti movimenti pelvici che accentuava ad ogni scossone o frenata del conducente.Tentai di divincolarmi, ma la stretta era così forte da impedirmi qualsiasi movimento, mentre la mia timidezza di adolescente non mi dava la possibilità di sferrargli un calcio ben assestato. Un violento rossore mi inondò il viso nel momento in cui cominciai a sentire la durezza del suo membro in erezione spingere contro il mio fondoschiena.Quell’umiliazione durò per un’eternità e più io tentavo di divincolarmi, più l’uomo sospingeva il suo sesso eccitato contro il mio corpo impaurito, così decisi di rimanere ferma il più possibile, in attesa che la mia tortura avesse termine.Come l’automezzo si fu fermato al capolinea degli autobus di piazza Verdi a Brignole ed ebbe aperto le porte per fare scendere i passeggeri, l’uomo mi liberò dalla sua tremenda morsa, scese di corsa dal bus e si dileguò ed io cominciai a respirare come di ritorno da una lunga apnea, durante la quale fu come se i pensieri mi si fossero gelati nel cervello.Riuscii a fissarmi nella mente quel poco di fisionomia che potei di quell’uomo che si stava allontanando di gran carriera, di spalle, in direzione dell’edificio ferroviario. E non la scordai mai più.Ancora intontita mi diressi al capolinea del mezzo pubblico che mi avrebbe portato fin sotto casa e ne attesi arrivo. Il resto è oggi avvolto da una fitta nebbia, nella mia mente, ma ricordo che una cosa la pensai: ero stata violata. Qualcuno si era permesso di non rispettare la mia dignità di essere umano e di donna ed io non avrei permesso più a nessun’altro di sottopormi ad un abuso del genere.Dedico questa mia testimonianza a tutte le donne che hanno subito una molestia sessuale e in particolare a quelle che popolano questa frequentata Community. Per non dimenticare. E per impedire che gesti ben più gravi di quello cui fui sottoposta io possano rovinare altre donne per tutta la vita.L.B. il post...collegamento Commenti...clicca qui da: mahamata