Blog del Giorno

28 Gennaio....


                                  (Cascate di Agua Azul, Chiapas, Messico)28 Gennaio. Ormai sono passati parecchi anni, più di mezzo secolo,  da quando ho dovuto lottare fino al bordo della morte per nascere. Ne porto ancora i segni addosso, nella mente e nel corpo, come se il mio destino fosse stato fin dall’inizio quello di dover combattere per affermare la mia esistenza. Col tempo, ho imparato ad affezionarmi a queste imperfezioni, a queste stimmate che la vita mi ha imposto. Ho appreso a convivere con la rabbia, la frustrazione, il senso di ingiustizia, il desiderio di rivolta  e dell’altrove.  L’altrove… la costa scabra occidentale della Scozia,  boschi sterminati e laghi  a corolla nella regione di Kuopio nella Finlandia centrale, un villaggio minerario del Galles abitato da ombre e squatters, il profilo dell’isola di Leucade che sfuma nel tramonto invernale,  Bilbao e una festa di popolo in una città liberata,  le mattine nel giardino della casa dell’Ajusco a contemplare un agave fiorente,  la costa lussureggiante di Oaxaca e quel feroce desiderio di annullarsi in una natura così bella da sembrare inventata, la medina labirintica  di Fez, il deserto  del Sinai, i vulcani della Mesoamerica scalati con impazienza e fatica,  la sensazione di sentirsi  insieme fuori e dentro ai luoghi, ospite temporaneo di bellezze che non mi appartenevano, se non per lo sguardo che le contemplava assorto. Ho visto sabato sera un film che mi ha commosso, “Into the wild”, forse perché mi ha riportato al periodo in cui andavo girovago per il nord dell’Europa, armato solo di una tenda, uno zaino e di un pollice alzato nel gesto di chiedere un passaggio, forse perché il protagonista cerca  senza mediazioni e senza barriere protettive un rapporto con la bellezza e con la libertà, un progetto di vita che non è fondato su rapporti stabili. Poi il tempo passa e ci consegna a scelte che diventano solchi profondi, da cui è difficile uscire, che continuiamo a seguire per responsabilità, per consuetudine, perché è difficile rimettersi in strada abbandonando le persone care, il lavoro, la città che ti ospita e ti frena. A volte penso che ogni tempo della vita ha un senso, che c’è un momento per il viaggio e un altro per mettere radici, vorrei che i due tempi non fossero separati dalla linea sottile della stanchezza, dalle illusioni della memoria.28 Gennaio, il giorno dell’inizio. commenti.... per una vita quotidiana
Writer  da: falco58dgl