RIMINISUDBLOG

OBBEDISCO!:PRONTI A COLLABORARE MA VOGLIAMO RISPOSTE


SE FARE UN PASSO INDIETRO PUO' AIUTARE A COSTRUIRE UN FRONTE CITTADINO UNITARIO E COMPATTO NELLA LOTTA ALLA PROSTITUZIONE DI STRADA E AGLI SFRUTTATORI ALLORA AL PREFETTO RISPONDIAMO DECISAMENTE DI SI.CON TUTTE LE RISERVE GIà AVANZATE CIRCA LA PROTEZIONE DELLA PRIVACY DI CLIENTI E PAPPONI(COSA NE PENSERA' IL DON???)CHE NON CI PARE DEBBA ESSERE UNA DELLE PRIORITA' DEL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO...TUTTAVIA..Se anche solo una piccolissima parte delle decisioni assunte ieri dal comitato provinciale per la sicurezza di Rimini presieduto dal Prefetto fossero in qualche modo state favorite o indotte dall'allarme sociale denunciato da RIMINISUD e dalle sue proposte di azione civile come la presenza dei cittadini davanti alla loro casa in strada per fotografare e scoraggiare i clienti delle prostitute.Se anche solo una piccolissima parte delle motivazioni che stanno alla base del ritorno in strada di Don Benzi,che applaudiamo,e dei suoi per parlare e convincere le prostitute a cambiare strada fosse stata in qualche modo indotta dalle proposte provocatorie di RIMINISUD.Se per coincidenza tutto ciò fosse,ammesso e non concesso,allora vorrebbe dire che la nostra azione non è stata inutile.Abbiamo forse nel nostro piccolo contribuito a riaccendere una volta di più i riflettori sul problema e alla fine abbiamo ottenuto una risposta giusta e incoraggiante per quei cittadini esasperati e inviperiti che non riescono ad apprezzare il fatto che a Rimini ci sono solo 50 prostitute in strada,perchè ne bastano solo 3 o 4 davanti a casa loro per scatenare un inferno come accade in via Islanda a Rimini sud.Certo che solo chi non fa non sbaglia mai e a Rimini i seguaci di questa teoria del non fare non sono pochi.Noi purtroppo non abbiamo certezze granitiche e certamente ci può capitare di sbagliare in buona fede,ma abbiamo buona volontà e certamente non siamo di quelli disposti ad accettare lo sfascio e il degrado della nostra città senza battere ciglio.Poi sul che fare si può discutere,mediare e trovare un accordo ragionevole e intelligente con tutti coloro che ci stanno.Ma l'importante è fare,non sopportare,imprecare e magari abbandonarsi alla deriva qualunquista stando comodamente seduti in pantofole davanti alla TV rinfocolando nostalgie di regimi autoritari o approdi a nuove forme di razzismo.Perchè è così che si finisce quando dai pubblici poteri l'unica risposta per giorni all'emergenza lucciole è:NON POSSIAMO FARE NULLA SONO COMUNITARIE . Forse puntare i cannoni e sparare ad alzo zero contro la nostra piccola associazione territoriale colpevole di avanzare proposte per aggirare lo stallo non è il massimo e non deve essere nemmeno troppo difficile.Il nemico non siamo noi,ma gli sfruttatori che picchiano le donne di strada o le rendono schiave e ingrassano alle loro spalle.Sono i clienti che fuggono dalle loro famiglie per cercare soddisfazione dalla strada.Sono le ragazze vittime dei falsi miti di un benessere conquistato seguendo scorciatoie.E' una società che non riesce a produrre leggi adeguate ai problemi della gente ma è invece bravissima a diffondere immagini di vecchi babbioni che sposano la velina di turno.Non siamo noi il nemico.Se abbiamo fatto qualche errore chiediamo scusa,ma prima dimostrate a noi e ai milioni di italiani che la pensano come noi che siamo in errore e cambieremo idea.Che problema c'è??? Non c'è poi tanta gente disponibile a scendere in strada per lottare contro il degrado usbano e lo sfascio morale della nostra città:Possibile che non ci sia nulla da apprezzare nella nostra azione??Un vecchio amico e socio di origine siciliana, vice questore di polizia a Modena,un giorno mi parlò della sindrome del cane dell'ortolano che non mangia la lattuga ma non la lascia mangiere neanche a te.Noi non vogliamo una cosa del genere.Noi vogliamo fare solo qualcosa di utile per la nostra città e siamo umilmente disposti ad adeguarci e a collaborare.Ma non ci restiamo a casa se questo è il consiglio,quando per le strade di Rimini sud c'è il far west.In effetti a difendere la privacy dei clienti delle prostitute non ci avevamo pensato.Mea culpa.Soprattutto quando questi sono responsabili di grave disordine sociale,di danni ai cittadini e agli operatori economici,di violazione di una precisa ordinanza del sindaco e di aiutare con i loro soldi i papponi criminali a rafforzarsi e a maltrattare meglio le lucciole.In effetti della loro privacy non ce ne può importare di meno anzi, anche se dice il prefetto che violarla è un reato e ha certamente ragioneChissà cosa ne pensa il Don della privacy dei clienti delle lucciole?.Vorremmo vederli loro trascinarci in Tribunale per la violazione della loro intimità.Ne saremmo anzi lieti.Ma se è davvero un reato ne prendiamo atto,ci mancherebbe,e allo scopo interpelleremo una nostra vecchia conoscenza,l'avvocato Antonio Zavoli,che di garantismo e di diritti se ne intende e magari ci darà qualche consiglio giusto.Visto che siamo in Italia e che tutti conosciamo il detto: fatta la festa scoperto l'inganno.Come ci dirà lui noi faremo.E per ciò che riguarda lo ZONING tralasciamo il fatto che a Rimini le prostitute in attività sono molte di più di 50 se comprendiamo gli appartamenti e alcuni locali nei quali si svolgono attività propedeutiche e funzionali al successivo consumo di sesso.Diciamo che in tutto possono essere tra le 250/300 unità nella provincia.Lo ZONING non lo abbiamo inventato noi,esso è un'esperienza di intervento sociale diffuso nel nord Europa e ci sono diversi casi in Italia.Abbiamo chiesto documentazione alla Regione Emilia Romagna sulla materia e quando sarà disponibile inviteremo Cosimo Braccesi,responsabile del progetto Città Sicure a illustrarci i risultati.Non andiamo "a sentimento".Ci sforziamo di avere un approccio scientifico e laico al problema.Poi avanti con i disegni di legge allo studio e la lobby dei deputati delle città turistiche per farli approvare in Parlamento.Infine chiederemo un incontro al sig.Prefetto per spiegargli a voce la nostra linea e per metterci a disposizione se ciò sarà utile in qualche modo. Scusate il disturbo Corrado Zucchi