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IL GRIDO DEGLI AGENTI DI POLIZIA


DAL RESTO DEL CARLINO DI RIMINI DI LORENZA LAVOSI
Divise all'osso e carrette per auto La criminalità è aumentata, ma la colpa va anche all'organizzazione degli organi di sicurezza nel riminese: una sola voltante dei poliziotti per strada, stazioni periferiche di carabinieri chiuse dalle 19 . «Perchè ci si stupisce se la criminaltà è aumentata a Rimini se per tre anni abbiamo avuto una sola volante sulle strade e se le stazioni periferiche dei carabinieri chiudono alle 19?». Il poliziotto che si lascia scappare l’amara considerazione lavora da 25 anni a Rimini. E naturalmente si riferisce alle ultime statistiche sulla sicurezza in provincia. I furti nelle case nel 2006 rispetto al 2005 sono aumentati del 43,6 per cento, borseggi e scippi del 26 per cento, le rapine del 20 per cento. Il poliziotto in questione, come tanti altri per fortuna, non ha perso lo spirito di servizio, ma è scoraggiato per le condizioni in cui lui e i suoi colleghi i sono costretti a lavorare: sotto organico, nella vecchia e fatiscente questura, con le auto decrepite, senza nuovi mezzi informatici. E proprio ieri i sindacati Siulp, Siap, Silp, Consap, Fsp, Coisp e Uilps, che raccolgono il 90 per cento degli agenti, si sono piazzati davanti alla Prefettura a distribuire un volantino per protestare contro la Finanziaria. Prima di tutto lo strumento finanziario non prevede fondi per rinnovare il contratto di lavoro, il che significa «rischiare ogni giorno la propria vita in cambio di uno stipendio sempre più consumato da tasse e inflazione». Previsto inoltre un taglio del 10 per cento degli straordinari. E mentre mancano 5700 agenti, il governo ne assume 1300 in tre anni, quando saranno altrettanti quelli che andranno in pensione solo nel 2008. Incomprensibile la politica del ministro Amato che inasprisce le pene per ‘graffittari’ e venditori di borse contraffatte quando mancano i poliziotti ed i mezzi per arrestare i delinquenti veri (rapinatori, stupratori, ladri e omicidi). «Proprio non si riesce a far passare il concetto che Rimini non è più una realtà turistica solo d’estate — commenta il segretario provinciale del Siap, Carlo Fontana —. Tra congressi, fiere e polo universitario, Rimini è una realtà complessa mentre viene tutt’ora considerata una nuova provincia. Basti pensare a dove si trova la questura. Con quella struttura angusta e inadeguata siamo in difficoltà noi operatori e naturalmente anche gli utenti. A Rimini mancano dai 30 ai 50 agenti per il naturale e necessario ricambio». C’è una ragione per questa escalation di microcriminalità? «Sicuramente l’ingresso della Romania in Europa— commenta Fontana — non ci ha agevolato perchè ora quelli che delinquono non si possono più espellere. In previsione dell’ingresso di tanti romeni, bisognava incrementare le divise». «A Rimini — aggiunge il vice segretario del Siap, Marco Marini — non abbiamo mezzi idonei, abbiamo vecchie macchine, gli aggregati estivi non bastano. E purtroppo i cittadini non si sentono più neppure padroni di comprarsi una bicicletta perchè tanto sanno che gli verrà rubata. Non possono andare a passeggio nel parco se fa buio perchè sanno che verranno aggrediti... Noi vorremmo che la gente fosse più serena e più libera di decidere sulla propria vita». «E’ una cosa normale — dice un poliziotto che incontriamo sul corso d’Augusto — che tre balordi dell’est possano dire cose volgarissime a tre ragazze che passano in pieno centro? Quando a New York sono scoppiati i problemi di ordine pubblico sono state piazzate divise ad ogni angolo di strada. La situazione è cambiata immediatamente. Perchè non si può fare anche da noi? Io sono per il sindaco ‘sceriffo’. Lui deve rispondere a chi lo vota per cui sicuramente farebbe davvero qualcosa per migliorare la situazione. Invece purtroppo ora quando ottiene più vigili finisce per utilizzarli come parcheggiatori in uniforme». E poi c'è l’enorme spreco di energie e risorse. A Rimini sono 700 le divise ma suddivise fra i vari corpi che spesso si sovrappogono e altre volte riempiono gli uffici. Forse anche in Italia sarebbe ora di parlare di una sola forza di polizia nazionale affiancata da una locale. di Lorenza Lavosi