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CINESI A RIMINI TAROCCANO DONI DI NALATE:BECCATI


BRAVI AGENTI DELLA POLIZIA MUNICIPALE!!!non sono tutti uguali.Ovvio..Ma è una gara dura sapere quello che fanno...e non pare siano molto collaborativi..Non era così difficile accendere i riflettori sui traffici dei commercianti cinesi da cui nessuno è mai riuscito a memoria d'uomo a ottenere uno scontrino o una fattura.Piuttosto non vendono.E gli affitti esorbitanti che sono in grado di pagare cash???E le agevolazioni fiscali di cui godono e gli icentivi dal nostro Stato??Ci sarebbe ancora molto ma molto da scoprire in materia.Ma ci sono due problemi almeno:1-Gli agenti del Nucleo Ambientale della PM sono 7 e sono subissati di lavoro.Il loro numero rimane tale per ragioni,o meglio contraddizioni squisitamente politiche.Anzi è un miracolo che ci siano ancora.2-La Cina è vicina.Quando il loro ambasciatore sternutisce Prodi si asciuga il "coppetto" come si dice a Bologna.(vedi Dalhai Lama).Migliaia di imprenditori furbacchini italiani fanno affari d'oro all'ombra della grande muraglia alla faccia di chi produce solo in Italia.Vuoi lasciarli alla mercè delle guardie rosse???Fate voi...e continuate a comprare da loro...dal Resto del Carlino RiminiSequestro di merce contraffatta Falsi anche i codici a barre Migliaia di prodotti contraffati, tra giocattoli, fuochi d'artificio, generi alimentari, sono stati scovati dalla Polizia Municipale riminese. Sulla merce illegale erano stati posizionati codici a barre adesivi fasulli. La truffa partiva da un grande magazzino di Monza che importava la merce dalla Cina Giocattoli con vernice tossica in Cina - Un giro di contraffazione di codici a barre adesivi fasulli per l'importazione e commercializzazione illegale di prodotti made in China. Marche importanti quelle riprodotte: Nestlè, Ferrero, Loacker, San Pellegrino, Unilever, Averna, Stock. Il giro di contraffazione si sviluppa tra la Romagna e la Lombardia. A scovare il giro illecito di prodotti, la Polizia Municipale di Rimini. Durante un semplice controllo, gli agenti hanno scoperto in un negozio, un foglio di codici a barre adesivi ancora da apporre ai prodotti. Le aziende avvertite hanno subito sporto querela, e le indagini dell'operazione, battezzata 'Codice a barre' hanno portato all'individuazione di un granda magazzino di Monza. All'interno della fabbrica migliaia di codici a barre e prodotti non in regola con le norme europee. La centrale monzese riforniva un grossista riminese e questo a sua volta i vari piccoli negozianti. Trentacinque i negozi controllati, dodici gestiti da italiani, 23 da cinesi. In ogni esercizio è stata sequestata merce sprovvista di più semplici requisiti di sicurezza; tra i prodotti confiscati anche fuochi d'artificio. Il magazzino di Monza è stato posto sotto sequestro, come quello di Rimini. Decine le persone indagate tra cinesi e italiani, per violazione delle norme comunitarie, falsificazione di marchi e vendita di prodotti industriali mendaci. E le azinede coinvolte potrebbero essere sparse in tutta Italia. Quello che preoccupa gli inquirenti, oltre alla pericolosita' dei prodotti commercializzati (tra questi giocattoli per bambini), e' che il grossista di Monza, specializzato in import-export, riforniva tutta l'Italia. Il trucco era quello di mandare alle verifiche per ottenere il marchio Ce un prototipo del prodotto perfettamente a norma; e poi importarne delle copie che non avevano nulla dell'originale. La Polizia municipale riminese consiglia ai cittadini di controllare che i codice a barre su prodotti acquistati anche in questi giorni, siano stampati sul prodotto e non apposti con un adesivo.