NELLA FOTO IL CASOLARE VICINO AL QUALE è AVVENUTA L'AGGRESSIONE
Facciamo corsi di autodifesa rivolti alle donne e ai soggetti atleticamente deboli e non dotati,insomma alla gente normale,che si incontra tutti i giorni.
In Italia non esiste una vera cultura diffusa sui problemi quotidiani della sicurezza personale.Salvo eccezzioni non se ne parla a scuola nè sui media se non spettacolarizzando per catturare ascolti o lettori a sbafo delle disgrazie altrui.Non è un tema importante nell'educazione dei figli.Tutti siamo abituati dalla culla a cuocere i cibi per ragioni di sicurezza alimentare ma pochi di noi sono abituati a pensare al giusto comportamento da praticare per ridurre i rischi di atti violenti da parte del crimine predatorio quali le rapine,gli stupri,le aggressioni etc.
Nei nostri corsi di autodifesa la metà del tempo lo impieghiamo a insegnare agli allievi quali sono i giusti comportamenti per prevenire la violenza.Prevenire,banale ma efficace.Se un cittadino cammina alle tre di notte per un parco deserto e non videocontrollato è in una condizione di "prevenzione zero",a prescindere dai suoi diritti costituzionali di cui non si preoccupa normalmente chi lo aggredisce.Se chiami il 113 con un coltello piantato nel costato in due minuti arrivano 3 volanti cariche di poliziotti.Ma fino a quel momento sono poche le probabilità che qualcuno ti aiuti ad evitare le coltellate.E' così che funziona da noi.Questo tipo di rischi è una materia che si può quantificare quasi scientificamente su una scala da uno a dieci .Ridurre le minacce è perciò ragionevolmente possibile assumendo il comportamento giusto.Poi c'è una piccola dose di imponderabile che però non invalida la dottrina.E poi c'è una marea di pregiudizi e di arretratezza contro i quali bisogna lottare duramente ma questa è un'altra storia,occorre cambiare la ruota mentre la macchina è in movimento.Oltre alla criminologia nelle nostre università esiste anche la "vittimologia" come materia che studia la propensione dei soggetti a diventare vittime del crimine e il caso dei due sfortunati ciclisti olandesi a Roma è destinato a diventare un must di questa disciplina,sul quale scrivere tesi e dispense.Un dato comportamento aumenta la percentuale di rischio,un altro la diminuisce.Tutto qui,è una questione di statistica.E' una scelta consapevole o inconsapevole,dipende dai casi.Lasciare aperta la porta di casa e spargere la voce al bar che nel cassetto della scrivania teniamo d'abitudine qualche migliaio di euro in contanti comporta un alto rischio di visite indesiderate.Così come amoreggiare o fare il bagno di notte sulla spiaggia di Rimini agli inizi della stagione,quando non esistono controlli mirati.E lo stesso vale per le ragazze che di notte sfoggiano fantastici e ridottissimi abiti in zone non controllate e percorse da branchi di giovani forestieri arrapati e sotto l'effetto di droghe.Il rischio di essere pesantemente molestate è altissimo,o peggio.Il fatto che se la buttiamo in politica il tema della sicurezza è destinato a essere usato secondo le convenienze e le diverse posizioni in Parlamento non cambia la sostanza delle cose.Che la destra al governo nelle precedenti legislature abbia fatto poco o nulla più della sinistra in materia di sicurezza appare assodato ma non giustifica il fatto che si debbano per questo incoraggiare stili di vita molto più che imprudenti ,al limite del suicidio da parte di cittadini o turisti come se vivessero su Marte e non fossero minimamente informati di quello che accade nelle aree degradate e malfamate delle nostre metropoli.Che il Governo debba garantire la sicurezza a tutti non significa che la sicurezza esista effettivamente sempre e dovunque senza nessuna valutazione di merito.E' dovere di tutte le autorità invitare i cittadini a comportarsi con buon senso e a non correre stupidamente rischi inutili comportandosi con dolosa ingenuità di fronte a una situazione che è sotto gli occhi di tutti.Quando il mostro di Firenze scorrazzava libero nelle notti toscane nessuno consigliava alle coppiette di appartarsi in macchina nei campi perchè era un loro diritto farlo.In Italia come i tutti i paesi del mondo esistono aree controllate e territori fuori controllo dove vige le legge della violenza e del più forte.Sta allo Stato colmare i gravi ritardi per ridurre le seconde ed estendere le prime,a partire dalle 4 regioni del sud che sono tutt'ora sollo il controllo della criminalità organizzata.Ma sta a noi il dovere di contribuire e di riconoscere,per il nostro bene e per quello dei nostri cari,l'ambiente nel quale ci vogliamo muovere.Deresponsabilizzare i cittadini in materia di comportamenti a rischio per la propria sicurezza fisica equivarrebbe a sconsigliare l'uso del preservativo nei rapporti sessuali occasionali nella convinzione che le malattie in un mondo più giusto non dovrebbero esistere.Un conto è spingere il Governo a comportamenti virtuosi per darsi una strategia seria ed equilibrata in materia di sicurezza,come già si sta facendo da anni in diverse città del nord del paese senza distinzione tra destra e sinistra.Un conto è reclamare giustamente maggiori investimenti in materia di sicurezza anzichè tagliare costi indispensabili.Altra faccenda è lasciare intendere che comunque a Roma,visto che è sindaco Alemanno,ognuno può fare come gli pare infischiandosene dei più elementari principi di autoconservazione a cominciare da quello di realtà.Giova ricordare che chi di strumentalizzazione ferisce.....
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