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Immigrazione: due post dall'America

Post n°183 pubblicato il 06 Maggio 2007 da redazione_blog
 

immagineIeri si è diffusa la notizia di due casi di lebbra isolati a Milano su due immigrati, così come, nei giorni scorsi, i tg nazionali hanno evidenziato il ritorno, nel nostro Paese, anche dei primi casi di tubercolosi.
Probabilmente noi esportiamo all'estero altro genere di malattie.
La cronaca spesso ci segnala episodi di violenze commesse da immigrati, mentre, meno rilievo, è dato a quelle vicende nelle quali gli immigrati si rendono protagonisti di forme esemplari di integrazione.
Tutto ciò induce ad una errata considerazione del problema, spesso legata a posizioni ideologiche, e, di norma, quelli che dovrebbero essere spunti di riflessione, si trasformano in occasioni per dar sfogo a forme di bieco razzismo o solo a rigurgiti di violenza verbale.
Il dibattito in materia di immigrazione è da sempre incandescente:  da un lato occorre dar voce ai sentimenti di partecipazione ed intervento verso le popolazioni meno fortunate, dall'altro, emerge il grido di allarme contro forme di accoglienza indiscriminata.
Non voglio celarmi dietro falsi e facili buonismi, il problema c'è ed è innegabile.
Personalmente reputo che gli stranieri possano essere una risorsa per qualsiasi Paese, credo che non esista una interdipendenza tra immigrazione e criminalità e, soprattutto, credo che i diritti umani siano il fulcro imprescindibile dal quale prendere le mosse per appofondire simili tematiche.
Credo altresì che l'alibi di una pseudo-solidarietà ci stia conducendo verso forme di accoglienza sconsiderata, credo che il nostro aiuto alle popolazioni più povere debba essere incentrato in primo luogo nei Paesi d'origine e, che esso debba tradursi non in forme di mero e sterile assistenzialismo, bensì in interventi progettuali, capaci di produrre un futuro migliore per quelle terre e quei popoli.
Credo infine che il multiculturalismo e l'integrazione debbano essere sì "incontro" ma, non necessariamente assimilazione e perdità della propria identità.
Non esito a dichiararlo. Ma è la mia opinione, sindacabile ed aperta,  ma ad un contradditorio che sappia essere civile e maturo.

cf0921 blogger italiana residente in America, mi ha inviato due post che ci consentono di conoscere il "fenomeno immigrazione" nel Paese che più di tutti ha un passato di accoglienza: gli Stati Uniti.
Mi auguro che la sua testimonianza possa consentirci di aprire un dibattito sereno, costruttivo e civile sul tema.

Da oggi il blog viene aperto anche agli anonimi, ma resterà la moderazione dei commenti (ovvero la mia discrezionalità nel pubblicarli) per quanti amano fare  cattivo uso dei blog altrui.

Buona lettura!

 
 
 
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