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LA VERA LIBERTA' ...

"La vera libertà è: potere tutto su se stessi”  (Michel De Montaigne)

C’era una volta, in un tempo lontano, prima di You tube (che, si badi bene, personalmente adoro!) e di Maria De Filippi (che detesto!),  una società in cui pare non fosse vitale, per la sopravvivenza dell’individuo, apparire su di uno schermo.
Raccontano che, in questo tempo remoto, si poteva anche fare a meno di pubblicizzare come tua moglie ti avesse cornificato (mettendola poi magari in vendita su Ebay) o tacere al mondo l’increscioso fatto che a tuo marito gli puzzavano i piedi, senza che insorgesse il terrificante e spesso fondato sospetto che, probabilmente, tu non esistevi neanche.
In questo periodo lontano, fonti storiche affermano che c’era un luogo, chiamato con termine arcaico  "dell’intimità della propria coscienza”,  dove dicono si potesse riflettere ed anzi era d’uopo prendervi le decisioni più importanti che ti riguardavano. Ad esempio, le modalità circa l’uso, proprio ed improprio, delle nostre spoglie mortali, a volte addirittura, prima della stessa morte.

Ora avviene che sia nato un bambino privo dei reni ed affetto da altre gravissime malformazioni  tali che lo rendono, a parere dei medici, incompatibile con la vita (Sindrome di Potter).  
Avviene che i genitori, messi di fronte a tale disperato scenario, siano stati chiamati a decidere se sottoporre quel loro piccolissimo e prezioso grumo di carne e sangue a una dolorosissima e del tutto inutile, ai fini della sopravvivenza, dialisi, anche per 12 ore consecutive.
Avviene che i poveretti abbiano chiesto 24 ore per riflettere e succede che, quegli stessi tribunali, che per esprimersi su mille altre questioni ci mettono anche otto anni, senza tanti se, e senza nemmeno un ma, abbiano tolto la potestà genitoriale ai due e affidato il bambino alla potenza della scienza ufficiale che, immediatamente, lo ha messo sotto dialisi.

Non si sa che evoluzione avrà la singola vicenda dello sfortunato bambino e dei suoi ancora più disgraziati genitori, quello che però mi preme esprimere, ancora una volta, è il mio forte desiderio che invalga in Italia il banale principio di civiltà per cui, davanti ad una morte certa e dolorosa, ognuno sia libero di decidere “nell’intimità della propria coscienza” , e le strategie, e i modi, e i tempi, che intende adottare per “abbandonare questa valle di lacrime”.
Né lo Stato, né la Chiesa, né l’opinione pubblica, né il mondo scientifico, hanno il diritto di esprimersi su tale argomento. Perché, se in astratto ognuno di noi può fare riferimento a mille ed un argomento filosofico, laico o religioso, e disquisire sull’avvincete questione seduto al tavolino di un bar, quando però si tratta della nostra stessa carne, quando siamo noi stessi, quelli immobilizzati su di un lettino, trafitti da aghi e tubi, più simili a Cyborg che ad esseri umani, quando è del nostro dolore, della nostra dignità e del nostro libero arbitrio che si tratta, allora tutti gli altri debbono fare un passo indietro e lasciarci a discutercela “nell’intimità della nostra coscienza”.


Scritto da carpediem56maestral0       su COME LE NUVOLE

 
 
 
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