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Violenze sui cristiani: il silenzio dell'ipocrisia!

Essere laici, atei, anticlericali, professare una dottrina diversa da quella cristiana prescinde dal non essere obbiettivi!

Si può non provare particolare simpatia nei confronti del Papa per le sue posizioni, a nostro avviso, ortodosse; si può storcere il muso con disprezzo al passaggio di un prete perché in esso identifichiamo un potenziale ipocrita o pedofilo a causa dei tanti casi di preti pedofili per i quali il papa è stato costretto a chiedere pubblicamente scusa durante il suo viaggio in Australia questa estate.
Ci si può divertire ascoltando la Guzzanti irridere il Papa ed essere solidali con lei se posta sotto inchiesta dai pm, per averlo fatto durante un comizio di piazza.
Tutto si può fare in nome della personale libertà di opinione. Ma non si può tacere, come finora si è fatto, sulle violenze perpetrate in India nei confronti dei cristiani! 
Per manifestare contro le violenze della Cina in Tibet si sono organizzati sitin e fiaccolate davanti all’ambasciata cinese a Roma e in altre città italiane e europee.
Si sarebbe voluto il boicottaggio dei giochi di Pechino da parte degli atleti  e, quando ciò si è reso impossibile si è andati sino a Pechino per manifestare, durante le olimpiadi il proprio dissenso, mettendo anche a  rischio la propria incolumità.
Si sono ornati di immagini e fregi tibetani e buddisti i propri blog per solidarietà con i monaci buddisti e i tibetani vittime dell’autoritarismo cinese; si è accolto il Dalai Lama come un eroe allorché ha messo piedi in Italia e in altri paesi europei, scandalizzandoci che i rappresentanti del governo non l’abbiano incontrato, almeno in forma privata, per non incrinare i rapporti con la Cina mettendo così a rischio un mare di affari.

Essere laici, atei, anticlericali, professare una dottrina diversa da quella cristiana non impedisce di essere altrettanto solidali con i cristiani; nè impedisce di organizzare un sitin o una fiaccolata davanti all’ambasciata indiana a Roma per protestare contro le brutali violenze che stanno subendo i seguaci di Cristo nella regione indiana dell’Orissa!
Cristiani non sono solo coloro che indossano una tonaca e verso i quali si può nutrire un profondo sentimento di ripulsa alimentato dall’ipocrisia e brutalità che, in alcuni casi, si annida sotto quella veste! Cristiani siamo tutti noi italiani, europei, occidentali perché, se anche a scuola eravamo esentati dall’ora di religione in quanto i nostri genitori non gradivano che fossimo indottrinati dalla retorica ecclesiastica, comunque la storia, la letteratura, la filosofia che abbiamo studiato dietro ai banchi e sui libri di testo era pregna di quel retaggio culturale cosiddetto cristiano sicchè, sia pure incidentalmente, il nostro animo laico non è scevro dall’essere anche cristiano.
E poi, al di là di questo aspetto non certo secondario, il buonsenso induce chiunque si professi uomo libero, e si batte affinché in ogni parte del mondo si affermino i diritti umani, a farlo anche affinchè  i cristiani in India non siano più animali da caccia (come sta avvenendo in questi giorni), ed affinchè possano professare liberamente la propria fede nelle chiese. In buonsenso dovrebbe indurre chiunque si professi uomo libero a manifestare per questi diritti e contro queste violenze, allo stesso modo di come si è fatto e si continua a fare perché il Tibet sia finalmente libero dalla tirannia cinese.

Probabilmente il Dalai Lama e i monaci buddisti sono più simpatici del papa e dei preti, la religione buddista appare meno invasiva e repressiva del cristianesimo, ma questo non giustifica certo il silenzio impietoso che copre quanto sta avvenendo in India ad opera dei fanatici induisti nei confronti dei cristiani.
E non è certo con una manifestazione politica come quella organizzata l’altra sera a Roma, cui hanno partecipato unitamente rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione, che si dà visibilità al problema. Sarebbe bello che, quelle migliaia di blogger, sottoscritto compreso, che hanno scritto e inneggiato alla libertà in Tibet tappezzando i propri blog di drappi arancioni e bandiere tibetane almeno ponessero una croce sul proprio blog in segno di solidarietà con i cristiani dell’Orissa.
Sarebbe un gesto non da poco in nome della libertà!

scritto da: kayfakayfa   su: LA VOCE DI KAYFA

n.d.r Vi sono in rete, testimonianze fotografiche dei massacri di stampo nazista perpetrati dai fondamentalisti induisti in danno dei cristiani. Cristiani fatti a pezzi, bruciati vivi, massacrati a colpi di legnate, decapitati.  Estremisti che legano corpi ormai esanimi ai propri ciclomotori per mostrarli per strada come trofei; estremisti che si lasciano fotografare gioiosi brandendo tra le mani teste di quelli che erano degli esseri umani. Non credo che abbiamo bisogno di visionare queste immagini per renderci conto di quanto, anche in questa occasione, l'uomo dimostri di essere tornato allo stato barbarico. Non credo che abbiamo bisogno di guardare con i nostri occhi questi orrori per provare sentimenti di sdegno, di ribellione e di solidarietà...

 
 
 
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