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Cultura popolare

Ciò che siamo oggi è ciò che siamo stati ieri!
Il nostro passato ci ha formati!
Così la nostra cultura affonda le radici nella cultura popolare di secoli e secoli di evoluzione.
Così la nostra lingua italiana nasce dalla lingua volgare, quella parlata dal popoli, e di cui si ha documentazione dall'VIII secolo, quella con cui Dante scrive "La Divina Commedia".

La cultura popolare è il fulcro da cui nasce la musica, la poesia, il cinema ed il teatro, l'arte che oggi abbiamo il piacere di vivere.

La Notte della Taranta è il più grande festival musicale dedicato al recupero e alla valorizzazione della pizzica salentina. Il festival è un progetto nato su iniziativa dell'Unione dei Comuni della Grecìa Salentina e dell'Istituto Diego Carpitella nel 1998, quando si decise di realizzare un grande concerto in cui la locale musica folklorica si ibridasse con altre tradizioni musicali, rivitalizzandosi e stabilendo, in questo modo, anche una modalità diversa di composizione musicale contemporanea. L'iniziativa si è sempre più sviluppata nel corso di questi anni fino a raggiungere una dimensione tale da assumere un ruolo di rilievo in ambito nazionale e non solo.
Tra i propositi esplicitati, si ribadisce la promozione, in chiave turistica, del territorio salentino attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale.
Il clou della manifestaizione è nella serata finale col "concertone" di Melpignano , dove il cuore pulsante è "La Pizzica".
La "pizzica" è la musica che scandiva l'antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il pericoloso ragno velenoso. La tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito una donna, si suonassero incessantemente i tamburelli a ritmo vorticoso finché non veniva sciolta dall'incantesimo. Al suono dei tamburelli si accompagnava un ballo ossessivo e ripetitivo, che contribuiva ad esaurire il veleno. Altre varianti della pizzica tarantata sono il ballo del corteggiamento tra uomo e donna e la "danza dei coltelli" anche detta "pizzica a scherma".
L'ossessione del ritmo nella musica e nella danza sopravvivono ancora oggi e ne sono interpreti alcuni tra i migliori musicisti salentini che, riuniti nell'Ensemble La Notte della Taranta, incontrano i più importanti nomi della musica internazionale, diretti dai maestri concertatori.

            


Hanno partecipato a più di una edizione del festival anche i Cantori di Carpino, gruppo che tenta il rilancio della tarantella di Carpino, paesino pugliese in provincia di Foggia.
Il rischio di una cancellazione definitiva di tratti caratterizzanti dell'identità culturale carpinese, infatti, ha spinto il gruppo dei Cantori di Carpino, a dare continuitàe rivalutare il ruolo di testimonianze degli anziani, cercando di documentare il salvabile e di riproporlo.
I Cantori di Carpino sono i depositari della piu' straordinaria ed affascinante tarantella che è possibile ascoltare nelle terre del sud Italia.
La tarantella di Carpino è caratterizzata da melodie raffinatissime (Montanare , Rodianelle e, Viestesane ) e da testi di grande forza poetica che s'innestano sulla sonorita' della chitarra battente , strumento capace di evocare i magici scenari del passato e di scandire ritmi che rimandano alla grande vocazione contemporanea della musica etnica . Su quel modello una inesaurabile schiera di musicisti e appassionati iniziarono a interpretare quei brani e nel frattempo i giovani di Carpino stessi , cioè i legittimi depositari di questo genere musicale,presero ad interessarsi della loro tradizione rivolgendosi ai vecchi straordinari maestri . Intorno a Sacco Andrea , scomparso a marzo del 2006 all'eta'di 95 anni, il piu' grande interprete di tarantella, insieme agli anziani Antonio Piccininno, 92 anni e Antonio Maccarone , 88 anni, si raduna dal 1997 un gruppo di giovani diretti da Nicola Gentile, questo è il terzo gruppo del secolo scorso della storia dei CANTORI DI CARPINO formato dai tre maestri e dai giovani musicisti e cantori che l'accompagnano, un"ensamble generazionale"che da vita ad uno straordinario concerto di musica etnica di valore internazionale e che testimonia il portentoso salto di generazioni che questa musica riesce a compiere . Una musica ancestrale che si offre al nuovo millennio come forma purissima, antica e dinamica, fatta soprattutto delle serenate che i giovani innamorati cantavano alle ragazze.
L'organo strumentale e musicale più diffuso e tipico di Carpino rurale era formato dalla voce per il canto, dalla chitarra "battente" e da quella "francese" nelle serenate, mentre, nell'esecuzione delle "tarantelle" si aggiungevano le "castagnole" (nacchere) e "lu tammur" (il tamburo).

                 

scritto da blanche_revenant in prendiappunti

 

 

 
 
 
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