Creato da redazione_blog il 10/12/2006

BLOG PENNA CALAMAIO®

La piazzetta dei blogger, un'agorà virtuale, un luogo d'incontro e, soprattutto, una pagina infinita da scrivere insieme!

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 

 

 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

surfinia60Louloubellecassetta2io_chi_sonomelen.meredazione_blogrob2001angels1952misteropaganoGinevra_2021lady73sbacer.250forddissecheconfinianima
 

 

« Domandone di una sera di...Corso di formazione grat... »

Donne

Da Vanity Fair del 9 settembre 2009

RU486

S

ono rimasta incinta a 21 anni, vivevo in Francia, e quando sono andata dalla ginecologa mi ha spiegato la possibilità di intervenire con una pillola anzichè con un intervento chirurgico. Ma questo ha semplificato e banalizzato la mia scelta, come a torto molti sostengono: ho riflettutto a lungo, parlato con il mio compagno e i miei cari, fatto domande, cercato di capire quale fosse la strada giusta. L'aborto è una scelta penosa, mi sembra riduttivo misurarne il peso basandosi solo sul modo in cui viene portata a termine.
Sono contenta di non aver vissuto quest'esperienza in Italia: perchè ho trovato una ginecologa che mi ha spiegato con serenità tutte le possibilità che avevo;
perchè quando al momento di prendere la prima pillola il medico mi ha vista in lacrime mi ha detto di tornare dopo qualche giorno e mi ha offerto la possibilità di parlare con uno psicologo;
perchè al momento del ricovero non sono stata trattata come un'assassina; e perchè credo che sia un'ingiustizia rendere l'interruzione di gravidanza più invasiva e dolorosa di quanto sia necessario. Abbiamo il diritto di scegliere: vorrei che anche in Italia potessimo farlo.
FLAVIA

Donne che odiano le donne

Studio Legge a Padova ma, nonostante le borse di studio e i lavoretti (vengo da una famiglia non certo benestante), non sono ancora riuscita a laurearmi.
Ho un'esperienza pluriennale come impiegata. Ho rimandato il matrimonio per anni. Quando mi sono sposata, ho rinunciato al congedo matrimoniale per dare una dimostrazione di serietà alla ditta per cui lavoravo come precaria con la promessa di lavoro a tempo indeterminato. Risultato: a casa.
Ho rinunciato ai figli perchè aspettavo di poter offrire loro una stabilità economica e una madre soddisfatta di sè anche come lavoratrice. Ora mi sono "rotta".
Mi sono stufata degli uomini che ai colloqui, con o senza fede al dito, ti guardano e ti hanno già scartato perchè sei in età da figli: meglio un incapace che una potenziale futura madre.
Ne ho le scatole piene dei selezionatori che, dopo averti visto superare brillantemente i test, partono con la battutina:"Ma tra qualche hanno, una volta avuto il lavoro fisso, un figlio lo vorrà, o no?".
Ma la cosa che più mi ferisce sono i colloqui con le dirigenti DONNE che scrutano i curricula soddisfatte e poi: "Ma figli no?". Che delusione.
Avere insieme figli e lavoro è un lusso: è questo il messaggio, e poi ci si lamenta se nascono meno bambini. Avere un lavoro e diventare madri è possibile? Dove sono le leggi a tutela di noi donne? E questo sarebbe un Paese evoluto?
NADIA F.


Due storie molto forti, in questo terzo millennio che ha riscoperto la totale indifferenza verso le donne. Sembra di parlare di storie di secoli fa, ed invece sono attualissime.
Del resto questa nuova società in costruzione svilisce le donne, le vilipende, ne fa mercimonio. Finge di portarle ai vertici di economia e politica, salvo lasciar intendere che non sia per meriti intellettivi ma per meriti fisici.
Le storie di Nadia e Flavia sono emblematiche di come sia difficile, a tratti impossibile, essere donne in questo terzo millennio.

Nadia, una ragazza che per fortuna non è stata criminalizzata nella sua scelta di abortire. E che ammette di essersi sentita aiutata dallo staff medico. Ma, ahinoi, ammette anche di averlo fatto in Francia.
"Abbiamo il diritto di scegliere!" dice alla fine della sua lettera.
E mi preme sottolineare che quando si votò il referendum per l'aborto, molti cattolici votarono SI, pur essendo in disaccordo per il proprio credo, e lo fecero per dare a tutti il diritto di poter scegliere se usare o no la legge che sarebbe esistita. Solo nei regimi, siano essi di destra o sinistra, c'è un governo che impone le proprie di scelte!

Flavia subisce una squallida discriminazione: essendo donna, vorrà dei figli in futuro che significheranno un minor rendimento sul lavoro.
Forse nel curriculm dovremmo riportare la dicitura fertile o sterile, come ulteriore qualifica.
Che società è quella che si lamenta di essere "vecchia" perchè nascono sempre meno bambini, se poi non dà lavoro a quelle donne che li vogliono e con tale lavoro li manterrebbero?

E' come se queste due donne, e tante come loro, vivessero la colpa di essere nate donne.
Una colpa che dovranno portarsi addosso in eterno. Perchè la società pretende di avere il monopolio su di loro quali esseri umani di sesso femminile.

 

scritto da blanche_revenant in prendiappunti

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963