Creato da redazione_blog il 10/12/2006

BLOG PENNA CALAMAIO®

La piazzetta dei blogger, un'agorà virtuale, un luogo d'incontro e, soprattutto, una pagina infinita da scrivere insieme!

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 

 

 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

surfinia60Louloubellecassetta2io_chi_sonomelen.meredazione_blogrob2001angels1952misteropaganoGinevra_2021lady73sbacer.250forddissecheconfinianima
 

 

« Tg1 RaiPillole di Capodanno barese »

Capodanno scaramantico: riti e tradizioni del "non è vero ma ci credo"

C

orreva l'anno 2006, Blog Penna Calamaio era nato da meno di 20 giorni ed in soli 20 giorni,  in una Community ancora del tutto priva di mezzi di condivisione dei post, spazio amici o la pessima abitudine di girare a manetta tra i profili avvalendosi di software installati allo scopo, l'idea di una blogger alle prime armi di nome Ross , che scribacchiava con il nick HO.PERSO.LA.DENTIERA, era riuscita a raccogliere molti, davvero tanti consensi su Libero, suscitando apprezzamenti ed anche tante invidie. Il Banner di Blog Penna Calamaio aveva invaso l'intera community e non vi era utente in questo portale che non avesse visitato Blog Penna Calamaio. Eravamo in tre allora a gestire il blog, nato comunque da una mia idea e da me costruito nei minimi particolari.
Ci giunse, a ridosso del Capodanno, una mail dello staff di Libero, con la quale ci avvertirono che, nel giorno di Capodanno, Blog Penna Calamaio sarebbe andato in Home Page come Blog del Giorno.
Ricordo che bestemmiai per svariati minuti: 'sto cazzo di Staff, invece di darci il Blog del Giorno al momento dell'esordio, per un progetto che in origine poteva  risultare molto utile alla Community ed all'intero portale, aveva deciso di mandarci in Home Page proprio il giorno di Capodanno, quando presumibilmente la Community sarebbe stata mezza vuota!
Che rabbia! E soprattutto che palle dover preparare dei post su commissione. Ho sempre odiato fare le cose perchè vi sono costretta ed a maggior ragione quell'esigenza di scrivere un post mi mandò nel panico più assoluto il 31 Dicembre del 2006, quando, ancora, per vicende personali delle quali gli altri componenti dello staff di Blog Penna Calamaio erano del tutto ignari, io combattevo contro me stessa, contro il silenzio nel quale mi ero relegata per anni e che mi aveva condotto pian piano ad uno stato di profonda incomunicabilità dei miei pensieri, delle mie emozioni, delle mie idee. Avevo aperto il blog anche per questo: per squarciare quel muro di silenzio che io stessa avevo  eretto intorno a me.

Oggi io sto vivendo una fase di profondi cambiamenti, cambiamenti inconsciamenti cercati ed ai quali ho spianato la strada per mesi, distruggendo pezzo per pezzo alcune realtà che mi andavano strette. Non voglio scrivere altro di quanto mi sta accadendo, è ancora presto per farlo, o forse voglio tacere per pura scaramanzia ma, in questa mia folle corsa verso nuove realtà, nuove avventure e nuovi impegni, mi piace partire proprio da quel post che scrissi con estrema difficoltà nell'ormai lontano 31 dicembre 2006.
Un post asettico, del tutto privo di spunti personali e soprattutto privo di qualsivoglia emozione...già..proprio quell'incapacità di suscitare emozioni che alcuni mesi fa mi è stata sbattuta in faccia, attraverso un commento, dalla persona che più ho amato in questa Community.
Come potevo  suscitare emozioni negli altri se mi ero imposta di non provarne io per prima?
Avevo visto anni prima il corpo di mio padre avvolto dalle fiamme, avevo udito le sue urla ed io stessa mi ero gettata in quelle fiamme ed avevo urlato con tutta me stessa per chiamare aiuto. Undici giorni dopo, quando, dopo sofferenze atroci, mio padre lasciò questa terra, il primario del centro ustioni di Brindisi, quell'uomo che io avevo preso per il collo e sollevato da terra con la forza della disperazione, minacciandolo di una denuncia per omesso soccorso ove non avesse trovato un posto in terapia intensiva per ricoverare mio padre, mi abbracciò piangendo e pronunciò quella che si sarebbe rivelata la mia condanna.
"Tocca te" - mi disse - "perchè tu hai gli occhi loschi".
Toccava a me dunque, l'aveva capito anche lui che, tra mia madre ed i miei fratelli maggiori,  ero io la più forte, io che anagraficamente ero fra tutti loro la più giovane!
Fu così che giorno dopo giorno, io misi a tacere il mio dolore, le miei emozioni, i miei bisogni, per caricare sulle mie spalle il dolore, le emozioni ed i bisogni di mia madre e dei miei fratelli. Fu così che, imponendomi il silenzio, smisi di comunicare anche i miei pensieri, le mie idee, le mie passioni.
Poi un giorno aprii un blog e, che a qualcuno piaccia o no, da allora, qualche emozione io sono riuscita a regalarvela, se non con i miei post o con le mie parole, sicuramente con i miei gesti.

 - Ogni qualvolta io in questo portale ho aiutato qualcuno che non sapeva come rendere bello il proprio blog, io ho regalato un sorriso;
- ogni qualvolta io sono accorsa in soccorso di chi aveva cancellato per errore il proprio blog,  io ho regalato l'emozione di recuperare i propri ricordi;
 - ogni qualvolta io sono intervenuta a proteggere chi era attaccato dai trolls, io ho regalato solidarietà e la forza di una mano che si tende per aiutare, non per colpire;
 - ogni qualvolta, dietro le quinte, io ho fatto da paciere tra utenti che si scannavano a vicenda, io ho riportato il calore e l'amicizia lì dove c'era solo gelo.

Ed allora, in procinto di dare il benvenuto ad un nuovo anno, io voglio ripartire proprio da quel post freddo ed impersonale del 31 Dicembre 2006, per ricordarmi quello che ero allora e rallegrarmi di come sono ora e, proprio con le stesse parole di allora, voglio augurare un Buon Anno a tutti voi:

che sia un anno di amicizia fra le persone!



 

 

 

Per salutare degnamente il nuovo anno, pare non sia sufficiente levare in alto i calici o indossare qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di regalato ed ovviamente qualcosa di rosso!

Esiste infatti una moltitudine di riti scaramantici dalle origini più curiose; tutti riconducibili all'intento di dimenticare le negatività e propiziarsi fortuna, amore, prosperità per l'anno a venire.

Accattivarsi la fortuna nella notte più festosa dell'anno, sembra essere un'arte che richiede piccoli gesti, rituali propiziatori, luci, colori, euforia e cibi invitanti.

In Malesia ci si trafigge il naso e la lingua con aghi minuti, in Argentina si buttano via i giornali, in Giappone si suonano 108 rintocchi di campana, uno, per ogni peccato commesso dall'umanità, mentre in Cina, paese dei draghi, si lascia volare verso il cielo una miriade di  draghi di carta; li si lascia volar via nell'infinito, dopo aver trascritto su di essi  i problemi patiti durante l'anno trascorso.

L'Italia è il paese del buon cibo, e, per quanto sia invalsa l'abitudine di bruciare vecchi calendari, gettar via oggetti usati, o sparare petardi e fuochi d'artificio, è la tavola il luogo nel quale gli italiani,  manifestano appieno le proprie tradizioni nell' ultima notte dell'anno.

Mangiare lenticchie, si sa, è auspicio di ricchezza e di buona sorte, ma a tavola non dovranno mancare anche uva, chicchi di melograno, mandorle, fichi secchi, datteri e l'intramontabile cotechino.

L'uva ha un significato sacro. Essa infatti, insieme al grano, è una delle offerte che il fedele porge a Dio durante la messa, sicchè rappresenta la gratitudine dell'uomo per le grazie ricevute ed i desideri esauditi.

I chicchi di melograno, sono l'antico talismano che simboleggia la fedeltà coniugale, poiché, nel mito di Proserpina, fu proprio il gesto di addentare una melagrana, a legare indissolubilmente la dea agreste, al dio dell'Ade Plutone.

Mandorle ed uva passa, sono simboli di fecondità e denaro, mentre, tutti i frutti racchiusi in un guscio legnoso o spinoso, sembrano capaci di portare fortuna.

La tradizione popolare afferma infatti che, come il guscio ha protetto il frutto sino alla sua maturazione, così il frutto proteggerà con la sua forza, la persona che se ne nutre.

Durante la notte del 31 Dicembre, chi lo possiede dovrà accendere il camino ed alimentare il fuoco con estrema attenzione, poiché se esso dovesse spegnersi sarebbe presagio di sfortuna.

Gli innamorati, dovranno scambiarsi un bacio sotto il vischio, il portafortuna che i celti veneravano e chiamavano "acqua di quercia".

Il vischio, infatti, crescendo in simbiosi con la quercia, richiama i legami tra le persone e la tenacia dei sentimenti.

Ed è proprio con un rametto di vischio, che voglio fare a tutti voi gli auguri per un buon anno, convinta come sono che i legami tra le persone rendano la vita degna di essere vissuta, al di là delle amarezze, delle delusioni, dei problemi che la quotidianità ci riserva. Buon Anno a tutti voi...che sia un anno di amicizia tra le persone.



 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963