BLOG PENNA CALAMAIO®

Per fortuna non mi ha ascoltata...


I PENSIERI DI MIRELLA QUANDO ERA IN COMA
Caro Angelo, Qui nessuno mi chiede come sto, perché qui stanno tutti male e chi sta malesta male e basta. Non si chiede come stai a chi sta male. Non si chiede come stai a chi si sa già come sta. Eppure, io che sono semplice di desideri, sogno che qualcuno me lo chieda. MI girano e mi rigirano per darmi dignità ma nessuno si rende conto diquanto, in realtà, me la stiano togliendo con i loro gesti meccanici eripetitivi, come se fossi un pupazzo nelle loro mani. Parlano mentre mi puliscono distrattamente ma con attenzione professionaleed è quell' attenzione professionale che uccide anche l' ultimo granello dipolvere del mio amor proprio. Vorrei piangere con le lacrime per far vedere loro che piango, che mi fannomale, che mi strappano, atto dopo atto, l' unica cosa che mi è rimasta sanae forte: la pudicizia. Non ho più nulla di me, solo quella e a quella sono attaccata con le unghiee con i denti, ma loro me la maltrattano tra risate e macchinismi quotidianiNon si chiedono nulla. Loro credono io già non ci sia più, priva di sentimenti, di movimenti, dipaure, di udito, di parola. Se solo sapessero che I miei pensieri e le mie emozioni sono ancora tuttequi, vive, mille volte più vive delle loro, perché quando un corpo èimmobile e apparentemente morto, il cervello lavora il triplo e la tua vitasi consuma tra le pareti della testa… Se solo sapessero quanto male faccia essere morta senza esserlo davvero: ècome essere seppellite vive, forse ancora peggio, perché non mi possoribellare con urla e calci. Se solo capissero che il mio cervello corre ancora, piange ancora, tremaancora, si umilia ancora, vuole vivere ancora. Questa è la mia disperazione e la mia solitudine, quella vera, quelladefinitiva, quella dalla quale non si torna più indietro. E allora prendimi, Dio, liberami da questo strazio senza dignità: toglimianche l' ultimo contatto con la vita, spezzami definitivamente il cervellose vuoi che io rimanga ancora qua, in questo mondo, in questo spazio, inquesta stanza, tra queste persone, sotto queste cannule che mi violentanoogni giorno e ogni notte. Prendimi. Ti chiedono di vivere, ti chiedono di guarire, ti supplicano di tornare. Io voglio semplicemente andare via. Offrimi la fine, perché io non sopporto un giorno di più così. Non sopporto più I rumori inesistenti di questa stanza. Ultimamente, poi, nemmeno l' uccellino che cinguettava poco lontano di qui(unico mio legame col mondo fuori di qui) sento più. Sembrava venisse qui per cantarmi la serenata della vita e io, pazza disoffocamento e senza apparente vita, mi sentivo meno sola. Quando spegnevano le luci della stanza io, nella mia disperazione di mortain vita, iniziavo ad attendere il giorno dopo per riascoltare quell uccellino. Quell' attesa, Dio, mi faceva sentire viva. Ho smesso di attendere dopo giorni e giorni di attesa. Ora che devo attendere? Ho bisogno di morire, comprendi Dio? E non m' importa se dopo, non esistera una seconda vita, non importa seposso vivere solo questa, così, in questo stato di schiava inascoltata. Non m' importa finire per sempre il mio ultimo alito di vita. Io voglio andare via di qua e se il prezzo da pagare è non esistere più, iosono pronta a non esistere più, almeno non avrò più nulla per cui piangeresenza avere la capacità di versare una piccola e inutile lacrima. Voglio liberarmi da queste mani che decidono per me, voglio scappare daidottori che parlano di me come se fossi una cosa tra le cose, come se io eil letto fossimo un unico oggetto da spolverare. Portami via, Dio. Non ti chiedo di portarmi con te, mi basta che tu spenga finalmente la lucedel mio cervello, prima che il terrore e il dolore la spengano per te. Voglio morire adesso, con questo moto di rabbia e di ribellione che ancorariesco a provare. Voglio morire viva... scritto da:  lucextee   su: CORIANDOLI DI ME(N.d.r) Questo che vi ho appena proposto, più che un post è una testimonianza, pregna di significati e carica di spunti di riflessione.Le parole di lucextee ci guidano gradualmente attraverso molteplici percorsi:- la sofferenza di chi è affetto da malattie allo stadio terminale,- l'imprescindibile dignità del paziente che deve essere sempre considerata e preservata,- la disumanità che spesso si incontra nelle strutture ospedaliere,- il valore della vita, quella vita che talvolta si dimostra più forte della richiesta di morte, al punto da smentire le conoscenze scientifiche di cui disponiamo, anche quando la speranza è venuta a mancare.L'immagine del post richiama il best seller di Raymond jr Moody "La vita oltre la vita e nuove ipotesi": uno studio sulla fase di transizione vita/morte effettuato attraverso le dichiarazioni di pazienti ritornati alla vita, dopo essere stati dichiarati clinicamente morti.