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Distruggere come passatempo


Lo scorso 25 aprile dodici minori sono stati scoperti mentre si divertivano a distruggere un edificio in provincia di Torino. Distrutti muri, porte, finestre e l'impianto elettrico, il tutto rigorosamente filmato. L’edificio era abbandonato ma comunque non fatiscente. Lo scopo era quello di trascorrere un pomeriggio diverso dal solito per sconfiggere la noia.Questa notizia mi ha portato a riflettere su come sempre di più si legga sui giornali o si assista in giro ad atti di vandalismo: la rabbia repressa viene in questo modo sfogata con violenza e in Italia danneggiare il bene pubblico viene interpretato come qualcosa di lecito che resta impunito. Non si considera il bene di tutti come qualcosa che ci appartenga, per cui tanto vale distruggerlo. L'altra sera facendo una passeggiata nel mio paese (cosa che non facevo da un po’ perché ci sono molto poco…) ho constatato con grande tristezza come nella piazza recentemente costruita alcuni arredi siano già stati distrutti. Credo che abbia resistito intera e funzionante per meno di un anno. In particolare alla fontana quasi tutte le viti sono state tolte. Per non parlare poi delle scritte, praticamente su ogni panchina. Non credo che sia solo voglia di sfogare la propria rabbia, perché per farlo basterebbe, che so, tirare un calcio ad un pallone o tirare pugni ad un sacco. Questi fatti sono secondo me esclusivamente sinonimo di maleducazione e mancanza di rispetto. Basta con il tentare di giustificare l’accaduto trasformando i protagonisti in vittime della società! Basterebbe insegnare un po’ di educazione ai propri figli ed imparare a saper dire di no qualche volta. Mi rendo conto che sia tutt’altro che facile ma molte generazioni in passato ce l’hanno fatta, perché oggi non è più possibile? 
Scritto su Strane Alchimie