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Un fil di fumo va bene se sei Rasta!


La Cassazione colpisce ancora e tira le orecchie ai giudici della Corte d'appello di Perugia per aver condannato il convenuto in giudizio, reo di detenere un etto di “erba”, solo sulla base del "semplicistico richiamo al dato ponderale della sostanza" trascurando di valutare le "modalità comportamentali del 'rasta' ". Adesso toccherà alla corte d'appello di Firenze riesaminare la vicenda perché gli 'Ermellini' hanno annullato, con rinvio, la condanna. Gli ermellini hanno sottolineato la necessità che “nei confronti dei seguaci della religione rasta trovati in possesso di "erba" in abbondanza i giudici devono essere comprensivi e considerare che, per gli adepti di tale religione fumare marijuana favorisce la contemplazione e la preghiera "nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone".Quindi, si può dedurre che la Legge in Italia non è poi così uguale per tutti. Alcuni, per religione o altro, sono più uguali degli altri. Una sentenza veramente illuminante, una sentenza che ribadisce la non certezza del diritto e, conseguentemente, della pena.A seguito della sentenza della Cassazione,le Comunità Rasta sono state prese d’assalto da aspiranti, in tutti i sensi, nuovi adepti in cerca di attenuanti in caso di cattura in flagranza di reato. Negli ambienti ben informati, si vocifera che si stiano organizzando nuove religioni quali quella della chiesa dell’avvento del grande cocalero, dedita alla cocaina, la chiesa del buco del settimo giorno, dedita all’uso dell’eroina per le sue proprietà trascendentali, la chiesa dei crackisti, che usano il crack come veicolo di trasmissione dell’io supremo, e tante altre in fase di studio. Italia, Paese di Santi, poeti, navigatori e viaggiatori da fermi. Mala tempora…