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Vincere la paura ma anche...


"Oggi viviamo dominati dalla paura. La politica deve essere questo: dalla cupezza dei tempi che viviamo, deve venire una luce. Altrimenti, la politica non è". Questo ha detto Walter Veltroni nel corso del suo intervento alla XIV settimana alfonsiana a Palermo. E ha aggiunto che "Il sentimento prevalente della società occidentale è la paura. Paura della globalizzazione, della crisi economica, della catastrofe ambientale al terrorismo, alla paura delle idee degli altri. E per questo prosperano certe idee politiche, piuttosto di altre che si alimentano della parola speranza e non della paura. Tutto questa ha orientato in senso egoistico lo spirito del tempo”. E’ vero, oggi viviamo dominati dalla paura ma anche ieri non era diverso. La paura è una costante dell’essere umano, serve a mantenerlo vivo. Senza la paura l’uomo sarebbe portato, per natura, ad osare senza criterio e a scegliere senza ponderare. E’ la paura che ha permesso al Paese di non cadere nelle grinfie di quanti avevano sposato l’ideologia comunista, di quanti, come Veltroni, vedevano nell’URSS un sogno, un luogo idilliaco dove tutti sono uguali, dove non c’è povertà e dove il proletariato, contro tutte le leggi di natura, domina e governa. Un Paese da favola in cui coloro che osavano palesare il dissenso venivano mandati in vacanza al fresco della Siberia. Quindi, anche ora, Veltroni arriva in ritardo, perchè la paura esiste, è esistita e sempre esisterà ma ad essa, normalmente, si accompagna la speranza. La speranza in un perfezionamento della specie umana, la speranza in un avvenire migliore. Paura e speranza convivono e questo loro coesistere porta l’uomo a superare, continuamente, i limiti. La speranza di una nuova scoperta è sempre accompagnata dalla paura dell’ignoto e quella luce che Veltroni vorrebbe individuare nella politica non è della politica ma dell’uomo. La luce è dentro l’uomo e va alimentata dalla conoscenza, la sete di conoscenza è l’elemento che aiuta l’uomo a non cadere vittima della paura o della speranza. Dante, per bocca di Ulisse, dice “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”. Virtù e conoscenza sono gli elementi essenziali per illuminare della vera luce, non la luce falsa e mendace dell’ideologia, il cammino dell’uomo. Veltroni si limita ad analizzare gli effetti ma non considera le cause ed arriva ad alimentare ulteriori paure paventando una deriva autoritaria per il Paese. Dimostra così, ancora una volta, di non avere le idee chiare, di essere vittima delle sue paure, quella per le idee degli altri in primis, e della sua insicurezza, insicurezza che lo porta a parlare e comportarsi non secondo il suo sentire interiore ma secondo ciò che pensa desiderino i suoi elettori. E qui sbaglia ancora una volta perché i suoi elettori, tolti quelli inquinati dall’ideologia e figli del preconcetto, sono, pur sempre, cittadini italiani che chiedono un governo che governi e che ridia fiducia e speranza al Paese. Il PD, nella fase embrionalunionista, ha dimostrato di non avere le caratteristiche necessarie per governare e gli italiani hanno scelto Berlusconi, con tutte le sue contraddizioni e conflitti vari, per essere governati. Ma anche questo a Veltroni non va bene e paventa un deficit democratico, uno svuotamento della democrazia. Insomma, per Veltroni è democratico solo ciò che riconduce al suo partito e alle sue idee. Un’idea parziale e limitata del concetto di democrazia. Veltroni, poi, trova ispirazione nella commedia napoletana e nel grande Eduardo (Napoli milionaria) e si afferma sicuro che la nottata passerà (“La nottata non durerà all'infinito. In questo momento in molti paesi ha vinto la destra ma le cose cambieranno. Dobbiamo però prepararci, dobbiamo innovarci e essere un partito sempre più aperto".) anche se non sembra rendersi conto che per la maggioranza degli italiani la nottata è già passata. Il sole è sorto lo scorso Aprile ma, evidentemente, per la minoranza è ancora buio. Ne approfittino e buona notte!!!da entronellantro