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Bollino di qualità per i siti web. A breve il Codice di autoregolamentazione. Ed è subito polemica!


E'
in dirittura d’arrivo il Codice di autodisciplina per la tutela della dignità della persona su internet. Di cosa si tratta? Di una mera reazione censoria scaturita dalle reiterate aggressioni verbali nei confronti del Presidente del Consiglio Berlusconi attraverso Facebook, oppure di una iniziativa condivisa da chi vive la rete a 360 gradi e ne conosce e/o subisce anche le insidie pur apprezzandone le straordinarie potenzialità? Per rispondere a questa domanda dobbiamo avere la capacità di osservare la rete senza pregiudizi mentali ed ovviamente valutare con senso critico, ma all’insegna dell’obbiettività, la bozza del Codice di Autoregolamentazione che è visionabile a questo link.Cosa è il Codice di Autoregolamentazione? E’ un regolamento che i provider di servizi internet, i social-network, i gestori di siti web a vario livello, decidono autonomamente di accettare, impegnandosi ad osservarlo ed farlo osservare ai propri utenti per potersi fregiare del bollino di qualità. Lo scopo è quello di evitare che Internet degeneri in un Far West e garantire che nei siti di qualità sia salvaguardata la dignità della persona, pur nel rispetto della libertà di pensiero e di opinione. Già da Lunedì il Governo ha avviato le consultazioni con i principali providers e tra di essi è giunto il placet sia di Google sia di Microsoft in ordine alla stesura del codice di autoregolamentazione e, di conseguenza, in ordine all’impegno di rimozione  dei contenuti illeciti ed offensivi senza il necessario intervento della magistratura,  prestando anzi, particolare attenzione ai minori ed agli anziani presenti in rete, nonché in generale ai soggetti meno esperti nell’uso di internet.Per contenuti illeciti si intendono tutti quelli che incitano all’odio, alla violenza ed alla discriminazione, quelli che configurano plauso per atti di terrorismo o apologia di reato, quelli che espongono a rischio l’ordine pubblico, ma anche quelli che offendono la dignità della persona. Gli Internet service provider si impegneranno a fornire in caso di necessità la propria tempestiva collaborazione con le forze dell’ordine e finalmente potremo distinguere i servizi internet, piattaforme blog, social-network o  portali che possono fregiarsi del bollino di qualità  da quelli per i quali, l’alibi della libertà di espressione può giustificare qualsiasi contenuto, compresi i più beceri ed inaccettabili. Vediamo in sintesi cosa prevede il Codice di Autoregolamentazione oltre all’impegno degli aderenti di vigilare sulla natura dei contenuti e rimuoverli autonomamente, (previo segnalazione) ove essi integrino gli estremi di un reato.In primo luogo è prevista l’istituzione di un Comitato di Controllo sull’applicazione del Codice volto ad agevolare e garantire la corretta applicazione degli impegni assunti dai firmatari. Gi aderenti al Codice di autodisciplina dovranno ogni sei mesi comunicare al Comitato di attuazione l’attività effettuata nell’esecuzione del codice, nonché le problematiche riscontrate e le possibili soluzioni da adottare.E’ altresì previsto che gli aderenti al Codice, individuino, al proprio interno, un referente che funga da raccordo per i rapporti con le forze di polizia e con la magistratura. Sul piano delle istituzioni preposte ad assicurare la prevenzione e repressione dei reati, il Codice (e di conseguenza il Governo che se ne è fatto promotore) prevede una più adeguata formazione delle forze dell’ordine e della autorità giudiziaria, chiamate, sempre più spesso a confrontarsi con la presenza di reati perpetrati attraverso internet. Gli aderenti al Codice di autoregolamentazione si impegneranno altresì a richiamare il contenuto del codice nei rapporti, anche contrattuali con i propri utenti e /o clienti, sensibilizzandoli in modo chiaro sui limiti imposti dalla legge all’uso di intenet e prevedendo, oltre alla possibilità di rimozione dei contenuti considerati illeciti, soprattutto la possibilità, previa diffida, di risolvere il contratto con coloro che non rispettano i dettami del Codice di Autoregolamentazione o pongono in essere comportamenti contrari alla legge. Pertanto, se consideriamo che il Codice di Auroregolamentazione è rivolto anche ai cd. Access Provider, ovvero i fornitori di connessione ad internet, la possibilità di risoluzione unilaterale del contratto potrebbe equivalere alla possibilità di estromettere dall’uso di internet chi utilizza la propria connessione per delinquere. Sul piano delle garanzie alla libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni, il Codice di Autoregolamentazione prevede che i sottoscrittori si impegnino non solo a fornire ai propri utenti la possibilità di avanzare reclami in ordine alla applicazione del Codice di Autodisciplina, bensì, soprattutto si impegnino ad assicurare sia la trasparenza delle segnalazioni, sia la verifica in ordine ai contenuti rimossi. In rete, si sa è sufficiente pronunciare l’espressione “censura” perché subito scatti la mobilitazione  ed è quanto sta accadendo su diversi blog e diversi siti internet, per i quali questo provvedimento rappresenterebbe una sorta di lesione alle libertà della rete. Io reputo al contrario che in qualsiasi contesto umano, la presenza stessa di una pluralità di persone, implichi necessariamente la creazione di regole e reputo altresì che la Libertà di pensiero non sia libertà di insultare e molestare il prossimo. Di Berlusconi in Italia ce n’è solo uno, mentre su internet ad essere esposti alla possibilità di diffamazione, di violenza, di bullismo, di raggiri, di molestie, di cyberstalking  e quant'altro, siamo tutti quanti noi. Sapete cosa succede allo stato attuale quando si è diffamati e molestati attraverso piattaforme estere? Ne sanno qualcosa, oltre me, circa una ventina di utenti di Libero che, giornalmente vengono fatti oggetto con tanto di riferimenti idonei alla loro identificazione, di “attenzioni non richieste e sgradite” ed utilizzo volutamente il virgolettato perché la formula da me utilizzata è solo un riduttivo eufemismo. Sapete quali sono le risposte che giornalmente ci propinano alle nostre segnalazioni di abuso? Potete visionarle cliccando l’immagine del post. Eppure, la piattaforma in questione, nel proprio Regolamento prevede che non solo non sia consentito utilizzare i propri servizi per “minacciare, molestare, diffamare, defraudare, umiliare, denigrare o intimidire un individuo o un gruppo di individui per qualsiasi motivo”, bensì contiene altrettanto esplicitamente un rinvio palese “alle leggi locali e nazionali vigenti nel luogo di residenza” degli utenti. In pratica, accettando questo modus operandi e considerate le lungaggini dell'apparato giudiziario italiano, si può praticamente dire alle persone diffamate e molestate e fortemente lese oltre che nella propria reputazione anche nella propria dignità :"fate prima a scomparire che ad ottenere tutela su internet". (Mi auguro che non si sia costretti a far scoppiare uno scandalo).