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Finalmente se magna? Speriamo proprio di no!


L
a notizia sta facendo oramai il giro di tutto il mondo rimbalzando di sito in sito dopo aver scosso e sdegnato l'intera comunità berlinese suscitando un'ondata di critiche feroci.Eduardo Amado, sedicente ristoratore brasiliano ha annunciato, per l'8 Settembre, l'inaugurazione, in quel di Berlino, del Flimé, il primo ristorante  europeo per cannibali, un ristorante nel quale, secondo la migliore tradizione Wari, saranno servite pietanze a base di carne umana.Ci si augura ovviamente che sia una trovata pubblicitaria, per quanto di cattivo gusto e volta a fare scalpore anche grazie agli annunci grotteschi che compaiano sul sito del ristoratore.Le fonti vicine all'imprenditore sembrano invece dare credito alla veridicità di questa notizia, pur mantenendo segreto il luogo in cui troverà la sua sede il Flimé: Eduardo Amado, già proprietario di un ristorante per cannibali situato in Brasile, avrebbe proprio deciso di importare in Europa la tradizionale cucina Wari.Per farlo, il panciuto ristoratore non si è risparmiato annunci e proposte ad effetto sul proprio sito, prima tra tutti l'offerta di lavoro rivolta a chirurghi dalla mentalità aperta."Chi dispone di carne umana in eccesso" - si legge inoltre sul sito - può donarla al Flimé che si farà carico di tutti i costi ospedalieri necessari ad asportare i pezzi di carne donati, riservandosi poi il diritto di utilizzarli a  piacimento e decidendo se e come cucinarli. Segue un "modulo riservato ai "donatori" che vogliano appunto cedere parti del proprio corpo.    Non sono mancate le manifestazioni di piazza per protestare contro la pratica del cannibalismo e l'apertura di questo ristorante specializzato in "cucina etnica". Personalmente resto convinta che si tratti di una operazione di marketing per quanto di bassa lega. Anzi, mentre gli art director ed i pubblicitari di tutto il pianeta stanno plaudendo alla genialità di questa disgustosa trovata, io mi domando sino a che punto la comunicazione in genere possa spingersi oltre ogni limite.Certo, nel 1938 Orson Welles annunciò per radio l'invasione degli alieni gettando nel panico gli interi Stati Uniti, ma da allora sono trascorsi oltre 70 anni e fa specie che le strategie di comunicazione siano ancora vincolate alla banale regola del divulgare annunci ad effetto, di norma accompagnati da un'aura di mistero. Quanto accadde come conseguenza del programma radiofonico diretto da Orson Welles dovrebbe fare riflettere invece che suscitare emulazione ed il proliferare di tecniche oramai riconoscibilissime e scontate, a maggior ragione quando si va a pescare non in un gusto dell'orrido fantasioso ed avulso dalla realtà, bensì in un fenomeno tutt'altro che raro e capace di incidere su menti disturbate.Lo definiscono Guerrilla Marketing, e ad esso inneggiano come ad "una forma pubblicitaria non convenzionale, a basso costo, ottenuta attraverso l'uso di mezzi creativi e strumenti aggressivi in grado di fare leva sull'immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali." Io mi domando cosa ci sia di non convenzionale e creativo in una metodologia ormai trita e ritrita al cui ricorso assistiamo oramai da decenni e della quale potremmo essere artefici anche noi senza neanche tanti sforzi.Intanto l'ultimo caso reale e tutt'altro che fantasioso di cannibalismo si è registrato solo pochi mesi fa in Russia, dove Karina Barduchian, una  ragazzina di 16 anni, è stata uccisa da due amici poco più grandi di lei e successivamente smembrata e cucinata con le patate, perchè, come hanno dichiarato i due assassini nel corso del processo, "avevamo tremendamente fame".