L'inchiesta che coinvolge il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il direttore del TG4 Emilio Fede, l'Agente dei vip Lele Mora ed il Consigliere Regionale Nicole Minetti tiene banco da giorni su tutti i media e nei discorsi anche privati degli italiani. Parlarne credo sia inevitabile, per quanto lo squallido spettacolo di vicende pecorecce che la caratterizza, possa finire col dar noia in questa overdose di particolari, dichiarazioni, smentite, abitudini sessuali passate al microscopio e scenari che stridono fortemente con i bisogni reali e primari del Paese.Eppure la vicenda in sè è densa di spunti interessanti, in primo luogo politici ma anche giudiziari, sociologici ed etici; c'è poi una valenza mediatica che essa stessa non va trascurata come "fenomeno" poichè il comportamento di giornali e programmi televisivi andrebbe indagato attentamente e con senso critico, non meno delle reazioni suscitate negli spettatori o lettori.Finirò col tentarne un'analisi, già lo so, tanto più che l'aver precluso la possibilità di commentare in Blog Penna Calamaio mi colloca in una posizione di privilegio rispetto a quella di un comune blogger: essa mi stimola anzi il piacere (un pò sadico) di scrivere quel che mi pare immaginando lo sconcerto, magari il disagio, la perplessità o perchè no anche la noia del lettore medio, di norma propenso a fruire di argomenti leggeri ed avezzo ad interazioni in stile mordi e fuggi.Da quando sono su Libero credo di aver letto migliaia di volte commenti del tipo "non ho parole", "non ti curar di lor ma guarda e passa" "siamo alla frutta" sino ai più diffusi "complimenti per il post" o "felice notte, mattino, sera, pomeriggio, week end e chi più ne ha più ne metta".Che gioia allora, che gradevole sollazzo questo mio sovvertire le regole del "fare blog" e chissà che esso non si risolva in un esperimento dai risvolti insperati.Poichè, se è vero che impedendovi di commentare, di fatto io vi metta a tacere, è anche vero che canalizzo gioco forza la vostra attenzione su quanto scrivo, senza precludervi la possibilità di rispondermi ad es. con un post.Ciò stimolerebbe anzi le cd. "conversazioni" tra blog, pratica pressochè sconosciuta su Libero al pari di un corretto uso del trackback.C'è poi il piacere recondito di governare il mezzo senza più essere succube della logica "social" quella logica che ci induce, inconsapevolmente, ad accumulare contatti, commenti, visite, visualizzazioni, consensi, posizioni in classifiche farlocche, scalate verso sterili vette ed improbabili successi.Ma chi se ne sbatte? Non servono a me, servono ai provider, ai Marck Zuckemberg, al grande Google e company...per noi è solo aria fritta!Sicchè scriverò di quel che mi pare e come mi pare, in quotidiani o saltuari bla bla bla.
309 pagine di un file pdf! A tanto ammontano i verbali pubblicati sul web, dell'invito a comparire presentato dalla Procura di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi. Ho appena terminato di leggerle e mi domando quanti di voi lo abbiano fatto e quanti invece si siano limitati a leggerne gli stralci (a volte fuorvianti) riportati negli articoli di giornale.E' un pò tardi per tentare una sintesi e fornire la mia personale visione del tutto...l'orologio del pc segna quasi le due di notte, però, rinviando le considerazioni etiche, politiche e sociali ad un orario più consono, voglio almeno concedermi un bla bla bla estemporaneo, poichè l'impressione generale che mi è derivata dalla lettura di quelle pagine, contrasta con le versioni fornite dai media. Del resto quando si è costretti a letto come me in questo momento, poco importa se siano le 7 del mattino o le due di notte!Dico subito che alla luce di quei verbali l'impianto accusatorio mi sembra, ora, un pò fragile. Trovo altresì "divertente" che Berlusconi si rifiuti di conferire con giudici ritenuti privi della competenza territoriale e sostanziale sul suo caso ma, al contempo, i suoi avvocati (Ghedini e Longo) trasmettano poi a quegli stessi giudici, pagine e pagine di testimonianze e dichiarazioni raccolte durante le indagini difensive (con buona pace del difetto di legittimazione invocato dal loro assistito).Ciò che poi più mi ha più sorpreso nella lettura di quelle pagine è di non aver trovato il puttanaio da più parti descritto. Chiariamoci, non si discute di un'allegra combriccola di verginelle intente a snocciolare il santo rosario ma, prescindendo dal giudizio morale sulla vicenda, credo non sussistano gli estremi "giuridici" della prostituzione. (Induzione, sfruttamento, favoreggiamento). Per giungere a conclusioni contrarie dovremmo ammettere che, ogni qualvolta qualcuno "si alza l'amante" e da questo si lascia mantenere economicamente, sia configurabile "giuridicamente" il concetto (non la fattispecie) di prostituzione. Altrettanto dicesi per tutti coloro che, in cambio di una utilità lavorativa, di una agevolazione nella carriera, di un passaggio televisivo, si mostrano propensi a prendere qualche colpetto posteriore o anteriore e ciò, sia che si tratti di giovani starlet o di chiacchierati fotografi, sia che si tratti della casalinga annoiata o della studentessa desiderosa di acquistare un abito griffato.Non c'è puttanaio a mio avviso, io ho avuto piuttosto la sensazione di leggere le vicende di un sultanato con tanto di harem e se proprio si vuol tentare una definizione delle donzelle coinvolte nella storia, esse mi danno più l'idea delle mantenute che delle escort propriamente dette.Chissà se qualcuno lo ha scritto in qualche articolo o lo ha evidenziato in qualche servizio televisivo?1) Le elargizioni in denaro o gioielli non seguivano una regola ben precisa. Poteva capitare la serata in cui rimaneva all'asciutto persino chi, presumibilmente, aveva rallegrato l'alcova del sultano o, al contrario "tiravano più soldi" coloro che non avevano improvvisato neanche un balletto; in sostanza non vi era un nesso di causalità immediato, diretto e sistematico tra le regalie e le prestazioni sessuali.2) le elargizioni in denaro prescindevano anzi dalle cene stesse. A determinarle era la logica dello spennamento più bieco da parte di alcune o, al contrario, quella dell'occorrenza e del bisogno. Nei giorni, nelle settimane, nei mesi, compresi i periodi durante i quali gli incontri scarseggiavano o erano del tutto assenti, le ragazze battevano cassa, forti del loro ascendente o semplicemente per pagare il dentista, la palestra, la visita specialistica, lo shopping. Amanti collettive dunque, più che escort o prostitute propriamente dette.3)Per essere delle semplici "escort" stranamente queste ragazze nascondevano al sultano di avere relazioni affettive con terzi, in altre parole quando qualcuna di loro si fidanzava, si guardava bene dal farglielo sapere.4)Il sultano a suo modo "si innamorava" o si "fidanzava" con qualcuna di loro e le donne dell'harem soffrivano di gelosia nel senso che "richiedevano attenzioni e manifestazioni di considerazione ed affettività", anzi, in assenza dell'invito diretto a cena, in assenza della telefonata del sultano o di fronte ad un cellulare troppo spesso spento, silenzioso ed indifferente, giungevano persino a disertare sdegnate gli incontri nelle residenze reali, ripiegando su una più tranquilla serata tra amiche.5) La Minetti poi mi sembra assolvere volontariamente a dei compiti di mutua assistenza. Si fa in quattro questa ragazza, fa la spola da una casa all'altra per ritirare (a domicilio) , dalle altre ragazze, le utenze del gas da pagare, le bollette condominiali e quant'altro, spesso rifiutando le regalie del sultano durante le cene. Diamine! Un pò di rispetto..è pur sempre un Consigliere Regionale... potreste pure portargliele voi le vostre bollette no? Se dovessi dare un voto al suo contegno, il mio 10 sarebbe tutto per lei mentre la scure dell'insufficienza più marcata andrebbe ad appannaggio delle gemelle De Vivo. Pessima figura per queste ultime...davvero...6)Strano poi che tra tutti i personaggi intercettati, sia coperto con un barlume di discrezione e riservatezza solo il nome e cognome della "signorina due lauree" quella in pratica che depone in procura confermando il proprio giudizio negativo sul clima godereccio che animava le serate del sultano. Le altre intercettate non meritano alcuna tutela, non meritano alcun riguardo, in definitiva basta la presunzione che diano la figa perchè si si compia verso di loro lo sputtanamento mediatico più becero.Bè...non è così che si fa se vogliamo dirci sdegnati e civili...7) Fede, Mora e la stessa Minetti, per essere gli organizzatori di tutto l'ambaradam erano talvolta ignari delle cene, degli appuntamenti, degli incontri e dei partecipanti: ne venivano a conoscenza in un secondo momento attraverso il passaparola delle ragazze. Credo sia emblematica a riguardo una dichiarazione del Mora in una recente intervista; essa suonava pressappoco così: - la nostra vita è tutta una festa, una cena, un incontrarsi ogni sera..se poi qualcuno decide di darla sono affari suoi. - Le stesse ragazze nel commentare gli incontri talvolta attribuiscono ad essi un valore mondano se non ludico. - Bè com'è andata ieri? Uhhh...bellissima, bellissima, c'era il mondo ieri, c'era il mondo -In realtà si coglie da parte del Mora, di Fede e della Minetti la volontà (non priva di amicizia e considerazione sincere) di compiacere il sultano con la propria compagnia, con la propria presenza o presentandogli sempre nuova gioventù. Che poi quella gioventù decida di "darsi" è per scelta soggettiva, nessuno chiederà prestazioni, esibizioni al palo della lap-dance o streep tutto sommato casti e sarà anzi possibile rimanere in disparte a fumare una sigaretta accovacciati in solitudine su una sedia, in un angolo remoto rispetto al contesto.8) Induzione alla prostituzione? Favoreggiamento? In quelle feste ha beccato il generoso cadeau di 2000 euro persino chi si è defilato in un angolo senza nulla concedere, neanche un sorriso, così come il pernottare in casa non era a priori il preludio ad una prestazione sessuale. A meno che si voglia dar credito alle fantasiose ricostruzioni della Macrì che ci dipingono un attempato e stanco settantacinquenne capace di farsi ben 7 donne di seguito senza finire in rianimazione..Pernottavano in due come in dieci..traete un pò voi le conclusioni...9) Sfruttamento della prostituzione? Mal si concilia con una frase pronunciata dal Fede durante una intercettazione: - neanche un grazie gli riservano queste ragazze a loro che le rendevano partecipi di un tesoro - (il pollo da spennare).10) Lo stesso riferimento ai "300 euro per un pompino" non è il patteggiamento di un compenso per una prestazione sessuale, bensì è il giudizio rammaricato del Fede sulla tipologia di ospiti ammesse talvolta a partecipare a quelle feste. Gente che sino a ieri prendeva 300 euro per un pompino e non è in grado di comportarsi, di mantenere un residuo di dignità nelle continue richieste di soldi al sultano o al suo entourage.La voce di Fede ieri, nel tg del 24 Gennaio ha tradito una certa emozione, quasi fosse rotta dal pianto: riferiva di un'infamia per lui inaccettabile, quella di aver fatto la cresta sul prestito accordato da Berlusconi a Lele Mora. E' proprio innamorato quest'uomo, davvero...Penso che bisognerebbe leggerle direttamente quelle pagine, quelle intercettazioni, perchè, fermo restando il giudizio politico ed etico sull'intera vicenda, solo dopo averle lette ci si può fare un quadro obiettivo dei risvolti giuridici e del trattamento mediatico.E' tardi...pubblico domani, riservandomi appena mi gira, di scrivere qualcosa di più meditato che un mero e notturno bla bla bla.Auguri per il pippone che dovrete leggervi!