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DAL "CONCLAVE" DI CASERTA ALL' "OBBEDISCO" DI SOFIA

Post n°64 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da HO.PERSO.LA.DENTIERA
 

immagineChiunque è in grado di capire che il governo Prodi è ostaggio della sinistra radicale fin dal giorno del suo insediamento, ed anche prima.

Chiunque è in grado di rendersi conto che l’unico cemento che rende coese le mille anime dell’Unione è unicamente l’antiberlusconismo.

Eppure per mesi il Premier ha escogitato ogni possibile strategia  per mostrare al paese quanto sia invulnerabile l’“amor che move il sole e l’ altre stelle” del firmamento governativo. Da ultimo ha persino convocato un conclave a Caserta, in cui ha finanche ufficializzato, in una celeberrima “agenda”, le sue più profonde ed intime illusioni e il profondo legame amoroso esistente tra tutti i membri del suo esecutivo.


Sono passati però pochi giorni da quella solenne dichiarazione di unanime condivisione di decisioni e progetti, ed i rapporti all’interno della coalizione governativa paiono ora incrinarsi, palesando le smisurate difformità di vedute dei suoi componenti, a lungo maldestramente travisate.

A compromettere l’unione dell’Unione è bastata la dichiarazione di Prodi di assenso pieno ed irrevocabile del governo italiano all'ampliamento della base Usa di Campo Ederle a Vicenza; dichiarazione resa senza tentennamenti di sorta due giorni or sono in quel di Sofia, dove si trovava in visita ufficiale.


La città bulgara di Sofia, tanto dolorosamente evocata a sinistra per l’editto con cui si tributa a Berlusconi l’imperdonabile colpa di avere tarpato le ali alla libertà di critica ed informazione,  da ora verrà ricordata dalla sinistra anche come la "Teano prodiana", anche se non sancisce alcuna ritrovata unità, ma, se mai, il suo contrario.


La sinistra massimalista e anti-americana, infatti, è già sul piede di guerra contro un Prodi da essa visto come obbediente “soldato Ryan” a servizio dell’imperialismo statunitense.

Prodi indubbiamente comprende di cosa è capace la sinistra radicale, poiché lo verificò già nel suo primo governo e quindi ha cercato di trovare scuse plausibili per porre una toppa allo strappo creatosi all’interno dell’Unione in seguito alla sua decisione di consentire all'allargamento della base americana.

In primis, con gran pilatismo ha  dichiarato che “la decisione è stata presa dall'esecutivo precedente e dal Comune di Vicenza”; ma è risultato poco credibile, poiché è dal marzo del 2005 che le forze armate americane hanno dimostrato il loro interessamento all’espansione dell’area della base vicentina; inoltre il Ministro Parisi, in tutti questi mesi ha avuto modo di conoscere il fascicolo di Ederle lasciatogli sulla scrivania dal suo predecessore; vi sono state anche interrogazioni parlamentari su questo tema importante. Pertanto, pensare a trattative segrete tra Berlusconi e gli Usa è non solo offensivo verso l'intelligenza dell'opinione pubblica, ma anche ridicolo.


Successivamente Prodi ha cercato di trovare argomentazioni più attendibili, ed ha affermato che si è trattato di una decisione “urbanistica e territoriale” e non di una decisione politica, quasi a voler demandare (illegittimamente!)  ad un sindaco l’ingrato compito di occuparsi della politica estera italiana e di assumere poteri decisionali in materia di accordi internazionali.


Ma la sinistra estrema non ha creduto alle giustificazioni addotte dal premier e non ha tardato a far sapere a Prodi che gli farà pagare a caro prezzo quell’“obbedisco” ad accordi con gli USA.

Verdi, Comunisti italiani e Rifondazione comunista hanno manifestato pubblicamente che non appoggeranno il governo quando si tratterà di rifinanziare la missione in Afghanistan se non sarà predisposta una exit-strategy da Kabul. Sembra un ricatto in piena regola, considerato che la votazione sul rifinanziamento della missione in Afghanistan è prevista fra due settimane.

Prodi ha davvero poco tempo per decidere se piegarsi ancora un volta ai dictat della sinistra oltranzista, e preparare in fretta una exit-strategy dall’Afghanistan, oppure se far proseguire la missione come da accordi internazionali presi e sottoscritti, il cui rispetto era stato garantito dal Premier anche nel suo discorso di fine anno ai cittadini.


Decisione non certo facile e indolore, ma necessaria per scongiurare che l’idillio della solare Caserta si dissolva nella nebbia vicentina per le incomprensioni generate dal suo "obbedisco".

Del resto, Prodi doveva mettere in conto che, quando si sceglie di andare in una reggia, il minimo che possa capitare è di incontrare un re.

scritto da: Dike_vendicatrice

Commenti al Post:
Filippo_il_bello
Filippo_il_bello il 19/01/07 alle 12:41 via WEB
Una pedalata tutta in salita: decidere se assecondare la sinistra estrema perdendo credibilità a livello internazionale, dove già la nostra politica estera ha una voce flebile; oppure se adempiere ai patti ma porsi sotto il ricatto di componenti della sua coalizione di governo.
 
GYULY28
GYULY28 il 19/01/07 alle 12:59 via WEB
La scelta di Prodi non sarà facile. Ci sono 120 parlamentari dell'Unione che stanno raccogliendo firme contro Prodi e contro l'ampliamento della base americana di Vicenza. Qualcuno di loro vorrebbe anche chiedere al Premier di presentarsi in aula e dire perchè li ha imbrogliati. Questo è indice che neppure all'interno della maggioranza di governo credono a un premier ignaro di tutto. Proprio le frange più estreme di questo governo pensano che questo si di Prodi all'ampliamento della base sia la contropartita che paga per l'uscita dall'iraq. E questo lo pensano e lo scrivono anche persone che hanno dato fiducia a questo governo che sventolava discontinuità dal precedente. La politica estera del programma dell'Unione prevedeva il ritiro dall'Iraq, che è stato fatto, ma questo ritiro era anche nel programma berlusconiano. In cosa si è distinta la politica estera del nuovo governo rispetto alla precedente? Ciao da Gyuly
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/07 alle 13:11 via WEB
Ogni questione che affronta questo governo va a cozzare con una girandola di incomprensioni e di distinguo. In campo economico e sociale, o sulla questione delle pensioni, potremmo dire che faccia parte della dialettica della politica. Anche se non si possono nascondere divergenze di fondo, tipo quella che fa dire a Dini, nella giornata di ieri, che lo scalone di maroni non si tocca. Il confronto non è solo con l'opposizione, anzi nello specifico, il confronto non è affatto con l'opposizione ma è all'interno della maggioranza. L'opposizione ha una preventiva diffidenza, anche se mai pari alla diffidenza gridata e quotidiana contro il precedente Governo. E' figlia forse di questa e della sostanziale delegittimazione di cui questa opposizione ha sofferto: è un'abitudine tutta italiana, quella della sinistra di avvertire una superiorità che sfiora il razzismo culturale. Il confronto più acceso è quindi quasi sempre interno. Riferirsi alla incomunicabilità tra Di Pietro e Mastella o tra il primo e Pannella sarebbe solo ridurlo alle questioni folcroristiche. Esiste, invece, un serrato confronto nella sostanza che fa chiedere ad esmpio a Caserta a Rutelli la creazione di una cabina di regia. Il re, come sempre, fa finta di non capire e si spaccia per l'espressione più reale della regia: lui è re! Anche sui provvedimenti economici della finanziaria questo Governo ha mostrato una forte parvenza centrifuga. La legge ha subito modifiche in corso d'opera e molte delle azioni enunciate sono state modificate o ritirate, sono persino stati aggiunti in un maxiemendamento mostruoso elementi di seria riflessione sulla tensione morale di questa maggioranza. Ma dove questa maggioranza non regge, neanche alla parvenza, è sulla politica estera. Non c'è mediazione che possa tenere dinanzi alle divergenze, direi anche culturali, se non di contrastanti ragioni ideologiche,che dividono la sinistra radicale dalla sinistra moderata e dalle espressioni di centro presenti in gruppi minori e nella Margherita. I post, ex, neo comunisti sono di fatto rimasti alla politica dei due blocchi e tifando per uno sono inevitabilmente prevenuti nei confronti dell'altro. Non è entrato bene nelle coscienze di costoro che un blocco è caduto non per costipazione o salute instabile del suo fisico. E' caduto per l'insostenibilità di un sistema che aveva condotto alla fame ed alla miseria, oltre che alla costrizione ed alla privazione della libertà, centinaia di milioni di persone. Il nemico ideologico rappresentato dagli Usa non può esistere più. Le esigenze di pace e di sviluppo compatibile dell'Europa e del mondo si reggono sulla consapevolezza di un realtà diversa dalla nostra in cui cresce, assieme all'intolleranza, all'odio ancestrale, al radicalismo della loro cultura, un fondamentalismo religioso che spinge una valanga di uomini e di paesi a vedere nella guerra santa l'epilogo di un regolamento dei conti con l'umanità. L'Italia è all'interno di un'alleanza che garantisce la difesa di una ragione che la nostra cultura occidentale fa pensare essere protesa verso la pace e la dignità di ciascuno. E' anacronistico oggi dividerci sulla necessità della difesa e sull'allargamento fisico di una base militare già preesistente. Questo Governo senza una politica estera condivisa non ha dignità politica per proseguire nel suo cammino.
 
a_tiv
a_tiv il 19/01/07 alle 13:15 via WEB
Scusate ma l'anonimo sono io. Ho aperto con l'Url direttamente dalla barra anzichè dal mio login. Ciao Dike. Sempre perfetta nelle tue analisi.Vito
 
 
HO.PERSO.LA.DENTIERA
HO.PERSO.LA.DENTIERA il 19/01/07 alle 13:35 via WEB
Benvenuto su Blog Penna Calamaio Vito, non scusarti dell'anonimato, ciò che è importante non è il nick ma il pensiero ed il confronto tra opinioni.
 
   
a_tiv
a_tiv il 19/01/07 alle 14:36 via WEB
Si hai ragione contano le idee ed il pensiero e la saggezza di sapersi e volersi confrontare, senza presunzioni intellettuali e con il linguaggio che si conosce. Il fatto d'aver reso identificabile l'anonimato rientra nella mia abitudine di esprimere sempre liberamente il mio pensiero e senza nascondermi. Ciao! Vito
 
Marquez36
Marquez36 il 19/01/07 alle 14:06 via WEB
Penso che la reggia di caserta non abbia mai conosciuto pezzenti peggiori...Un bivacco è stato, altro che conclave...Baci m31
 
 
a_tiv
a_tiv il 19/01/07 alle 14:49 via WEB
Tutto si può o si potrà dire dei precedenti regnanti, i Borboni, tranne che siano stati dei pezzenti. Sui metodi il confronto regge..tutto a spese del popolo suddito! Il prossimo conclave che lo facciano almeno a Ceppaloni ai bordi della piscina di Mastella a forma di cozza.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/07 alle 15:22 via WEB
Infatti scusa, non volevo dare dei pezzenti ai borbone, anche se tanto bravi poi non è che erano è...dicimme 'a verità, ma cmq questi sò pezzenti veri...Baci m31
 
MassimoAD
MassimoAD il 19/01/07 alle 14:36 via WEB
Nel luglio del 2006 (al governo c'era già Prodi da vari mesi) c'è stata una interrogazione parlamentare sull'utilizzo dell'aeroporto «Dal Molin» di Vicenza al Ministro della difesa, che dunque conosceva e conosce bene la questione. Dal resoconto stenografico di questa inbterrogazione si legge e si capisce senza ombra di dubbio che il Governo Prodi sapeva benissimo dell'ampliamento della base. L'interrogazione di luglio fa riferimento ad una precedente interrogazione del 31 maggio 2006, alla Camera dei deputati, cui ha risposto il Vicepresidente del Consiglio dei ministri on. Rutelli. Ciò dimostra che dunque anche il vice premier era a conoscenza della questione. Sempre l'interrogazione di luglio fa riferimento disponibilità di massima che il governo precedente aveva dato a questa concessione, "a condizione che l'operazione venga formalizzata con un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i costi; un piano che si rende necessario, perché l'attività deve coinvolgere tutti i livelli, innanzitutto gli enti territoriali, perché ne sia informata ovviamente la popolazione locale, oltre che il Governo della Repubblica, perché si possa pervenire ad una soluzione condivisa sul progetto" . Si parla dunque di un coinvolgimento a più livelli. Sempre nella interrogazione di luglio, VERZASCHI, sottosegretario di Stato per la difesa, dice chiaramente che "IL TEMA IN OGGETTO È SOTTO IL CONTROLLO DEL MINISTERO E SOPRATTUTTO DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA". Molti sono i resoconti di interrogazioni parlamentari in merito all'ampliamento della base. Sono così tanti che questa volta Prodi non può assolutamente dire "non sapevo. Altrimenti mentirebbe alla nazione, ai suoi alleati, oltre che a se stesso. Un saluto. Max
 
 
HO.PERSO.LA.DENTIERA
HO.PERSO.LA.DENTIERA il 19/01/07 alle 14:53 via WEB
Bè, la mia opinione personale in merito alle dichiarazioni di Prodi sulla vicenda della base USA, converge con la tua e l'ho già espressa nei commenti al post 62. Il tuo commento aggiunge delle informazioni interessanti a fronte delle quali credo sia innegabile il disagio del Presidente del Consiglio rispetto ad alcune componenti della sua maggioranza. Definire la questione una "Questione locale" è ridicolo. Meno ridicolo è constatare le lotte intestine che sono all'interno di chi è al governo, a maggior ragione se si considera la delusione, non di chi ha un diverso orientamento politico, ma del loro stesso elettorato.
 
HO.PERSO.LA.DENTIERA
HO.PERSO.LA.DENTIERA il 19/01/07 alle 14:57 via WEB
Ah dimenticavo..non è un caso se oggi si trovino in contrasto sulla vicenda "Base Usa"..è solo perchè nel conclave non avevano voluto affrontare gli altri nodi..che prima o poi verranno al pettine.
 
 
a_tiv
a_tiv il 19/01/07 alle 15:59 via WEB
Se avranno modo di affrontarli gli altri nodi! Per come sale la polemica nella maggioranza e l'atteggiamento a ritroso di Prodi. Se ci fosse dignità, e se il Presidente della Repubblica dovesse avere la forza di inchiodare il governo alle sue responsabilità, ed impedire indecenti bizantinismi che ci farebbero perdere la faccia in campo internazionale, il Governo dovrebbe cadere. E' un Governo questo che non rappresenta la maggioranza del paese. E' un Governo che non mantiene gli impegni. E' una maggioranza composita i cui orientamenti sono maggiormente divergenti rispetto al confronto tra la parte moderata della maggioranza e l'opposizione. Prodi si mostra un giocoliere, un illusionista, un venditore di fumo, un pericoloso mistificatore,un ambulante dalle tre carte: carta che vince e carta che perde. Un uomo non dissimile da quello già conosciuto durante la precedente esperienza governativa, da presidente dell'Iri, da fondatore di Nomisma, da inquisito e sottosposto ad interrogatorio da Di pietro, da Presidente della Commissione europea. Non si era mai visto raccogliere le firme in Parlamento, contro il Presidente del Consiglio, dalla stessa maggioranza che gli ha riposto la fiducia! Napolitano...se ci sei batti un colpo!
 
dream3r86
dream3r86 il 19/01/07 alle 15:35 via WEB
Sottoscrivo tutto il contenuto del post...semplicemente e vi invito a visitare questo permalink dove magari trovate un post interessante da inserire qui(attenzione, dovreste leggere il post fino alla fine per capire bene di cosa parla) grazie anticipatamente per la considerazione ecco il link: http://blog.libero.it/dream3r/2176812.html
 
Dike_vendicatrice
Dike_vendicatrice il 19/01/07 alle 15:44 via WEB
Buongiorno a tutti e scusate se non posso essere presente che ad intermittenza, ma il lavoro non me lo consente. Volevo solo precisare che con questo post non volevo minimamente mettere in discussione le opinioni di chi è contrario all’ampliamento della base o, all’opposto, le opinioni di chi ne è favorevole. Volevo solo evidenziare come il “sì” del governo sia stato pronunciato a bassa voce da Prodi. Il premier non ha avuto il coraggio di dire: “dico sì perché è giusto”, oppure “dico no perché non è giusto”. Si è limitato a dire “sì”, adducendo però a giustificazione della sua decisione delle motivazioni inconcludenti che offendono l’intelligenza dell’opinione pubblica e particolarmente di chi ha sostenuto questo governo, che ora pare disattendere i propri programmi elettorali in politica estera. L’ampliamento della base non era un segreto di cui il nuovo governo era all’oscuro, e vi sono documenti ufficiali, quali sono appunto i resoconti stenografici, ma anche i testi integrali delle sedute delle interrogazioni, che sono pure più completi. L’ampliamento della base non è una questione urbanistica, che può essere demandata ad un sindaco. Adesso Prodi deve dimostrare se ritorna sui suoi passi perdendo credibilità a livello interno ed internazionale, oppure se resta per il sì, ma con il rischio che la sinistra estrema non gli dia appoggio per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Un caro saluto a tutti
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 19/01/07 alle 18:40 via WEB
Forse ha influito molto l'accusa di antiamericanismo mossagli da Berlusconi. Forse il poco prode Prodi (si, lo so, è cacofonico ma ci sta bene) ha pensato: "Io sarei antiamericano? Adesso gliela faccio vedere io a quel Berlusconi! Questa base s'ha da fare, ad ogni costo ed alla faccia di Diliberto & Co. E così il nostro eroe si sta scavando la fossa da solo anche se cerca di minimizzare e ridurre tutto ad una questione locale. Come se la Difesa riguardasse il presidente della circoscrizione in cui ricade l'aereoporto Dal Molin! La vecchia arte di arrampicarsi sugli specchi è sempre in auge. Ciao Dike e, di nuovo, complimenti per il post. Pierluigi
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/07 alle 21:07 via WEB
La sinistra radicale è stata la stampella di Prodi in più occasioni, ma ora ne è diventata la serpe in seno. La pedalata è tutta in salita, e la discesa è senza freni. Andrea
 
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