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La religione, la secolarizzazione, il laicismo

Post n°266 pubblicato il 26 Settembre 2007 da redazione_blog
 

Leggo su l’Occidentale un articolo
“Il Dio dell'Occidente non ha fallito”, estremamente stimolante in cui, tra le altre affermazioni, Robert Royal intervistato da Emiliano Stornelli alla domanda:

Che direbbe a quanti fanno professione di laicismo?   Risponde:

"
Direi, anzitutto, di distinguere tra religiosità e religione organizzata. E’ vero che da parte di quest’ultima - e cioè delle istituzioni, della gerarchia e della Chiesa nel suo complesso - sono stati commessi molti peccati nel corso della storia, ma non per questo deve essere oggetto di attacco il senso religioso consustanziale alla natura di ogni uomo. L’uomo è un animale religioso, in tutti i sensi, che sia con Dio che sia senza, o addirittura contro. E abbiamo visto nel secolo scorso di cosa sono state capaci le religioni organizzate che hanno rimpiazzato Dio con la ragione assoluta e l’ideologia. "


Condivido l’affermazione di Robert Royal, nel senso che l’uomo è un essere essenzialmente spirituale e che questa caratteristica connaturata nell’uomo non vada confusa con la religione organizzata;
una ulteriore distinzione andrebbe fatta tra le Sacre Scritture quali ad esempio la Bibbia, i Vangeli, il Kitab-i- Aqdas e le interpretazioni e le azioni conseguenti dei teologi e dei capi religiosi;
meriterebbe un approfondimento ulteriore il raffronto tra l’influenza delle religioni nei primi secoli della loro nascita e lo stato dell’influenza nella contemporaneità.


L’articolo è estremamente interessante per gli spunti di riflessione e condivisione che stimola, ne consiglio la lettura a chi è interessato a questi temi.

scritto da: Salvatore Fozzi su unsolopaese  

http://www.unsolopaese.blogspot.com

Commenti al Post:
duca2801
duca2801 il 27/09/07 alle 18:53 via WEB
"Condivido l’affermazione di Robert Royal, nel senso che l’uomo è un essere essenzialmente spirituale e che questa caratteristica connaturata nell’uomo non vada confusa con la religione organizzata". Condivido la tua affermazione che "l'uomo è esenzialmente spirituale", ma non credo sia questo il concetto espresso da Royal. Egli parla di religiosità, cosa leggermente distinta dalla spirtualità. Salvo che tu, come accade nell'accezione più comune, non fai combaciare, nella spiritualità anche religione e religiosità. Non scrivo per fare il sofista, ma perchè ritengo, fermamente e per convinzione dettata da ragionamenti e riflessioni personali, che si possa essere profondamente spirituali e non religioso. Sulla religione organizzata è meglio che non apra bocca, altrimenti andiamo a finireballe calende greche! Ciao.
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/09/07 alle 21:24 via WEB
Al di là dell'apparente sofismo, la distinzione e l'intervento di duca2801 consentono invece di allargare i possibili orizzonti di discussione di questo post. Salvatore fa equivalere religiosità e spiritualità, concludendo dunque che essa (non esse)sia una caratteristica connaturale all'uomo. Duca distingue giustamente la religiosità dalla spiritualità, ritenendo la seconda connaturata all'uomo, mentre non so come lui si ponga rispetto alla prima. Il mio punto di vista a riguardo è che la religiosità sia insita nell'essere umano. Ne è riprova il fatto che testimonianze di rituali divini siano state fatte risalire addirittura a 300.000 anni fa. In materia di spiritualità so ben poco, ho letto tuttavia che il cervello umano sarebbe geneticamente configurato anche per esperienze di questo tipo. In sostanza pare che durante i momenti di concentrazione assoluta sull'interiorità, una parte del nostro cervello verrebbe attivata all'ennesima potenza, mandando in stand-by quelle zone cerebrali deputate alla coscienza del nostro corpo inserito in un contesto spazio/temporale.
P.S. Salvatore Fozzi appartiene ad un'altra piattaforma di blogging, e per quanto io lo abbia avvisato della data di pubblicazione del suo post, è probabile che non riesca ad intervenire in tempo reale sui nostri commenti.
 
 
morton0
morton0 il 27/09/07 alle 22:06 via WEB
Religiosità e spiritualità ... Senso religioso popolare e gerarchie ecclesiastiche isituzionali ... La storia della religione, almeno della nostra, è da sempre caratterizzata dall'oscillazione, a volte contrastante, a volte armoniosa, tra questi due elementi fondanti. La religione, qualsiasi religione, da sempre si è alimentata di riti; ma un conto è parlare di riti che fanno parte del comune senso religioso, che è una commisitione di genuina spontaneità mistica e di immaginario a volte saturo di superstizione, un conto è parlare di sistemi rituali codificati, di cerimoniali e di procedure che spesso tradiscono la sostanza per abbandonarsi ad un formalismo esteriore, che a volte allontana l'uomo da qualsiasi tensione spirituale e dalla ricerca del significato. L'ipocrisia del precetto difficilmente si coniuga con la sincerità e la genuinità della religione accolta dentro, vissuta nella sua dimensione più vera, e forse, anche per questo, più sofferta perchè permeabile al dubbio e all'incertezza, ma per questo più forte e sincera. Il portamento fiero e composto dei monaci buddisti di questi giorni ci sta dicendo qualcosa che va in questa direzione ...
 
 
duca2801
duca2801 il 28/09/07 alle 09:22 via WEB
Il mio punto di vista a riguardo è che la religiosità sia insita nell'essere umano. e poi Ne è riprova il fatto che testimonianze di rituali divini siano state fatte risalire addirittura a 300.000 anni fa. Concordo in pieno con queste affermazione, ma penso che ponendosi il "perchè" delle o sulle cose,si possa,poi, avere la differenza. L'uomo ha sempre "rincorso" una qualche divinità. Perchè? Forse la paura ancestrale di non essere immortale o di aver perso la sua immortalità? La danza della pioggia degli indiani americani, i riti per un buon raccolto, i sacrifici per ingraziarsi una divinità, l'osservare i comandamenti (esistenti in quasi tutte le religioni), non sono, forse, un modo per apparire buono agli occhi di un DIO e recuperare l'immortalità persa? Questa ritengo sia la religiosità. La religione, poi, credo sia ancora cosa diversa. Un esempio. Nella religione cattolica la morte è descritta come un ricongiungimento alla "Luce". Ma l'accesso alla "Luce", dipende dalla religiosità del soggetto. Ossia dal modo comportamentale che l'individuo ha avuto nella vita terrena. E veniva al punto: la spirtualità. Per me spirtualità è la sensibilità più o meno profonda che nasce con un soggetto e muore con lui. Qualcosa che astrae dalla materialità di cui può essere "costruita" la religione prima e la religiosità dopo. La religione un insieme di norme comportamentali. La religiosità è l'adatamento a queste norme. La spiritualità è qualcosa che va di là dello stesso essere umano. Perchè io poeta, tu scrittore, l'altro scultore, l'altro ancora pittore. Perchè io, al di la della volonta,posso avre la spiritualità di avere percezioni su accadimenti futuri?
 
venere_891
venere_891 il 27/09/07 alle 21:40 via WEB
Un messaggio sta circolando in queste ore per sms e sui blog per chiedere a tutti un segno di solidarietà per i monaci buddisti
Una maglietta rossa per la Birmania

"In tutto il mondo, venerdì 28"
Nastri rossi, gialli e ocra stamane alla stazione Leopolda di Firenze Sit-in di Amnesty International domani e sabato a Roma e Milano.
 
carlo_free
carlo_free il 28/09/07 alle 06:11 via WEB
Un giusto processo per Carlo Parlanti! Partecipa all'iniziativa promossa nel blog carlo_free.
C'è bisogno anche di te. Un minuto del tuo tempo che può valere una vita. Grazie!
 
perdiamocidiv
perdiamocidiv il 29/09/07 alle 00:42 via WEB
Di religione, e spiritualità ne parliamo spesso io credente,cattolica, ma non praticante, e con qualche dubbio che ogni tanto mi assale..e dall'altra un qualsiasi ateo. Riguardo alla religiosità, concordo che tutti i riti più antichi (propiziatori e non )siano stati "costruiti"perchè l'uomo ha anche bisogno di essere guidato, e non accettando la non immortalità si crea un Essere superiore...al quale rivolgersi , al quale chiedere o dal quale essere protetto... la spiritualità fa parte di ogni essere umano,buono o meno buono che sia...e ognuno di noi la vive in modo "personale"...La religione è un insieme di dogmi, regole, (alcuni dogmi non li condivido)ed è legata anche all'assolvere i suoi riti, le sue funzioni, e nell'osservare i comandamenti, salvo poi pentirsi se si "cade"nel peccato... Paradossalmente ho trovato proprio nelle persone cosiddette atee o laiche , il rispetto assoluto per la vita e per il creato, e la vera comprensione, non tolleranza, (parola che non mi piace per niente ed è comunemente usata spesso) e mi soffermo a pensare sorridendo a quel Dio Grande nel quale credo (può essere anche un'energia !)e che spesso viene sminuito proprio da chi asserisce di servirlo!
 
duca2801
duca2801 il 29/09/07 alle 08:25 via WEB
Ciao PERDIAMOCIDIV ho fatto la tua stessa esperienza. Ho conosciuto una persona atea la sua squisitezza, eleganza, tolleranza, rispetto erano unici. Peccato che ora è morto....una persona che non dimenticherò mai. Immagina che aveva una cultura di gran lunga superiore alla media. Professore universitario, Preside di facoltà, uno tra i migliori 7 costruttori di ponti in in Italia...trattava l'ultimo degli ignoranti alla sua pari. Che uomo ho perso! Un cordiale saluto da Duca2801
 
 
perdiamocidiv
perdiamocidiv il 29/09/07 alle 14:59 via WEB
Mi spiace per la perdita del tuo caro amico, indubbiamente la presenza tangibile , fisica manca...ma credo che come accade un pò a me con mia mamma, a volte sorrido e le parlo (mentalmente)come se lei fosse qui perchè so già cosa risponderebbe... un saluto a te Duca
 
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