Creato da redazione_blog il 10/12/2006

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I retroscena del caso Mancini: il primo blogger condannato in Italia per diffamazione

Il caso Roberto Mancini: il blogger non è responsabile dei commenti altrui, ma forse questa vicenda insegna di più.

 

I

fatti risalgono al 2005 quando, dal blog “Il bolscevico stanco” residente sulla piattaforma Blogspot (oggi Blogger) di proprietà Google, un anonimo blogger valdostano, utilizzando il nickname ”Generale Zhucov” cominciò a lanciare strali contro  politici e giornalisti della sua regione, suscitando le ire dei malcapitati protagonisti dei suoi post.
In breve tempo il blog registrò 80.000 accessi giungendo però agli onori della cronaca solo quando, nel maggio del 2006, in seguito a quattro querele per diffamazione sporte da altrettanti giornalisti ed una denuncia presentata dal proprietario di un sito web, il tribunale di Aosta pronunciò la prima condanna italiana per diffamazione a mezzo blog.
Si era scoperto che, sotto lo pseudonimo “Generale Zhuvoc”,  si nascondeva in realtà Roberto Mancini, giornalista pubblicista valdostano che, in relazione al contenuto di suoi due post, fu condannato in primo grado al pagamento di una multa di 3 mila euro più le spese processuali ed una previsionale dell’importo di 1500 euro per ciascuna delle parti offese. Nel corso dell’indagine era stato sequestrato il computer personale del Mancini, rinvenendovi materiale riconducibile alla redazione del blog “Il bolscevico stanco” nonché documenti riguardanti alcuni iscritti all’ordine valdostano dei giornalisti di cui il Mancini era stato vice-presidente. La condanna fu tuttavia relativa al ruolo di blogger del Mancini e non già alla sua professione di giornalista, dal momento che anche i blogger possono essere responsabili di diffamazione, con in più l’aggravante dell’uso di internet che è da tempo considerato “mezzo di pubblicità”.
Per quanto la multa inflitta dal tribunale di  Aosta fosse stata “leggera” (tenuto conto che i risarcimenti per le cause di diffamazione partono in genere da 5.000 euro), il caso ebbe immediatamente vasta eco sia sui media tradizionali sia nel mondo dei blogger, soprattutto in relazione al fatto che il Mancini, oltre ad essere ritenuto responsabile di diffamazione per quanto direttamente scritto nel proprio blog, fu altresì riconosciuto responsabile di “omesso controllo” in relazione ai commenti pubblicati dai propri lettori. Si parlò, a riguardo, di assimilazione della figura del  blogger a quella del direttore di giornale, creando un pericoloso precedente che valse a Roberto Mancini la solidarietà dell’intera blogosfera e fra gli altri anche di Reporters sans frontieres.

A distanza di quattro anni la Corte di Appello di Torino ha riformato la sentenza di primo grado, confermando la condanna per diffamazione, riducendone la pena all’importo di 1000 euro, ma soprattutto, sancendo in modo inequivocabile che il blogger non possa essere ritenuto responsabile dei commenti altrui pur essendo nella condizione di poterli cancellare.
In attesa di leggere le motivazioni della sentenza e comprendere sino a che punto ed in quali termini possa valere la irresponsabilità del blogger per omesso controllo (e penso soprattutto ai blog moderati), la mia attenzione sul caso Mancini si sposta all’antefatto delle querele e ciò in relazione a quanto ho appreso leggendo le 111 pagine delle motivazioni alla sentenza Vividown, quella che ha comportato la condanna di alcuni dirigenti di Google in relazione alla presenza, su You Tube, di un video pesantemente lesivo della dignità di un ragazzino down.

Le 111 pagine redatte dal giudice Oscar Magi testimoniano infatti una politica inaccettabile da parte di Google con riferimento ai casi di diffamazione a mezzo internet, dimostrando che,  prima ancora di sporgere querela contro il gestore del blog “Il bolscevico stanco”, i legali di qualcuno tra i quattro giornalisti diffamati, avevano richiesto inutilmente allo stesso Google (proprietario della piattaforma Blogger), la rimozione dei contenuti diffamatori.
Gli stessi consulenti legali di Google, nelle mail scambiatesi con gli addetti al controllo dei contenuti, avevano ravvisato nei post pubblicati dal Mancini un contenuto palesemente diffamatorio, ma, ciò nonostante, lo Staff di Google aveva reagito con atteggiamenti di chiusura e con risposte pretestuose.
Si richiedeva in sostanza che il carattere diffamatorio dei contenuti per i quali veniva chiesta la rimozione, fosse dimostrato dalla presenza di una sentenza di tribunale e ciò, in aperto contrasto con la disciplina vigente nel nostro Paese, secondo la quale gli hosting provider sono tenuti alla rimozione dei presunti contenuti illeciti, semplicemente previo segnalazione degli stessi.
In quest’ottica potrebbe quindi accadere che persone comuni, pesantemente diffamate, messe alla berlina attraverso internet o fatte oggetto di cyberstalking,  in un momento di fragilità psicologica ed a fronte del muro opposto dai provider stranieri, commettano sciocchezze su se stessi in attesa che qualcuno si degni di rimovere i contenuti offensivi e molesti nei loro confronti.
Vi invito a cliccare i link inseriti nel post per leggere gli stralci della motivazione alla sentenza Vividown,  avvertendovi che la condotta seguita nel 2006 da Google è in realtà comune, ancora oggi, ad altri hosting provider stranieri, salvo quando il malcapitato possa vantare ruoli e/o conoscenze tali da ottenere immediata soddisfazione e mi riferisco ad es. al caso dello stesso giudice Oscar Magi che, successivamente alla pronuncia della sentenza Vividown è stato fatto oggetto di messaggi intimidatori mediante il suo profilo sul social network Facebook.
Oscar Magi ha infatti dichiarato:” mi sono arrivate centinaia di lettere offensive di protesta e soprattutto di minaccia. Su alcune ho dovuto addirittura chiedere l’intervento dei gestori della piattaforma, segnalando l’esistenza di persone minacciose”.
Oscar Magi ha quindi richiesto l’intervento su “lettere”; presumibilmente dunque su “messaggi privati” spediti attraverso il sistema di messaggistica interna presente su Facebook. Presumo altresì che abbia ricevuto soddisfazione. Non altrettanto accade sistematicamente ai comuni mortali quando, i contenuti diffamatori e/o molesti, siano pubblicati sui social network e sulle piattaforme blog di proprietà di hosting stranieri.

Link1 - Link 2 - Link3 - Link4 -

Morale della favola: meglio essere iscritti ad una community nostrana che risponde in forma umana e non già attraverso bot alle nostre segnalazioni di abuso che dover scannerizzare copie delle nostre querele ai provider stranieri per poter ricevere un minimo di tutela o peggio ancora commettere una sciocchezza per la vergogna delle cose scritte nei nostri confronti in attesa che qualcuno si decida a rimuoverle.
Morale della favola due: se questi provider vogliono fornire servizi in Italia, si attengano alla nostra legislazione non accampando la localizzazione negli USA dei propri server.

 

P.S Nei prossimi giorni pubblicherò un post sulla sentenza Vividown, nel quale leggerete le cose che nessuno vi ha detto.

 

Commenti al Post:
semprepazza
semprepazza il 27/04/10 alle 15:01 via WEB
E' sicuramente un discorso giuridicamente molto complesso, perchè manca una legislazione specifica e perchè, senza l'intervento della Polizia Postale, è alquanto improbabile risalire ai dati personali di un blogger dal momento che sono ammesse iscrizioni fittizie. Questo, in linea di massima, non dovrebbe giustificare lo stalking virtuale, che è fastidioso come ogni forma di accanimento di altro tipo ed offende in modo illegale. Gli escamotage ovviamente si trovano e affidarsi a providere stranieri agevola comportamenti scorretti ed illegali. Mi auguro però che la sentenza che hai citato costituisca almeno un inizio dia ttenzione che il problema di una "educazione virtuale" merita, spesso disattesa e ritenuta di poca importanza in una società virtuale ormai diffusissima.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 15:12 via WEB
Diana, esistono due problemi. Uno riguarda l'identificazione dei gestori di blog in caso di querela per diffamazione o denunce per cyberstalking. Su ordine del P.M i provider sono tenuti a fornire le notizie richieste dagli inquirenti, per quanto spesso le querele presentate rimangano a sonnecchiare troppo tempo. Il secondo problema riguarda la rimozione dei contenuti diffamatori. La direttiva sul commercio elettronico sancisce che a fronte di una segnalazione di presunti materiali illeciti, per non incorrere nella propria responsabilità concorrente, i provider siano tenuti a rimuovere il materiale incriminato. Bè i link da me postati, quanto da me scritto nel post ed altre notizie da me attinte in rete dimostrano che i provider stranieri, in questi casi, alzano un muro inaccettabile, rifiutandosi di rimuovere i contenuti molesti e/o diffamatori.
 
semprepazza
semprepazza il 27/04/10 alle 15:02 via WEB
...e grazie della gif... ^__^
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 15:12 via WEB
Di nulla :-)
 
avvbia
avvbia il 27/04/10 alle 15:03 via WEB
Grazie del ocnsiglio di leggerti ross. Io sono del parere che in rete sopratutto(ma anche nella vita forse..) non si debba nè iniguriare,nè denigrare,nè attaccare gl altri. E così ho improntato la mia presenza in comm. E sono contento. Certo qualcnuo ha equivocato ma non è colpa mia.. Leggerò dopo TUTTO il tuo post. Qui dico solo che se uno si comporta BENE non gli succede nulla. ciao. gino
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 15:07 via WEB
Magari fosse così Gino. Talvolta si è molestati e diffamati da gente che non conosciamo e con la quale non abbiamo mai avuto a che fare.
 
   
madrion_2008
madrion_2008 il 28/04/10 alle 10:23 via WEB
Giusto,IO NON CREDO DI ESSERMI COMPORTATA MALE NEI CONFRONTI DI ALCUN UTENTE DI LIBERO,EPPURE.........! ROSS,GRAZIE PER LA MELAFIRMA E BUONA GIORNATA. :))
 
     
redazione_blog
redazione_blog il 28/04/10 alle 12:54 via WEB
La tua è una situazione che ha dell'assurdo. Si vuole fare pagare a te lo scotto di come sono impostati gli algoritmi delle classifiche di Libero. Tu hai impostato legittimamente il tuo blog come luogo di incontro di una allegra brigata, nel quale per forza di cose i post sono tanti, le visite altrettanto ed i commenti provengono da nick plurimi. Questo ti porta facilmente a salire secondo gli algoritmi di Libero. Già a Dicembre, se non sbaglio sul blog di romolor, scrissi (e so che mi hai letta) che è pienamente legittimo impostare il proprio blog come si desidera, anche come una microchat per un gruppo di amici. Chi colpisce te (e preferisco non fare nomi perchè non ho le prove)dovrebbe in primo luogo avere la coscienza di guardare il proprio operato, fatto di post copiati altrove e di commenti che hanno l'aria di essere tutti finti ed in secondo luogo se proprio vuol prendersela con qualcuno farebbe bene a prendersela con gli algoritmi di Libero chiedendo che essi diano visibilità, con equilibrio, a tutte le tipologie di blog, un pò come feci io a dicembre. In tutto questo io credo che tu abbia però commesso un piccolo errore nei confronti di una terza persona incolpevole, ma di questo, se ti va, è più giusto parlarne in privato. Non amo utilizzare i blog per citare con tanto di nomi i protagonisti di piccole incomprensioni che possono essere facilmente risolte. Per la firma è stato un piacere, se dai un'occhiata a quella di volareliberi e ti piace di più posso realizzarla anche in quel modo. A presto. Ross
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 15:14 via WEB
Se qualcuno dovesse aver ricevuto segnalazione di questo post pur non essendo tra i miei amici, mi scuso a priori, ma credo che vi sia un problema tecnico da parte di Libero, visto che la segnalazione del post Libero l'ha mandata addirittura a me che l'ho scritto. Ross
 
fatamatta_2008
fatamatta_2008 il 27/04/10 alle 15:26 via WEB
Ciao Ross..come sempre grazie per le notizie importanti di cui ti occupi e sulle quali ci informi lilly
 
makavelika
makavelika il 27/04/10 alle 15:42 via WEB
Te ne devo raccontare una che mi è capitata la settimana scorsa. Tema: gli "addetti ai lavori" che ti invitano a NON SEGNALARE profili contenenti immagini pedopornografiche perchè altrimenti "vengono cancellati e poi non si riesce più a risalire alla fonte". M'è venuto da piangere.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 15:48 via WEB
 
   
makavelika
makavelika il 27/04/10 alle 16:03 via WEB
tristezza
 
     
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 16:08 via WEB
e mancata attenzione e reazione da parte nostra su quello che accade in giro per il web, soprattutto quando si ha a che fare con referenti stranieri.
 
lolita_72gc
lolita_72gc il 27/04/10 alle 15:48 via WEB
Questa notizia e' molto importante e faraì' da monito ad altrettante persone che pensano di fare le furbe stando dietro un monitor, vomitando di tutto abusando della tastiera,illudendosi che non possono essere perseguitati. Ma si sbagliano pero'....... Io ho due amici che hanno intrapreso un azione legale di denuncia cautelativa nei confronti di un utente reo di aver ingiuriato, calunniato e offeso in modo recidivo e reiterato nel corso della permanenza su questo sito, andando oltre, con insulti gravi ripetuti e quindi giustamente, spero paghi per la sua condotta grave che ha violato i regolamenti del codice penale. Bisogna agire e non subire.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 15:59 via WEB
In realtà questa relativa al blog Il bolscevico stanco è stata la prima condanna in Italia di un blogger per diffamazione. Ma dal 2006 ce ne sono state molte altre.
 
splendida14
splendida14 il 27/04/10 alle 16:21 via WEB
Come mi conoscete sembro ribelle , ma molto timorosa .... vorrei avere con ceretta posso prelevare qui blocco calamaio le foto . ho provata a prenderne una l'orologio avevo timore , di qualche ....se non vi dispiace datemi la conferma , o si o no . sto tranquilla .grazie sery
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 16:26 via WEB
Certo Sery, puoi prendere gli orologi che ti piacciono. Li ho messi a vostra disposizione sul sito di Blog Penna Calamaio insieme ad altre risorse.
 
   
splendidifiori
splendidifiori il 27/04/10 alle 16:55 via WEB
GRAZIE SEI MOLTO GENTILE SERY
 
ferrarazzo
ferrarazzo il 27/04/10 alle 16:31 via WEB
Ciao Ross,ti ringrazio per questo post veramente molto interessante. Purtroppo ho provato sulla mia pelle, in questi due mesi, cosa possa scatenarsi in questo mondo virtuale, ma pur sempre reale, ed avendo un nick pubblico la cosa è anche più diretta...Mi chiedo alla fine cosa venga in tasca a coloro che diffamano, insultano, attribuiscono ad altri subdole azioni ( magari essendo loro stessi gli artefici degli inganni), me lo sono chiesto...Può essere che per un po' di celebrità e qualche visita in più debbano scatenare cordate con profili che abboccano e che con una catena di S. Antonio debbano gettare la croce addosso ad ignari profili? Io non riesco a farmene una ragione...non capisco proprio...e se mi avessero detto che si possano scatenare queste azioni, anche così violente, non lo avrei creduto..L'ultima che mi è capitata: per taluni, senza ombra di dubbio sono psicologiaforense....dimmi tu. Abbiamo punti di vista politici differenti, un modo di pensare e scrivere diverso, caratteristiche dei blog dissimili eppure taluni se ne sono convinti...e ieri c'era la processione di profili da me per vedere le foto, per poter guardare in faccia la "famosa psico"... Ma si rendono conto delle cantonate che prendono? Avevi ragione. Quando poi sono smascherati, fanno finta di nulla e non danno spiegazioni oppure rincarano la dose, intanto qualcuno dovrà pur essere responsabile ... Un caro saluto.:-)
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 16:42 via WEB
Cristina, ne ho vissute sulla mia pelle di tutti i generi quindi posso capirti. Sinceramente però credo debba importarci poco ciò che passa nella testa di chi assume certi comportamenti. Io penso ci si debba adoperare in modo serio per portare queste problematiche all'attenzione del legislatore onde ottenere degli strumenti di intervento più rapidi di quelli attuali. Mi risulta ad es. che presso la procura di Torino sia stato creato un pool di magistrati appositamente deputati ad indagare sui casi di cyberstalking. La frequenza di certe situazioni sul web è diventata esponenziale e non è concepible che queste situazioni siano deputate a quei membri della polizia postale che hanno già il compito di indagare su tantissimi altri reati commessi a mezzo internet, primo tra tutti quello di pedofilia. Occorre un aumento degli uomini in campo perchè la mole di lavoro da smaltire non si traduca nell'impuntità di certa gente che delinque utilizzando il web. Occorre altresì che i Governi sappiano puntare i piedi verso i providers stranieri. Chi opera in Europa con i propri servizi deve essere rispettoso della disciplina vigente in Europa.
 
ferrarazzo
ferrarazzo il 27/04/10 alle 17:14 via WEB
Per motivi di studio mi sto occupando in parte di questi aspetti pur essendo negata dal punto di vista tecnico ed operativo.. Un mio docente di "informazione multimediale integrata" ci sta mettendo in rilevo varie problematiche. Siamo in una fase di transizione complessa. Se da un lato ci sarà il ridimensionamento drastico della gratuità dei servizi ( e mi ricollego al tuo post precedente), per arginare in parte il fenomeno dello cyberstalking ed azioni "delittuose" di vario genere, dovranno essere attuate delle politiche di maggior controllo dell'uso del web creando piattaforme che non interfaccino il mondo ma solo gruppi più ristretti,con la possibilità di dialogare con gli altri,( il resto del mondo) in apposite sezioni. La filosofia di base del web.2.0 si modifica.. Alcuni stanno già gridando alla mancata libertà di accesso alla rete ma come sottolineavi giustamente tu, chi può controllare questo fenomeno enorme? In teoria nel web 2.0 è la community stessa che ha un feedback interattivo e dunque, certi comportamenti scorretti dovrebbero essere "espulsi" automaticamente o quasi. Ma come tu sai non avviene così perchè, per ora, grazie a provider internazionali si possono perpetrare veri crimini e la Polizia Postale può solo agire per rogatoria che deve essere autorizzata da un giudice...In un certo senso si sta arrivando ad una schizofrenia dell'uso che è diventato in alcuni casi un abuso...Penso che anche Libero dovrà limitare la possibilità ad esempio di creare nick praticamente all'infinito altrimenti arriverà ad una congestione della piattaforma ed all'impossibilità di controllare e gestire il servizio stesso..La maggior responsabilizzazione ed il fatto di sapere che più di un certo numero di profili non si possono creare, già di per sè rende meno attuabile il desiderio ad esempio, di fare i troll...certo che dopo anni di gratuità totale, di possibilità di scaricare gratis qualsiasi cosa dalla rete, il dover limitare questo andamento verrà visto come un elemento di mancata democrazia e di censura ma non credo si possa prescindere da un restringimento delle maglie per poter tutelare i fruitori stessi.A livello europeo si sta cercando di valorizzare anche il cd diritto d'autore ma anche in questo caso non è così semplice arginare i vari abusi. La tematica è seria ed in questo periodo mi sembra veramente al centro dell'attenzione e del dibattito interno fra gli addetti ai lavori.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 17:30 via WEB
A mio parere la soluzione è molto più semplice. Ribadiamo da anni che nel web non esiste anonimato, poichè i nostri movimenti in rete lasciano tracce ed i nostri dati possono essere richiesti dalla magistratura a fini di indagine. Relativamente ai servizi internt messi a disposizione da provider locali, sarebbe sufficiente estendere gli obblighi già previsti in materia di siti. Quando giriamo per strada, ognuno di noi ha l'obbligo di portare con sè de documenti di identità e di esibirli su richiesta delle autorità preposte. Altrettanto dovrebbe avvenire sul web. Io ho un mio dominio internet. Per aprirlo è obbligatorio lasciare i propri dati anagrafici reali che vengono riuniti in un cd. "Who is", accessibile sia a terzi sia alle autorità. Con modestissime somme annuali (dell'importo di pochi euro) si può poi ottenere l'anonimizzazione), come nel mio caso. Ovvero i miei dati anagrafici non sono visibili a terzi ma sono comunque disponibili per controlli dell'autorità competente, relativamente alla mia attività sul dominio di mia proprietà. Lo stesso principio dovrebbe essere applicato sui blog e socialnetwork. Rimarrrebbe salvaguardata la possibilità di agire attraverso un nickname ma sarebbe estremamente più facile risalire agli autori di reati su internet. Per quanto concerne invece i servizi offerti da provider stranieri, ribadisco che se la Cina sa puntare i piedi contro Google (per scopi meno onorevoli), analogamente i governi europei dovrebbero pretende che chi opera in Europa rispetti le disposizioni di legge europee. Vedi lettera dei garanti per la privacy a Google.
 
shardana0
shardana0 il 27/04/10 alle 20:00 via WEB
Ciao Ross, ho letto con attenzione ma per scaramanzia non commento la sentenza, anche se la vicenda che tu conosci è molto diversa… comunque dopo il giorno 11 maggio scriverò anche io qualcosa che chiarisca, almeno in parte, il problema della diffamazione a mezzo internet. Un salutone
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 20:13 via WEB
Accetto il tuo silenzio Tony e dopo l'11 Maggio spero di avere anche io tanto da dire, o meglio da scrivere. ;-)
 
giulia_770.it
giulia_770.it il 27/04/10 alle 20:27 via WEB
Grazie!
 
avvbia
avvbia il 27/04/10 alle 21:35 via WEB
Si ross:ho letto la tua rispsota. Io andavo più in là: Volevo intender che se mi comporto bene in rete(e mi comporto bene,credimi) nessuno può farmi nulla. Nessuno. Se qualcuno si comporta male o mi attacca allora le sue parole ritornano indietro come boomerang.non mi tangono. non mi danno neppure fastidio. Questo intendevo dire. Si noi nn siamo amci pur avnedo il tuo blog come amico ed a me è pervenuto il mess. del tuo psot. Ma sai che ti dico: Meglio! ciao adesso. gino
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 22:42 via WEB
L'avevo intuito Gino che c'era stato qualche disguido tecnico col segnala post. Non tutto il male viene per nuocere. Mi ha fatto piacere averti qui. Ross
 
hengel0
hengel0 il 27/04/10 alle 21:37 via WEB
Ciao Ros leggendo sembra un incubo, un incubo reale purtroppo, da 5 anni sono qui e ne ho viste di tutti i colori, tuttora nei blog si stanno scannando vivi, per un abbassamento delle stelline ai video, o per incomprensioni che non anno poi tutto il peso che dovrebbero , è che tristemente le persone si sentono frustrate ,ecco che viene usato male cio che dovrebbe essere la vera condivisione, io personalmente non avuto problemi , non do peso se vengo contattata da persone soprattutto sconosciute che scivono in messaggeria, non rispondo e non tornano,tutto qui. Il non dar peso all'attacco ecco che l'attacco si stacca dissolvendosi nell'aria. E' triste leggere certe cose . Ti ringrazio per l'impegno e la disponibilità un abbraccio ..Hengel
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 22:40 via WEB
Purtroppo ci sono persone con le quali non serve ignorare, anche se nella generalità dei casi è proprio quello che si dovrebbe fare ma parliamo di situazioni meno eclatanti che possono rientrare nel semplice trolleggiare. Diffamazione e stalking virtuale ono realtà ben più gravi che integrano comportamenti illeciti e come tali vanno trattate. Ross
 
gattachicca1
gattachicca1 il 27/04/10 alle 21:39 via WEB
Ciao Ross! non capirò mai a cosda servono queste cose............... =^..^=
 
osskarate_a
osskarate_a il 27/04/10 alle 21:42 via WEB
Ti ringrazio Ross: Andrea!
 
riccardo081257
riccardo081257 il 27/04/10 alle 22:44 via WEB
La Polizia postale forse dovrebbe avere maggiori strumenti per affrontare queste problematiche.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 27/04/10 alle 22:47 via WEB
La Polizia Postale fa un lavoro egregio Riccardo e lo vediamo nell'impegno che dedicano ad affrontare il fenomeno della pedofilia su internet. Credo però che comincino ad essere un pò a corto di organico considerando l'uso diffuso di internet e le varie problematiche delittuose che attraverso i mezzi informatici possono essere realizzate.
 
matrixmi_2007
matrixmi_2007 il 27/04/10 alle 23:22 via WEB
Ciao...grazie per l'info ..buona serata Maurizio
 
stelladanzanteforeve
stelladanzanteforeve il 28/04/10 alle 17:11 via WEB
effettivamente si dovrà arrivare a regolamentare in maniera più sicura gli utenti della rete. Non sarebbe sbagliato come hai giustamente evidenziato tu fornire copia dei propri documenti di identità, se dobbiamo arrivare a tanto per tutelarci ben venga. E' scontato dire che se tutti rispettasse le comuni, elementari e scontate regole imposte dai gestori, il problema non si porrebbe. Attendo il post sulla sentenza di Vividown. Saluti, Marie.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 29/04/10 alle 14:25 via WEB
Probabilemte il mio accostamento ad alcuni potrà risultare eccessivo, ma non lo è concettualmente. Abbiamo tante volte sentito dire, dopo le tristi vicende delle Torri Gemelle che, per assicurare la sicurezza comune si rendeva necessario attenualre alcune nostre libertà. Io dico che fornire obbligatoriamente i propri dati anagrafici all'atto della nostra iscrizione ai tanti servizi internet non equivale ad una schedatura. Perchè se così fosse, tutti i proprietari di domini internet sarebbero già schedati e vittime di censura ideologica. Nella realtà dei fatti mi sembra che non sia così.
 
caterita2008
caterita2008 il 29/04/10 alle 10:23 via WEB
Ciao Ross,credo che una piattaforma come Libero faccia abbastanza per tutelare i propri utenti, ma la prima regola è quella dell'autotutela,ossia mai utilizzare il proprio spazio per attaccare, dileggiare o sproloquiare su qualcuno, la critica, il dissenso ed anche l'ironia rendono un blog interessante e di piacevole lettura, ma bisogna saperlo fare e pochi ne hanno la capacità! Un saluto.
 
 
redazione_blog
redazione_blog il 29/04/10 alle 14:17 via WEB
Rita, a volta non basta utilizzare il proprio spazio in modo corretto. Di norma chi con il proprio blog riesce a convogliare interesse e/o consensi o semplicemente è molto attivo, finisce col ritrovarsi addosso anche invidie malsane di quanti hanno perso la misura del virtuale e soffrono di sensi di inferiorità. Libero tutela gli utenti e posso testimoniarlo in prima persona, finisce però con arenarsi, incolpevolmente, sulle caratteristiche del sistema internet, nel quale gli ip sono prevalentemente dinamici e non possono essere bloccati senza il rischio di bloccare tanti altri utenti incolpevoli e nel quale i nick bannati possono esseri ricreati nl giro di pochi click. Tante volte ho letto nei blog critiche nei confronti di Libero. Vi assicuro che ci sono altre piattaforme (italiane) nelle quali non si riesce a trovare neanche una mail di contatto per parlare con lo staff. Parimenti ci sono piattaforme estere nelle quali vengono bannati i blog per la presenza di foto con due tette o addirittura foto di quadri raffiguranti nudi femminili. Ho fatto più volte delle ricerche a riguardo sulle varie piattaforme e ne ho viste davvero delle belle. Ad es. quella che ho evidenziato in un link nel mio commento di risposta a makavelika.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

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