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Shakerato, non mescolato!

Post n°972 pubblicato il 24 Settembre 2012 da redazione_blog

Un Dry Martini in un´ampia coppa da champagne.

Barman: Oui Monsieur!

Aspetti!
Tre parti di Gordon, una di Vodka e mezza di Kina Lillet.
Shakerato con ghiaccio.
Poi aggiunga una sottile scorza di limone.

Barman: ...va bene, Signore...

 

I

l barman del Casino Royale assunse un'espressione tra il perplesso ed il mortificato nell'accogliere la richiesta di un James Bond più perentorio ed egocentrico che mai.
Ma, del resto, per ogni barman che si rispetti, l'attenzione maniacale che gli amanti dei cocktail hanno per la preparazione della propria bevanda preferita, dovrebbe essere tanto croce quanto delizia, di un'arte che è attenzione del particolare elevata all'ennesima potenza.
Perchè il vero bevitore di cocktail, è il cliente esigente, quello per il quale il Negroni "sbagliato" è un mix per femminucce agghindate, ed un barman che non chieda che tipo di gin utilizzare, commette un vero crimine verso l'umanità.

Un  cocktail non è come un rum, che va bevuto nature perchè vada diretto dove deve andare, il bere miscelato è piuttosto un gesto glamour carico di fascino e di mistero, un rito iniziatico della convivialità un pò snob, evocativo di quel modo di vivere la vita, che Hemingway testimoniò nell'Harry's Bar di Venezia e, prima ancora, ne La Bodeguita del Medio a La Habama.
Perchè stupirsi dunque se letteratura e cinema hanno celebrato più volte i calici ricolmi di miscele colorate, elevandole a status symbol?
Sean Connery che sorseggia Vodka Martini o Scotch on the rocks in 007 Diamonds are Forever,  è semplicemente da sballo.
Il fascino discreto ed antico di un Bogart di bianco vestito che stringe tra le mani il suo Champagne Cocktail, al Rick's Cafè di Casablanca, è il tripudio di quelle atmosfere intriganti e raffinate dove il fumo e le luci soffuse si mescolavano alle passioni ed ai tormenti.
Altro che movida sfrenata e psichedelica dei nostri giorni!

Hollywood ha fatto la fortuna dei cocktail non meno del proibizionismo negli anni venti e trenta, sì che, cercare tutte le scene di film nelle quali i protagonisti sollevano i calici tracannando allegramente drink a base di champagne, gin, brandy o vermouth secco, è un'impresa degna dei gialli di Ian Fleming o Mickey Spillane.
Tuttavia, in questo effervescente e riuscito connubio  fra cinema e cocktail,  vi sono tracce rimaste indelebili ed indimenticabili.


E' il 1935, nella commedia di Robert Leonard Lo scandalo del giorno, il re di Hollywood, Clark Gable, domina la scena con la sua consueta eleganza, il suo sorriso sornione e le sue inconfondibili fossette nelle guance.
Duro, simpatico e dotato di un notevole magnetismo animale, Clark Gable interpreta il ruolo di uno spregiudicato giornalista intento a smascherare le malefatte di un aspirante senatore. Ci riesce, ovviamente,  al punto da rubargli il cuore della giovane ed attraente amante, la stella degli anni '30  Constance Bennet.
Insieme, sorseggiano un Margarita con olive (tequila, cointreau e lime), ed in quello scambio di sguardi allusivi, vi sono tutte le inconfessabili promesse, degne del corteggiamento di un perfetto mascalzone. Oh...Clarke Gable!!!

E' il 1940, Cary Grant, Katharine Hepburn e  James Stewart, in Scandalo a Filadelfia forniscono il perfetto spaccato di un'alta società viziata e gaudente nella quale l'alcool scorre a fiumi, il bicchiere è spesso tra le dita e non manca neanche l'intermezzo di una sbornia colossale.
Si brinda a base di Stinger, Martini, Sherry e ci si inebria con la bevanda mondana per eccellenza, lo Champagne dalle inconfondibili bollicine.
E' quasi un voler  anticipare sul set, i festeggiamenti per quella pioggia di candidature all'Oscar che il film farà registrare al Biltmore Bowl  di Los Angeles.
Grant come al solito, sfoggia un aplomb tipicamente inglese e, la sensualità sobria ed elegante dell'uomo, fa sì che gli calzi a pennello il ruolo del seduttore tenace ma raffinato.
James Stewart cede il passo per la bellezza, ma vince la corsa aggiudicandosi l'Oscar come miglior attore protagonista.

Ci saranno remake a gogò.

E' il 1961, Rock Hudson interpreta Torna a Settembre, al fianco di Gina Lollobrigida.
Come sempre lo champagne fa da sfondo a tutte le scene più intriganti della storia, cominciando da quella in cui il cin cin in una cena forzatamente collettiva è il pretesto per lasciare che le mani dei due protagonisti si sfiorino con l'avvicinarsi dei bicchieri.
Per il resto Rock Hudson sembra fare l'elogio delle bollicine e nutrirsi esclusivamente di ghiacciatissimo champagne, nella migliore tradizione americana.
Lo champagne và gustato persino a colazione e preferito alla salutare aranciata preparatagli dal suo solerte e truffaldino maggiordomo. Più di un oggetto di scena il cocktail era il simbolo di un modo di vivere.

Hollywood ha decretato il mito dei cocktail perchè,  davanti alla macchina da presa, i calici traboccavano di drink non meno che nelle feste da sogno a Beverley Hills, e ce n'erano per tutti i gusti!
L'ingenua e spontanea Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany gustava un Planter's Punch ammaliando il giovane Paul Varjak con il suo charm eccentrico e ricercato.
In A qualcuno piace caldo,  una splendida Marilyn Monroe, sogno proibito d'America, accentuava la sua già travolgente e gioiosa carica erotica  sorseggiando un Pink Hound con pompelmo rosè.
E che dire del Paul Newman inquieto e maledetto di La gatta sul tetto che scotta?
Lo ricordiamo mandar giù, tutto d'un fiato, un  Suffering Bastard capace di stroncare al primo sorso anche il miglior esemplare alla Plaza de toros.
Che uomini, che donne, che film indimenticabili!




E' una torrida notte d'estate del 21° secolo. Non si vedono Clark Gable in giro ormai dagli anni '30.
Si fa quel che si può...
Non mi resta che ordinare il  mio coquetel preferito:

 

Barman, una Caipirinha in un bicchiere tumbler.

Barman: Oui Madame!

Aspetti!
12 pezzetti di lime e 3 cucchiaini di zucchero di canna.
Schiacci la polpa ruotando col pestello e non comprima la buccia.
Poi aggiunga il ghiaccio.
Spaccato a mano, non tritato!
Quindi ci versi 2/4 di cachaça.
Nè shakerato, nè mescolato.

Barman: ...va bene, Signora...


Lo vedo andar via silenzioso.
Sguardo 2/4 perplesso,
1/4 compiaciuto,
mezzo indispettito.

Forse, ci aggiungerà una sottile smorfia delle labbra,
maneggiando abilmente un basso bicchiere tumbler.

 

© Riproduzione riservata



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