mars expedition

LA PACE MIMETIZZATA


preparo l'ombrello, ci saranno gocce pesanti da cui proteggersi. anzi, a pensarci bene non serve, ho il mio impermeabile personale.sia...riflettevo sui tanti ragazzi, connazionali o meno, che perdono la vita o restano gravemente feriti indossando stelle nei pressi del collo e una bandierina su un braccio.e sono pensieri di dolore. ma nache di preoccupazione. forse è anche, un poco, egoismo.tuttavia, stento a digerire l'appellativo di eroi. o a dispensare sentimenti diversi dal dispiacere, provando (senza di certo poterci riuscire) anche a identificarmi con i familiari e con gli amici e conoscenti.mi spiego (sperando, questa volta, di riuscirci. un pochino, almeno).chi sceglie di dedicare se stesso alle attività variamente connesse alla difesa del paese, è consapevole che il rischio di difficoltà e dolori è inevitabile. è insito.questo non significa che se lo augura, nè che sia necessario. il verbo rischiare ha un significato molto preciso.del pari, chi sta vicino a queste persone sa (o dovrebbe sapere) proprio la stessa cosa.d'altra parte, a parità di livello lavorativo e profesionale, l'appartenente alle forze armate o comunque dedite alla difesa del paese percepisce un reddito superiore che proprio in questi inconvenienti trova la sua giustificazione.certo, i soldi non restituiscono l'integrità fisica, la vita, la vicinanza con la famiglia lontana e altro. ma è anceh vero che non tutti i militari (e simili) restano vittime di sinistri legati al proprio lavoro.chi di queste persone parte alla volta di un paese lontano e "caldo", conosce un incremento spaventoso di questi rischi. e un altrettanto notevole incremento di stipendio. ma non l'hanno scelto di andare in guerra? direi che non è così! l'hanno scelto con l'arruolamento. ma dovrei dire che l'abbiamo scelto con l'arruolamento.questo per dire che la condanna morale e giuridica, etica e religiosa è piena e incondizionata per chi sceglie come obiettivi del proprio fuoco persone estranee agli eserciti. ma non mi sento di discutere il metodo di fare guerra di taluni popoli che allo scontro frontale preferiscono la vigliaccheria e la pazzia delle bombe umane. e non.esattamente come non discuto il metodo con cui si è deciso di fare la pace, mimetiche riempite di giovani e armi caricate con propiettili veri.tra un soldato morto in guerra e un operaio caduto da un'appalcatura non vedo molte differenze.per entrambi una lacrima scende comunque.e pace all'anima loro.vado a prendere l'impermeabile. anzi, no. non serve. è sempre con me.