mars expedition

La chiamavano ecologia


Qualche giorno fa sui giornali si leggeva sui giornali la notizia che gli stati uniti hanno deciso di affondare la portaerei Oriskany per farne la casa dei coralli e il paradiso dei sub. Almeno questo è quello che i giornali hanno cercato di mettere il più possibile in evidenza. Il pensiero comunque mi viene spontaneo:  andando a snocciolare cifre sulle dimensioni della nave, sulla profondità in cui è stata affondata e quante ore ha impiegato ad adagiarsi sul fondo, perché non dire piuttosto quanti millenni occorreranno al mare per digerirla, o piuttosto quanto sarebbe loro costato smantellarla. Ah già lo hanno fatto gli americani e se lo fanno loro so forti. A questo punto mi domando: cosa accadrebbe  se buttassimo in mare, la nostra vecchia automobile magari per farne una piccola casetta prefabbricata per pesci? Verremo giudicati degli ecologisti premurosi? O dei banditi?Ora qualcuno potrebbe dire che se opportunamente ripulite da oli, poliestere, carburante e amianto le carcasse di auto e  navi  sarebbero un habitat meraviglioso per il mare. Si potrebbe certamente dire, che ci sono altre questioni meno visibili, ma altrettanto gravi, quali lo scempio che il fondo del mare subisce, dopo il passaggio di una rete a strascico, per esempio, e di cui non si parla molto. Allora facciamo così, potremmo dire, che ben vengano relitti a strappare le reti, di chi distrugge il fondo del mare. Daremmo in tal modo, una ulteriore giustificazione, alla immondizia che finisce in mare e i media continuerebbero a farci credere che non lo sia.