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Dignità


Per alcuni la dignità è come un quadro di valore ricevuto in regalo: non sanno bene dove sistemarlo. In salotto c’è poca luce e non si vede nulla dell’artistico dipinto. In sala da pranzo andrebbe meglio, ma c’è la tappezzeria così stinta. In camera da letto, via, non si può; in cucina non c’è da pensarci.Ecco: alcuni mettono la dignità nel vestire. Magari ruberebbero, ma non comparirebbero in strada coi calzoni stracciati. Altri, nel non essere inferiori a nessuno: rinunciano a mangiare, ma non alla gioia di essere capo di questa o quella cosa, direttore di qui o direttore di là. Altri poi mettono la dignità nel non accettare nulla da nessuno: e così la mano che si era tesa nel gesto generoso di aiutare, essi la guardano con freddezza, e alteri.Ma nessuno finirebbe più se volesse elencare tutti i posti più o meno sbagliati dove molti mettono il grande quadro che si chiama dignità.Dovremmo provare a mettere la dignità nel comprendere i nostri simili e le cose intorno a noi. L’abito dell’uomo che comprende può essere stracciato, egli può essere il più umile domestico di una casa, e aver bisogno perfino di vivere di elemosina, ma se egli veramente comprende, veramente, sarà pieno di dignità. Perché dignità è il sapere, il giusto sapere, il sapere buono e indignitoso è l’errore, l’azione maldestra.