mars expedition

ancora (l'accento è in partenza)


certe volte ti imbatti in vicende così fuori dal normale fluire (ma cosa si intende per normale diventa difficile da dire) che se ne esci per intero resti a pensarci.per un bel pò.sia...ti chiamano. sono per mare, l'àncora non viene via. e ti chiedi se quel che appare uno strumento di salvezza possa diventare viatico per la dannazione. in breve, se sia possibile confondere inferno e paradiso.e fai bene a chiedertelo, chè le cose a rivederle spesso rivelano la soluzione già in partenza. solo che non vuoi vederla, hai bisogno di affidarti.in breve, arrivi, ti tuffi senza pensarci due volte e trovi l'àncora. è incagliata sotto uno scoglio, nel bel mezzo di un fondale di sabbia. non può capitare un'altra volta.vai giù e disincagli mentre i tuoi polmoni ti chiedono tregua. e le labbra pure, chè iniziano a diventare blu. ma tu insisti. che l'inferno resti tale. altrattanto valga per il paradiso.così, senza rendertene conto, ce la fai. l'àncora viene via e lazi gli occhi alla superficie. chi era quel tale che disse "e salimmo a riveder le stelle"? e mentre sali ti dici che va bene così e accenni un sorriso.ma ad aspettarti trovi prima un rumore sordo ed insistente, sbuffa in superficie, fa le bolle, ma non vedi niente.poi la luce aumenta, fai altre due bracciate stile rana in risalita e la vedi.l'elica è in moto. un moto veloce chè forse sarebbe più corretto dire che non la vedi. a due metri da te, vuole solo farti a pezzi.indietro la testa, sia un timone. un paio di energiche gambate, sfiori l'elica di un metro. sei salvo, stavolta. e ti chiedi se è davvero così.qualcuno ti ha confuso con il suo problema. ma (non) va bene così.è successo in mare. e non solo.ancora. e in merito all'accento, ad libitum...