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Post N° 30


ECCO PERCHE’ SI PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINIL’OCSE ha certificato che le scuole elementari italiane sono tra le migliori al mondo: il problema scolastico italiano semmai insorge più tardi, tra le medie e l’università. Intervenire sulle elementari, secondo gli insegnanti, non può migliorare la situazione ma solo peggiorarla. La protesta in ambito scolastico si basa sul fatto che la riforma non riguarda l’aspetto esterno – grembiulini ecc ecc – ma modifica l’assetto del mondo scolastico.  Maestro unico: l’abolizione del maestro unico e l’introduzione dei “moduli” ha ormai più di vent’anni, e in questo lasso di tempo gli insegnanti si sono progressivamente specializzati, chi in materie scientifiche, chi in quelle letterarie. Ripristinare di colpo lo schema “un insegnante per classe”, provvedimento discutibile di per sé, costringerebbe insegnanti che hanno passato anni ad affinare le proprie tecniche didattiche su una materia ad insegnarle di colpo tutte. Con un possibile abbassamento della qualità della didattica. Classi più numerose: Secondo la CGIL i tagli del personale si tradurrebbero sicuramente in un aumento del numero di studenti per classe, attraverso l’accorpamento di quelle esistenti. Classi più affolate, in cui sarebbe più difficile sia mantenere la disciplina che prestare la dovuta attenzione ad ogni singolo studente. Tempo pieno: su questo punto le voci si rincorrono di ora in ora ed è difficile prevedere cosa accadrà. La versione più accreditata in questo momento prevede che il tempo pieno non scomparirà. Si tratterebbe d’altronde di un’operazione difficilmente gestibile, specialmente in regioni come la Lombardia dove ha un’ampissima diffusione. Esso verrà invece probabilmente esternalizzato a cooperative private, che provvederanno ad occuparsi dei bambini il pomeriggio. Con conseguente perdita dell’unitarietà del progetto didattico, a fronte però di un considerevole risparmio di denaro pubblico, esito auspicato di ogni esternalizzazione. Voti: la sostituzione dei giudizi tipo “ottimo” o “insufficiente” con la scala 1-10 è in fondo una questione di scarsa rilevanza: un sistema convenzionale vale l’altro, e non si vede perché i numeri dovrebbero risultare più comprensibili. Il cambiamento più rilevante sarebbe un altro, passato perlopiù inosservato finora: la riforma prevederebbe infatti (ma si tratta di voci di corridoio tutte da confermare) la bocciatura con una sola materia insufficiente alle medie e alle elementari (rispetto alle 2-3 tollerate ad oggi). Che effetti avrebbe questo cambiamento? Se preso alla lettera, un drammatico impennarsi delle bocciature. Più probabile però che gli insegnanti facciano prova di realismo, trasformando l’insufficienza in Educazione Artistica del ragazzino con una buona media nel cosiddetto “6 politico”. Una sorta di insufficienza mascherata, ancora più difficile da spiegare ai genitori. Alla faccia della maggiore chiarezza auspicata dal ministro. Obbligo scolastico: l’età dell’obbligo, a 14 anni fin dal 1962, era stata innalzata a 15 dal ministro Berlinguer e poi a 16 nel 2004 dalla Moratti. Ora, improvvisamente, la marcia indietro: un emendamento presentato recentemente prevede infatti che, dopo la fine delle medie, sia possibile completare la scuola dell’obbligo presso i corsi regionali della formazione professionale (che finora avevano tutt’altra funzione) invece che in un istituto scolastico superiore. Un sostanziale arretramento che ci allontana ancora di più dall’Europa, dove è invece l’innalzamento dell’obbligo a 18 anni ad essere all’ordine del giorno.