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Post N° 411


BERLUSCONI: RETROMARCIA SULLA QUESTIONE DELLO SCUDO SPAZIALE «Temo un'escalation di contrapposizione tra Federazione russa e Usa. Sono convinto che Stati Uniti e Ue siano i pilastri del sistema atlantico, e che gli Usa abbiano il diritto a difendersi da ciò che ritengono sia una minaccia alla loro sicurezza». A meno di 24 ore dagli allarmi apocalittici lanciati a Smirne, Silvio Berlusconi torna a interessarsi di diplomazia internazionale. Mercoledì, durante l’incontro con l’omologo di Ankara, il premier turco Erdogan, Berlusconi era entrato a piedi uniti sulla questione dello scudo antimissile che gli Usa vogliono costruire in Polonia e Repubblica Ceca, contro il volere di Mosca che, «per difesa», minaccia di installare missili Iskander nell’enclave baltica di Kaliningrad, a cavallo tra Lituania e Polonia. «È una provocazione verso la Russia», si era affrettato a dire il presidente del Consiglio: uno sbaglio che potrebbe far tornare gli abitanti della Terra «al terrore e all’angoscia della Guerra Fredda», se non addirittura ad una catena di errori «che porterebbero alla fine del mondo». Il giorno dopo, nell’ennesima conferenza stampa tenuta a Napoli, arriva l’ennesima opinione personale sul delicato affare internazionale, e l’ennesima smentita, l’ormai classico dietro front del premier: «L’America ha il diritto di difendersi».Intanto, fuori da Napoli, sul tavolo della diplomazia Usa-Russia, lo scudo spaziale è stato ancora una volta al centro di un ping pong di dichiarazioni. A cominciare è stato l’inquilino del Cremilino, Dmitri Medvedev, che a margine del vertice Russia-Ue, in un’intervista rilasciata al quotidiano francese Le Figaro, ha dichiarato di essere disposto alla cosiddetta “variante zero”: «Nessuno scudo Usa, nessuna ritorsione da parte nostra». Il segnale di apertura al dialogo, la volontà di stabilire quanto prima un contatto con il presidente americano in pectore, è stata confermata dall’annuncio di un incontro al vertice, un faccia a faccia «indispensabile» che sarebbe stato già fissato tra Medvedev e Barack Obama.