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Post N° 449


UN’AUTORIFORMA SCOLASTICADopo settimane di mobilitazione, è arrivato il momento di mettere tutto nero su bianco. L’Università La Sapienza di Roma, sabato e domenica, accoglie l’assemblea nazionale degli studenti: due giorni per discutere di “autoriforma”. Ovvero, per dare voce a chi negli atenei ci studia e ci lavora. Obiettivo dell’assemblea è quello di elaborare, al posto dei provvedimenti volti a «razionalizzare e ridurre la spesa e il debito pubblico» del decreto 133, una serie di proposte per riformare davvero il sistema universitario italiano. Una «costituente», la chiamano gli studenti. Perché nessuno vuole difendere lo status quo – che è fatto di precariato, di logiche baronali, di una formazione sempre più spizzicata e superficiale – ma tutti vogliono poter dire la loro.Il weekend di mobilitazione si apre sabato con un’assemblea plenaria, poi tocca ai gruppi di lavoro affrontare le singole questioni, i pilastri dell’autoriforma: si discuterà innanzitutto di didattica, altri si concentreranno su welfare e diritto allo studio, altri ancora elaboreranno proposte su formazione e lavoro.Tutti i risultati dell’assemblea saranno disponibili sulle pagine web degli Atenei in rivolta o su Uniriot, il network delle «facoltà ribelli». All’assemblea partecipano i collettivi studenteschi delle principali università italiane, ma è previsto l'arrivo anche di alcune delegazioni straniere da Parigi, da Barcellona, da Londra.Domenica, infine, l’obiettivo è anche quello di rimettere insieme la protesta degli universitari con quella della scuola. «L'onda anomala che attraversa le università di tutta Italia – spiegano da La Sapienza – è la stessa che vede mobilitarsi le maestre elementari contro la distruzione del tempo pieno e del modello pedagogico della scuola primaria, la stessa che parla alle centinaia di migliaia di insegnanti precari delle scuole superiori che perderanno ogni speranza di lavoro e stabilizzazione a causa dei tagli di Tremonti e Gelmini, la stessa che sta mobilitando i ricercatori precari dell'Università e degli enti di ricerca per rivendicare la stabilizzazione e il rilancio della ricerca pubblica. Per questo – spiegano – nella giornata di domenica 16 novembre vogliamo costruire una grande Assemblea nazionale di tutto il mondo della scuola e della formazione, con la partecipazione di studenti medi ed universitari, maestre, insegnanti, ricercatori, perché l'onda anomala continui a portare in piazza la rabbia dell'intero mondo della formazione».