mondoblog

Milleproroghe


I consumatori contro il governo: «Liberalizzate le molestie telefoniche» «I consumatori di nuovo esposti alle «persecuzioni» telefoniche da parte di società che si affidano al telemarketing per proporre insistentemente le proprie offerte». È il gravissimo rischio prospettato dal decreto «milleproroghe» approvato al Senato nella mattina di mercoledì e che adesso dovrà essere approvato alla Camera. A denunciarlo Federconsumatori e Adusbef in una nota congiunta. «Con l'approvazione del maxiemendamento - spiegano le associazioni - si dà alle aziende la possibilità di usare, per la propria attività promozionale, le banche dati tratte dai vecchi elenchi telefonici (precedenti all'agosto del 2005). Paradossalmente, in questo modo, anche coloro che, esasperati dalle assillanti e moleste campagne telefoniche, avevano chiesto la cancellazione dagli elenchi pubblici, saranno di nuovo bersaglio del marketing telefonico». L'ACCUSA AL GOVERNO - Il capogruppo dell’Idv in commissione Finanze, Elio Lannutti spiega come è nato il provvedimento: «Due senatori Pdl, con l’appoggio di un collega del Pd, hanno presentato un emendamento all’articolo 44, approvato in commissione Affari costituzionali, che liberalizza le molestie telefoniche permettendo l’utilizzazione per fini pubblicitari dei dati personali. Questo governo - accusa Lannutti - ci tiene tanto alle famiglie che non le vuole lasciare tranquille neanche all’ora di pranzo o di cena perché con l’approvazione dell’articolo in deroga alla legge sulla privacy, ogni cittadino può essere molestato con offerte di servizi tra i più vari». TREFILETTI - «Questo è un Governo che, l'unica cosa che sa liberalizzare, sono le molestie! - rincara Rosario Trefiletti presidente di Federconsumatori -. Mentre, sul fronte dell'Rc-auto e della Class Action nulla è stato fatto, se non alimentare ritardi e dietrofront». Al di là di giudizi in merito alla trasparenza ed alla chiarezza delle offerte proposte con queste modalità, sulle quali più volte Federconsumatori e Adusbef sono intervenute, «questo passo indietro è del tutto inaccettabile». «Va contro gli interessi ed i fondamentali diritti dei cittadini e, cosa estremamente grave, si scontra con i provvedimenti già presi a tale proposito dal Garante per la protezione dei dati personali, secondo il quale le operazioni di «teleselling» potevano avvenire solo sulla base di banche dati regolarizzate, in cui tutti gli utenti interessati avevano espressamente fornito il consenso al trattamento dei propri dati per scopi pubblicitari (con la possibilità, tra l'altro, di revocare tale volontà in qualsiasi momento)». (Da Corriere.it)