Creato da mondo.sereno il 26/10/2008
Il Blog dell'attualità
|
Area personale
Menu
Per la verione inglese clicca qui
Il Venerdì lo spazio di commento dell'attualità
DIARIO APERTO su questo blog, il Blogmondo
« Il 12-13 giugno vai a vo... | Verso il referendum del ... » |
Post n°4958 pubblicato il 05 Giugno 2011 da mondo.sereno
Costi, dispersione, efficienza In vista dell'appuntamento del 12 e 13 giugno, Altraeconomia ha realizzato un dossier che sfata, punto per punto, tutte le false credenze nate intorno alla privatizzazione del servizio idrico italiano. Gli acquedotti pubblici non sono affatto dei "colabrodo". E gestione privata il più delle volte fa rima con bolletta salata MITO numero uno: gli acquedotti "pubblici" sono dei colabrodo. "Falso: secondo i dati di Mediobanca, il peggiore, se consideriamo la dispersione idrica (litri immessi in rete e non fatturati/abitanti/lunghezza della rete gestita), è quello di Roma, dove l'acquedotto è affidato ad Acea, una spa quotata in borsa i cui principali azionisti sono il Comune di Roma, Francesco Gaetano Caltagirone e Suez". In vista del referendum del 12 e 13 giugno, Altraeconomia ha pubblicato un dossier "speciale" 1. Lo scopo? Sfatare punto per punto tutte le false credenze nate intorno alla privatizzazione del servizio idrico italiano. A partire dai costi. Secondo il Conviri (Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche), per i prossimi 30 anni servono circa 64 miliardi di euro per la manutenzione e l'ammodernamento delle reti idriche di casa nostra. Due miliardi l'anno, una cifra standard necessaria in ogni caso, a prescindere dall'esito del referendum. Di questi, il 49,7% è diretto al comparto acquedottistico (per nuove reti, impianti e per manutenzione) mentre il 48,3% alle fognature e alla depurazione. A metterci i quattrini dovrebbero essere lo Stato, le Regioni e i Comuni d'Italia dato che quelli - spiega Pietro Raitano, direttore del mensile Altreconomia e curatore del dossier Speciale Referendum - sono "soldi delle nostre tasse, gli stessi che vengono usati anche per riparare le strade, per costruire il ponte sullo Stretto o per la Difesa". Ed ecco sfatato il secondo mito. Con l'ingresso dei privati, la bolletta non si ridimensionerà. Al contrario, ai costi standard appena elencati se ne aggiungono altri. Per fare i lavori infatti (gli stessi che dovrebbero fare gli enti pubblici) le aziende punteranno al risparmio tentando di "scaricare l'investimento sulle bollette, come previsto dalla legge". Dunque, nel conto di ogni italiano saranno inclusi, oltre ai lavori ordinari, "anche gli utili delle aziende", spiega Raitano. La concorrenza tra privati non basterà a contenere i costi. Anzi. In assenza di ulteriori interventi normativi e in virtù della legge Galli del 1994, come modificata dal dl 152/2006, i costi di tutti gli investimenti sulla rete acquedottistica finiranno in bolletta. Il business ringrazia. I consumatori non proprio perché - conclude Raitano - pretendere tariffe più basse significherebbe - trattando con dei privati - "necessariamente un blocco degli investimenti". (Da Repubblica.it) |
https://blog.libero.it/blogmondo/trackback.php?msg=10286239
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
|
Cerca in questo Blog
Ultimi commenti
Inviato da: cassetta2
il 27/05/2020 alle 16:49
Inviato da: ninograg1
il 01/01/2016 alle 15:53
Inviato da: dely11
il 05/04/2013 alle 08:25
Inviato da: jigendaisuke
il 04/04/2013 alle 19:37
Inviato da: jigendaisuke
il 01/01/2013 alle 12:41
Chi può scrivere sul blog
N.B.: Per ascoltare i video inseriti nel blog senza l'accavallarsi del sottofondo musicale premere su "stop" in basso alla sinistra del video qui sopra di Venditti o del video di Arisa qui sotto