Post n°32 pubblicato il 08 Febbraio 2012 da bel.moro45
Nel lontano 1974 Roby Facchinetti e Stefano D'Orazio scrissero questa canzone, che ora desidero proporvi come una tenera e benevola carezza a tutte le mamme. Tratto dall album "Un po' del nostro tempo migliore" che segnò una svolta nella produzione dei Pooh,
portandoli ad arrangiamenti sempre più complessi e con una strumentazione tipica del progressive di quegli anni, questo fu uno dei brani maggiormente apprezzati sia dal punto di vista musicale che del testo e può essere considerato dimostrazione della raggiunta maturità dei suoi autori.
Parla della scoperta da parte di un figlio della femminilità della madre, aspetto che non aveva mai considerato, in quanto la poveretta mai aveva potuto manifestarsi nel suo essere donna. Diventata madre per caso e non per scelta e poi moglie non considerata si era lentamente spenta alla vita, riservando il suo sorriso, la sua forza e le sue attenzioni solo al figlio.
Eleonora ha vissuto una vita piena di delusioni e rinunce. Solo giungendo alla maturità il figlio se ne rende conto e questo canto è il suo tentativo di ringraziarla per avergli dedicato la vita.
Personalmente trovo commoventi le sue riflessioni e credo sia giusto e doveroso da parte di tutti noi figli arrivare a dire un grazie chiaro e vigoroso alle nostre madri. Penso che tutti, indistintamente possiamo dire che la nostra mamma pur magari lavorando o tra mille difficoltà ci è stata sempre vicina, si è sacrificata per noi.
E' scritto nel dna delle madri questo comportamento, viene dal cuore, non dall'educazione. Purtroppo talora, proprio perchè loro si comportano così spontaneamente e non lo fanno pesare, capita che i figli nemmeno se ne rendano conto. Ben vengano, allora, canzoni come questa che ci fanno pensare e ci permettono di dire a voce alta il nostro...
Grazie.
POOH - ELEONORA MIA MADRE
Tra le cose vecchie quel vestito lungo dei vent'anni tuoi come allora bello coi merletti non più bianchi per l'età. Donna tu mia madre scopro per la prima volta io a spiarti dalla porta tra le vecchie cose tue. L'emozione cade nei pensieri della stanca tua realtà chiaro quel ricordo si fa strada tra la fantasia e l'età. Sul tuo viso stanco un sorriso spento è quel che resta di una vita mai vissuta sempre attesa troppo ormai.
La tua antica delusione tra le prime rughe appare già sciogli i tuoi capelli lunghi, come mai cosi bella non ti ho vista mai? Eri già mia madre troppo presto e solo per fatalità, con nemmeno il tempo che ci vuole ad imparare a far l'amore. Donna mai ma senza mai rimpianti, la rinuncia del tuo tempo, la tua unica ragione sempre io. Come posso adesso risvegliarti dal dolore dei ricordi, dalla nostalgia dei giorni persi ormai.
Inviato da: perteblu
il 01/04/2016 alle 20:40
Inviato da: longo.stefania1969
il 24/03/2015 alle 14:19
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 22/12/2014 alle 21:43
Inviato da: sirisdg10
il 01/11/2014 alle 18:01
Inviato da: sirisdg10
il 16/07/2014 alle 10:37