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UNA MAIL


Gentile Prof. XXX, sperò riuscirà a comprendere la mia situazione di impossibilità di comunicare con lei (pur essendo una scienzianda della comunicazione o forse appunto per questo) durante questo mio lungo periodo di silenzio. Purtroppo sono stata vittima di una serie innumerevole di incresciosi avvenimenti. Due mesi fa venni rapita e portata in una capanna su un'isola deserta, qui riuscii a fabbricarmi una piccola zattera con alcune cannucce di succo di frutta che, pur essendo stata costruita con maestria, non resse un'imponente tempesta tropicale. Fui tratta in salvo da un magnifico delfino azzurro che mi riportò sulla stessa isola che mi teneva prigioniera, (perché ahimè il bell'animale era in realtà stato addestrato dai miei rapitori). Ormai triste, disillusa e sconsolata mi liberarono perché nessuno voleva pagare il mio riscatto, mi accecarono cosicché non sarei mai riuscita a riconoscerli. Mi imbarcarono su un peschereccio a così arrivai in Siberia (lo capii dal freddo e dal modo di parlare della gente). Cieca e sola feci amicizia con un mercante di venezia che volle vendermi un libro a tutti i costi...così, dopo aver comprato il libro, riuscii a convincerlo a nascondermi nel suo carretto di legno. Ma l'idillio finì presto e alla frontiera di non so quale stato, venne arrestato e portato in prigione per detenzione di merce proibita. Padrona di un carretto sgangherato con un mulo che non ero in grado di comandare, decisi ugualmente di proseguire e di affidarmi all'istinto del povero mulo. Affamata e senza un soldo in tasca, arrivai ad un piccolo paesino cercando di vendere il libro che in precedenza avevo pagato con tutto quello che possedevo. Nessuno capì la mia lingua, ma dalle urla sembravano tutti impazziti. In qualche modo incutevo loro terrore...mi portarono cibo in abbondanza, buono anche per il viaggio, ma vollero che me ne andassi immediatamente. Rifocillai il mulo e partii subito. Viaggiai molto, sentii molte lingue diverse finché qualcuno vide la mia condizione di cecità e mi portò ad una fontana miracolosa perché mi bagnassi il volto. Dopo essermi lavata il viso, con mio enorme stupore tornai a vedere. Da lì, il tragitto fino a casa fu breve... Ecco, questo è in sintesi il motivo per cui non mi sono fatta sentire per tutto questo tempo. L'ho contattata perché volevo chiederle un favore. Martedì 17, se vengo a ricevimento (non nel senso ipotetico del venire a ricevimento, ma nel senso educato e circostanziale della richiesta), mi potrebbe portare il libro nel quale è contenuto il dibattito Voegelin-Arendt che ne faccio una copia? Ah, non le posso dire il titolo del libro vendutomi dal mercante di Venezia perché è un segreto. Cordiali saluti XXX XXX