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POMPEI (SEGUITO)

Post n°1096 pubblicato il 25 Giugno 2016 da blogtecaolivelli

« CAVE CANEM »

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All'interno erano presenti diversi affreschi poi staccati e conservati al museo nazionale di Napoli, come la scena di prove teatrali, da cui la casa prende il nome, oppure episodi dell'Iliade. La casa inoltre venne scelta come modello per il romanzo di Edward Bulwer-Lytton Gli ultimi giorni di Pompei.

La Casa di Pansa apparteneva ad un ricco commerciante campano, Alleius Nigidius Maius, anche se negli ultimi anni fu data in affitto: costruita probabilmente tra il 120 ed il 140 a.C., nel giardino furono ritrovati capitelli in ordine ionico. L'ingresso, l'atrio e il tablino sono posti in asse; la particolarità della casa è la pavimentazione in pietre colorate che adornano il marciapiede antistante ed il vestibolo.

Edifici pubblici

Il Foro
La vita quotidiana dei pompeiani e loro attività politiche e commerciali si svolgevano in luoghi separati, con sedi ben definite.

Il Foro di Pompei, poco lontano da Porta Marina, era il cuore della città: fu sistemato nel II secolo a.C., abbattendo le numerose botteghe che lo circondavano e l'enorme piazza fu abbellita con statue, mai ritrovate, di dei o di cittadini illustri; a delimitare lo spazio del foro erano gli archi onorari: se ne conservano tre ed avevano una funzione puramente scenica, rivestiti completamente in marmo ed erano dedicati ad Augusto, a Tiberio e a Caligola. Il transito dei carri era interdetto ed una parte, sul lato ovest, era riservata agli oratori. Intorno al foro si affacciavano gli edifici più importanti della città, come quelli dell'Amministrazione Pubblica, dove si riunivano le personalità politiche, costruiti al periodo precedente all'80 a.C. e ristrutturati a seguito del terremoto del 62; la Basilica, riservata alla giustizia e alle faccende economiche, fu costruita nel II secolo a.C. e presenta una pianta rettangolare, divisa in tre navate, dove restano tracce di decorazioni in primo stile; la Mensa Ponderaria, ossia l'ufficio della misurazione delle capacità e del peso: era costituita da due banchi soprapposti, con cavità di diverse misure e aperture per la fuoriuscita del prodotto misurato; ed ancora il Tempio di Apollo, di Vespasiano e quello di Giove, il Santuario dei Lari Pubblici e le Terme del Foro.

Il Macellum
Il Foro Triangolare, altra importante piazza di Pompei, situato nella zona meridionale della città, esposto verso il mare ed il fiume Sarno, fu costruito intorno al II secolo a.C., a seguito dei lavori di risistemazione della zona dei teatri: l'accesso avviene tramite propilei con colonne ioniche ed all'interno è un portico composto da novantacinque colonne, eccetto sul lato sud per consentire la vista sul golfo di Napoli; è inoltre presente un vialetto probabilmente utilizzato per corse e un thòlos, costruito intorno ad un pozzo sacro, con colonne doriche.

Il Macellum era il mercato della città: costruito nel II secolo a.C., con decorazioni in quarto stile, vi si accede attraverso un portico, decorato con statue ed all'interno è un cortile porticato sotto il quale si aprivano le botteghe; al centro erano poste le basi per sostenere la copertura: oltre alla vendita di pesce e carne, si organizzavano anche banchetti in onore dell'imperatore. I Granai del Foro era invece il mercato della frutta e della verdura e probabilmente al momento dell'eruzione non era ancora completato o non in uso: la struttura è un semplice porticato, nei pressi di una latrina ed è oggi utilizzato come deposito dei reperti rinvenuti nel corso degli scavi, oltre ad ospitare diversi calchi.

Un thermopolium
Molto utilizzato nell'antica Pompei era il pane: esistevano circa trentaquattro panifici, con forni a legna, macine e un banco per la vendita. Il panificio di Popidio Prisco era gestito da un liberto, il panificio di Modesto, o Casa del Forno, era invece il più grande della città e il panificio di Soterico, anch'esso tra i più grandi, conserva il locale dedicato all'impastatura del pane.

I termopoli erano edifici nel quale venivano venduti cibi caldi e bevande e a Pompei se ne contavano poco meno di un centinaio. Il Thermopolium di Vetutius Placidus affacciava direttamente sulla strada, presentava un bancone e diversi dolia, oltre ad un locale retrostante la bottega dove poter consumare il pasto: interessante il larario con affreschi dei Lari e Mercurio e Dioniso ed un triclinio decorato in terzo stile. Nel Thermopolium delle Aselline, con tre banconi di vendita ed un larario con raffigurazioni di Mercurio e Bacco, sono state ritrovate numerose suppellettili, sia in bronzo che in terracotta, oltre a 683 sesterzi; la facciata esterna reca una rappresentazione di brocche ed imbuto ed una iscrizione elettorale con riferimento ad Asellina, probabilmente la proprietaria della locanda. Il Thermopolium della Fenice, lungo Via dell'Abbondanza, gestito da un orientale di nome Euxnius, è così chiamato per la presenza di una fenice sull'insegna esterna: oltre ad un vasto orto coltivato a viti, all'interno fu ritrovato un affresco raffigurante pavoni su un prato.

L'Officina del Garum era addetta alla vendita del garum, una particolare salsa ottenuta dalla fermentazione delle interiora di pesci; nell'edificio sono stati ritrovati dei recipienti, chiusi da coperchi, con all'interno la salsa, mentre nel vicino giardino, era posto un grande deposito di anfore.

Affresco proveniente dall'Officina di Verecundus
Sviluppata a Pompei era la lavorazione della lana, con tredici officine che lavoravano il materiale grezzo, sette che effettuavano la filatura, nove la tintura e diciotto il lavaggio: l'Edificio di Eumachia, dal nome della sacerdotessa che ne aveva voluto la costruzione, era o il mercato della lana, oppure sede della corporazione dei fullones; la costruzione avvenne dopo il 62 ed era interamente in opera laterizia. All'interno presenta numerose nicchie, nelle quali erano ospitati delle statue, per lo più riguardanti la famiglia imperiale, un colonnato, due corridoi laterali e nei pressi dell'ingresso era posta una giara, nella quale si raccoglieva l'urina, utilizzata come detergente per gli abiti. La Fullonica di Stephanus, dal nome del proprietario o gestore, era originariamente una casa poi trasformata in magazzino per la lavorazione della lana: al piano inferiore si svolgeva l'attività lavorativa e quella di lavaggio, effettuato in grosse vasche con acqua, soda ed urina, mentre al piano superiore si provvedeva all'asciugatura delle vesti. L'Officina di Verecundus era dedicata alla tessitura, bollitura e vendita delle stoffe: sulla facciata era raffigurato Mercurio e Venere, mentre all'interno è stato ritrovato un calderone in bronzo decorato con un fallo alato, oltre ad un architrave decorata con Apollo, Giove, Diana, Mercurio e Venere.Il Castellum Aquae era il principale edificio per il rifornimento idrico della città: situato ad un'altezza di quarantadue metri, nei pressi di Porta Vesuvio, convogliava le acque provenienti dall'acquedotto romano del Serino in un sistema di tre condutture regolate da saracinesche. Fu ristrutturato a seguito del sisma del 62 e presentava una struttura circolare in opera incerta, laterizia e reticolata, con una cupola di sei metri di diametro: al momento dell'eruzione, l'intero sistema idrico e quello delle fontane pubbliche non era in funzione.

La Schola Armaturarum fu costruita negli ultimi anni di vita di Pompei ed era un edificio di stampo militare dove i giovani venivano istruiti alla lotta e alle arti gladiatorie; inoltre fungeva da deposito per le armi, come testimoniato da un elevato numero di armature ritrovate al suo interno. La struttura, originariamente adibita a casa, presentava particolari decorazioni in stile militare come rami di palma, vittorie alate e candelabri con aquile: tuttavia tutti gli ornamenti sono andati perduti a seguito di un crollo verificatosi il 6 novembre 2010.

 
 
 
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