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analisi grammaticale

Post n°3053 pubblicato il 09 Giugno 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

L'articolo indeterminativo si premette al nome,

all'aggettivo o a all'avverbio e indica generalità,

indeterminatezza.

Solitamente introduce nel discorso un elemento di

cui non si era parlato prima oppure indica una cosa

/persona/animale che non è necessario o non si

vuole specificare.

L'articolo indeterminativo può anche designare una

categoria, una specie.

Un ragazzo non sa ancora cosa vuol dire lavorare

Per un ragazzo qui intendiamo "ogni ragazzo" o un

rappresentante qualsiasi della categoria.

Talvolta possiamo trovare l'articolo indeterminativo

anche davanti a nomi propri:

  1. Ha chiamato una Sabrina e vuole sentirti (qui 
  2. una è inteso come "una certa", di uso colloquiale)
  3. Questo quadro è un Caravaggio (cioè "un'opera di...")

Esistono quattro forme dell'articolo indeterminativo,

tutte singolari: un e uno per il maschile e una e un' 

per il femminile. Non esistono articoli indeterminativi plurali.

Un'  con l'apostrofo si usa soltanto al femminile quando

la parola che segue inizia per vocale.

È infatti un'elisione di una.

Un'amica, un'elica...

 Un, per il maschile, si utilizza indifferentemente sia quando

le parole che seguono iniziano per vocale sia quando iniziano

per consonante.

Un insegnante, un letto...

 Uno si comporta invece come l'articolo determinativo lo.

Si impiega infatti davanti ai nomi maschili che iniziano per:

s + consonante (uno sconto);

x (uno xenofobo);

y (uno yeti);

z (uno zingaro);

ps (uno pseudonimo);

gn (uno gnu);

pn (uno pneumatico);

i semiconsonantica seguita da vocale (uno iato).

Ormai da qualche anno si è affermato l'uso di anteporre a

queste parole l'articolo indeterminativo un oppure l'articolo

determinativo il al posto di uno e lo, come indica

correttamente la grammatica italiana.

La questione è più spinosa di quanto possa sembrare.

Per quanto riguarda la parola pneumatico l'Accademia della

Crusca accetta entrambe le forme distinguendo i primi per

un uso più familiare e i secondi per l'utilizzo nei testi scritti

e nelle conversazioni più formali.  

Anche nell'italiano antico troviamo casi in cui gli articoli non

rispettano la regola generale.

È attestato l'utilizzo di uno Principe in Niccolò Macchiavelli

(XVI secolo) così come in Leopardi troviamo spesso l'articolo

 lo al posto di il.

Ma in questo caso si tratta di un uso ormai sorpassato,

che non ha nulla a che vedere con la colloquialità delle

forme odierne.

Rossella Monaco

 
 
 
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