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« A 90 anni luce dalla Terra.Le stelle che non invecchiano. »

Fenomeni celesti.

Post n°3451 pubblicato il 14 Settembre 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Il telescopio Kepler della NASA conferma le teorie degli astronomiFonte foto: getty imagesSCIENZA

Alcune stelle finora sconosciute stanno esplodendo

Il telescopio Kepler ha catturato il momento appena

precedente l'esplosione di una supernova: è la prima

osservazione diretta della fase finale della vita di una

stella, confermata dalla NASA.

Sappiamo praticamente da sempre che l'universo è popolato

di supernove: si tratta di stelle che - più grandi del Sole -

finiscono la propria vita con una massiccia esplosione che

poi le trasforma in stelle di neutroni, o pulsar.

La prima testimonianza scritta di una supernova risale

addirittura al 185 d.C., quando un gruppo di astronomi cinesi

lasciò traccia dell'osservazione della stella SN185; si pensa

però che le prime osservazioni di supernove risalgano a 

Ipparco di Nicea, quindi al II sec.a.C, almeno secondo quanto

riportato dallo scrittore romano Plinio il Vecchio.  

Sappiamo che ci sono, dunque, ma fino ad oggi nessun telescopio

ottico era riuscito a catturare l'immagine di una supernova.

La prima foto di una supernova

È stato pubblicato lo scorso 3 Agosto sulla rivista scientifica

della Royal Astronomical Society lo studio che per la prima

volta riporta l'osservazione di una supernova - cento volte

più grande del Sole. 

Condotto dalla Australian National University (ANU) in

collaborazione con la NASA, il gruppo di ricercatori è così riuscito

nell'impresa di osservare l'esplosione di una supernova.

"È la prima volta che qualcuno riesce ad avere uno sguardo così

preciso sull'intera curva di raffreddamento di una supernova",

afferma Patrick Armstrong, a capo dell'equipe. 

L'immagine mostra un potente lampo di luce provenire dalla stella,

nel momento appena precedente l'esplosione vera e propria:

l'emissione segue il passaggio della prima onda d'urto, in una

successione di shock che condurranno la supernova alla detona-

zione finale.

Si tratta di un'osservazione di importanza storica: come spiega

Armstrong "essendo lo stadio iniziale di una supernova così veloce,

è molto difficile che i telescopi riescano a catturare questo fenomeno".

Ci è riuscito il telescopio della NASA Kepler: progettato per

indagare una specifica regione della Via Lattea alla scoperta di pianeti

simili alla Terra, Kepler non è più operativo dal 2018, ma i dati

raccolti in quasi dieci anni di attività sono ancora in fase di studio.

Tra questi, un evidente fenomeno della durata di tre giorni che mostra

"con una cadenza senza precedenti, lo shock da raffreddamento"

che segue il cosiddetto lampo da urto, quello che non consente

ai telescopi ottici di osservare direttamente la fase finale

dell'esplosione.

Non solo Kepler: il telescopio Spitzer conferma le ipotesi

degli scienziati

Secondo la NASA, quelle delle supernove sono le più grandi

esplosioni mai osservate dagli umani, e si crede che proprio tali

fenomeni siano alla base della creazione di molti elementi fisici

del nostro universo.

Un'ulteriore indagine sul ciclo vitale delle supernove - pubblicata

circa un mese prima della scoperta dell'Università australiana -

ha usato le immagini ad infrarossi del telescopio Spitzer per

individuare, oltre la polvere che ne impedisce l'osservazione diretta,

quelle stelle di cui gli scienziati hanno fino a oggi soltanto potuto

ipotizzare l'esistenza. 

La NASA così ha potuto descrivere per la prima volta la fine di una

supernova come una "esplosione che riduce le stelle in frantumi".

Spitzer ha così confermato l'esistenza di stelle ipotetiche, ma ne ha

anche scoperte cinque del tutto nuove, che gli scienziati non

avevano mai considerato. 

Ori Fox, scienziato dello Space Telescope Science Institute di

Baltimora e promotore dello studio, i dati acquisiti da Spitzer

sono fondamentali: "sapere quante stelle stanno esplodendo

ci può aiutare a predire quante stelle si stanno formando", il

che è fondamentale per diverse aree della ricerca astrofisica. 

Il prossimo a tentare di studiare le supernove sarà il telescopio

ad infrarossi James Webb, il cui lancio è previsto per il prossimo

Ottobre e che sarà il più grande telescopio mai inviato nello

spazio dalla NASA. 

 
 
 
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