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I batteri in aiuto dell'ambiente.

Post n°3483 pubblicato il 05 Giugno 2022 da blogtecaolivelli

Fonte: Libero tecnologia, online

I batteri possono tornare utili per eliminare l'inquinamento Fonte foto: Pixabay SCIENZA

Abbiamo addestrato i batteri a eliminare l'inquinamento.E funziona

In base a quanto scoperto da alcuni ricercatori americani, i batteri possono rivelarsi utili per eliminare l'inquinamento

Tra gli esseri viventi che vengono descritti continuamente in

maniera negativa, i batteri sono con tutta probabilità in cima

a questa classifica poco invidiabile.

Non se ne parla mai bene per vari motivi, eppure una recentissima

scoperta scientifica sta in parte riabilitando questi microrganismi.

Un test pilota condotto dall'azienda americana LanzaTech,

specializzata in biotecnologia, ha permesso di "riprogrammare"

alcuni batteri direttamente in laboratorio e grazie a questo esperimento

gli stessi batteri sono in grado di trasformare l'inquinamento in

qualcosa di utile e prezioso. L'ufficialità di quanto appena descritto

è arrivata da chi ha condotto la ricerca, un gruppo di studiosi

che ha voluto dare una svolta alla tutela ambientale.

I batteri riprogrammati hanno fatto diventare alcuni gas

inquinanti delle vere e proprie risorse, in particolare il test

pilota si è focalizzato su acetone e isopropanolo, i quali

hanno un mercato globale da diversi miliardi di dollari.

Come ci riescono? La ricerca è stata pubblicata con minuzia

di particolari nella rivista specializzata Nature Biotechnology.

L'obiettivo è stato quello di trovare un'alternativa valida e

soprattutto a emissioni zero rispetto a quelle attuali che sfruttano

il petrolio e il gas naturale a livello industriale.

L'intuizione è arrivata grazie alla fermentazione batterica

tipica dell'industria alimentare (è fondamentale per yogurt,

birra e molti altri prodotti).

I batteri che sono stati utilizzati in laboratorio

Nel settore appena menzionato, i batteri sono utili perché

ottengono l'energia necessaria per la fermentazione

direttamente dallo zucchero.

I ricercatori americani, al contrario, si sono dati da fare

con un batterio che fermenta il gas, nello specifico il

microrganismo meglio noto come Clostridium autoethanogenum,

esemplare anaerobico che produce etanolo dal monossido di

carbonio.

Grazie alla biologia sintetica, gli autori dello studio hanno

programmato in maniera specifica il patrimonio genetico dei batteri

che sono stati così "invogliati" a sintetizzare le molecole dell'acetone

e dell'isopropanolo, un'attività che in natura non sarebbe possibile.

È stato dunque un processo "artificiale", ma utile come non mai.

Ottima sostenibilità ambientale

La biologia di sintesi, infatti, è qualcosa a metà strada tra la biologia

classica e l'ingegneria.

Il suo fine è quello di dar vita appunto a sistemi artificiali per

ricerche ingegneristiche e applicazioni mediche e biotecnologiche.

Nel caso dei batteri riprogrammati in laboratorio, la produzione di

sostanze non inquinanti è stata definita un successo.

Il procedimento è stato efficiente e soprattutto ci sono stati

risultati incoraggianti per quel che concerne la sostenibilità

ambientale.

Nello studio pubblicato nella rivista specializzata, si può

leggere quello che è stato il comportamento dei batteri

sfruttati da Lanza Tech.

Nello specifico, questi microrganismi hanno assorbito un

quantitativo maggiore di anidride carbonica, un livello

superiore rispetto a quello che riescono ad emettere in

circostanze normali.

Le basse emissioni hanno dunque fatto la differenza e l'intero

processo condotto dai ricercatori statunitensi è stato caratteriz-

zato da un'impronta carbonica negativa.

Il Clostridium autoethanogenum è uno dei pochissimi

batteri capaci di fermentare come appena descritto.

È stato isolato per la prima volta dalle feci di un coniglio,

forse non proprio un procedimento gradevole ma che ha

portato all'approfondimento di un essere vivente che ora

potrebbe (almeno questa è la speranza) riscrivere la

storia della tutela ambientale.

 
 
 
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