blogtecaolivelli

BRIANNA CARAFA IN "IL PONTE NEL DESERTO"


E' questo un libro molto interessante, che indaga a fondo tanti fatti della vita umana che hanno una grande importanza nella vita di tanti. Leggiamo nella PREFAZIONE "...Che cosa spinge un professionista affermato, l'architetto Roberto Berla, a mettere in gioco carriera, successo e famiglia, per seguire un gruppo equivoco di avventurieri internazionali che gli fanno balenare il miraggio di costruire nel deserto del Messico una sorta di utopica città ideale? In questo romanzo Brianna Carafa approfondisce i temi che le sono cari: la ricerca di un'identità, il sottile discrimine che decide tante esistenze, sul limite tra normalità e follia, colpa e malattia, norma e trasgressione, conservazione e autodistruzione. Quella che ci viene raccontata è la storia di una formazione, o meglio di una predestinazione, se è vero che tanti piccoli indizi si saldano nel suggello di una conclusione drammatica. La Carafa vuol dire appunto, con l'oggettività di un referto che non esclude una partecipazione struggente, il senso dell'inafferrabilità della vita, la sua enigmatica elusività, il suo ritrarsi proprio nel momento in cui ci sembra di averla raggiunta. Questa ambiguità dell'esistenza, sempre pronta a trasformarsi in un dedalo di inganni, viene fermata e scomposta dalla Carafa in un gesto o in una parola, nei rituali con cui il protagonista cerca di esorcizzare, o forse di propiziare, il richiamo della follia che sente in agguato dentro di sè. Romanzo di una misura nitida e ferma, "Il ponte nel deserto" delinea una parabola di una solitudine attraverso le intermittenze della schizofrenia, là dove si incrociano vite ignorate o appena sfiorate, paesi stranieri e ostili, amicizie che non mantengono le promesse, amori intesi come oscuro e tenero vuoto dell'anima."