estrapolato da wikipediaJoyce LussuDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Joyce LussuGioconda Beatrice Salvadori Paleotti, coniugata Belluigi e poi Lussu, più nota con lo pseudonimo di Joyce Lussu (
Firenze,
8 maggio 1912 -
Roma,
4 novembre1998), è stata una
scrittrice,
traduttrice,
partigiana e
poetessa italiana,
medaglia d'argento al valor militare,
capitano nelle brigate
Giustizia e Libertà, sorella di
Max Salvadori e seconda moglie del
politico e scrittore
Emilio Lussu.BiografiaLa famiglia di origine, gli studi e i soggiorni all'esteroJoyce Lussu nasce come Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti a Firenze, l'8 maggio 1912, dal conte
Guglielmo Salvadori Paleotti e da Giacinta Galletti di Cadilhac. Il padre di Giacinta Galletti era il
colonnello Arturo Galletti di Cadilhac, deputato dalla XVIII alla XXII legislatura (
1892-
1909), erede del generale
garibaldino Bartolomeo Galletti, e la madre una nobile
inglese, Margaret Collier, un fratello della quale, John, era deputato al
Parlamento inglese.Il padre di Joyce, un
liberale in ottimi rapporti con il mondo intellettuale e politico anglosassone, nel
1906 si era trasferito da
Porto San Giorgio a Firenze per insegnare presso l'Istituto di Studi Superiori. Nel
1921 s'era candidato senza successo per le elezioni politiche. Per le sue collaborazioni con i fogli inglesi, tutte intonate a un deciso
antifascismo, Guglielmo, il 1º aprile
1924, era stato aggredito da alcuni
squadristi fiorentini, che avevano bastonato anche il figlio
Max accorso in sua difesa. Nel marzo del
1925, Guglielmo Salvadori aveva pertanto deciso di trasferirsi in
Svizzera, a
Begnins a 30 km da
Losanna, dove rimase in una sorta di auto-esilio fino al settembre
1934.Joyce vivrà così tra l'Italia e l'estero gli anni dell'adolescenza, in collegi ed ambienti
cosmopoliti, maturando un'educazione non formale, ispirata agli interessi della famiglia per la cultura, l'impegno politico e la propensione alla curiosità, al dialogo, ai rapporti sociali.Con i fratelli, comunque, ufficializzerà questo originale percorso conoscitivo, ottenendo la licenza
liceale classica con esami da privatista nelle
Marche, tra
Macerata e
Fermo.Ad
Heidelberg, mentre segue le lezioni del
filosofo Karl Jaspers, vede nascere, con allarmata e critica vigilanza, i primi sintomi del
nazismo.Si sposta, quindi, in
Francia e in
Portogallo, e si licenzia in Lettere alla
Sorbona di
Parigi e in
Filologia a
Lisbona.Il primo matrimonioNel febbraio
1934 sposa Aldo Belluigi
[1], un giovane ricco possidente
fascista di
Tolentino, e con lui, nell'agosto successivo, si reca in
Kenya per raggiungere il fratello Max, che vi si era trasferito pochi mesi prima con la sua giovane moglie inglese Joyce Pawle. Il matrimonio con Belluigi dura un paio di anni. Nell'ottobre del
1936 Joyce si trasferisce nel vicino
Tanganika, mentre Belluigi, dopo aver perduto tutto il suo patrimonio nell'impresa agricola in comproprietà con Max Salvadori Paleotti, fa ritorno a Tolentino. Tra il 1934 e il
1938 Joyce è in più zone dell'
Africa e qui cresce l'interesse partecipe per la natura e per lo sfruttamento
colonialistico di genti e paesi, resteranno, da adesso in avanti, motivazioni fortemente legate alla sua scrittura e alla sua vita in genere.I primi testi poetici significativi si possono collocare in questo periodo, e di Liriche (1939, editore
Riccardo Ricciardi) sarà curatore eccellente
Benedetto Croce, affascinato anche dalla carica vitale della giovanissima scrittrice. In una sua
recensione su
La Critica (fasc. 2º, 1939), ne evidenzierà la laica capacità di rapportarsi con coraggio al dolore del vivere, e la forza dei paesaggi e delle scene che "si sono fatte interne, si sono fuse con la sua anima".L'impegno politico e il matrimonio con LussuInsieme al fratello Max, Joyce entra a far parte del movimento "
Giustizia e Libertà" e nel 1938 incontra
Emilio Lussu - mister Mill, per gli organizzatori della
resistenza in esilio, compagno e marito da ora in poi fino alla sua morte - e con lui vive la drammatica e spericolata vicenda della clandestinità, nella lotta antifascistaLa Francia occupata dai nazisti, la Spagna, il Portogallo, la Svizzera, l'Inghilterra, saranno il teatro di rischiose missioni, passaggi oltre confine, falsificazioni di documenti, corsi di
guerriglia. Raggiunto, in questa militanza nelle formazioni di G.L., il grado di capitano, nel dopoguerra verrà decorata di
medaglia d'argento al valor militare. In Fronti e Frontiere -
1946 - lei stessa racconterà, in forma
autobiografica, le dure e al tempo stesso avventurose esperienze di questo periodo: sarà un libro di grande successo.A
liberazione avvenuta, vive da protagonista i primi passi della
Repubblica Italiana ed il percorso del
Partito d'Azione, fino al suo scioglimento.Promotrice dell'
Unione Donne Italiane, milita per qualche tempo nel
Partito Socialista Italiano e nel
1948 fa parte della direzione nazionale del partito; preferirà, tuttavia, tornare ad occuparsi di attività culturali e politiche autonome, insofferente di vincoli e condizionamenti d'apparato.Le lotte contro l'imperialismo e il colonialismoDal
1958 al
1960, continuando a battersi nel segno del rinnovamento dei valori
libertari dell'antifascismo, sposterà il suo impegno verso le lotte contro l'
imperialismo. Sono gli anni dei viaggi con organizzazioni internazionali della pace, con movimenti di liberazione anticolonialistici; e per conoscere le situazioni storico-culturali del "diverso", si occuperà della poesia lontana ed, in un certo senso, estranea all'antica
cultura dell'Occidente, quella degli "altri", dalla quale era fortemente attratta perché la sentiva strumento unico, rapido ed efficace di conoscenza.
Traduce, quindi, da poeti viventi, alternativi, non
letterati, spesso provenienti dalla
cultura orale:
albanesi,
curdi,
vietnamiti, dell'
Angola, del
Mozambico,
afroamericani,
eschimesi,
aborigeni australiani. Fu un'avventura, umana e letteraria, in cui la comunicazione derivò non dalla conoscenza
filologica di
grammatiche e
sintassi, quasi sempre inesistenti, ma dal rapporto diretto poeta con poeta, dalle lingue di mediazione, dai gesti, dai suoni, dal dolore cupo di sofferenze antiche ed ingiuste. La sua traduzione delle poesie del
turco Nazim Hikmet - a tutt'oggi tra le più lette in
Italia - è un esempio eccellente per tutte.Fu così naturale partecipare attivamente alle mobilitazioni in favore di perseguitati politici, quali l'angolano
Agostinho Netoed Hikmet, appunto, tanto per fare alcuni nomi. Proprio attraverso quest'ultimo verrà a conoscenza del
problema curdo, "un popolo costretto a vivere da straniero nel suo territorio", come scriverà in Portrait (
1988,
Transeuropa). E in un viaggio epico; dopo essere passata indenne attraverso le pastoie della burocrazia
irakena, ed aver ottenuto dal Presidente, generale
Arif in persona, un lasciapassare, raggiunse il
Kurdistan e conobbe il popolo che lo abitava e i suoi eroi di allora, resistenti contro il regime
Baath:
Jalal Talabani (futuro
Presidente dell'
Iraq negli
anni 2000) con i mitici guerrieri
peshmargà, ed il
Mullah rosso
Mustafa Barzani.Era la metà degli
anni sessanta e da allora la causa del popolo curdo divenne la causa di Joyce, che la diffuse nel mondo e, soprattutto, nelle scuole.L'altra storia e il rapporto con i giovaniDall'esperienza
terzomondista (con Mario Albano aveva fondato, nel 1966, l'
ARMAL, Associazione per i rapporti con i movimenti africani di liberazione) derivò, così, dagli
anni settanta in poi, l'impegno alla riscoperta e valorizzazione dell'altra storia: quella delle
sibille e delle
streghe, dei movimenti
pacifisti, delle tradizioni locali messe in crisi dalla
globalizzazione, dando vita a molti progetti frutto della sua visione critica del divenire e delle sue intuizioni, che il tempo e gli studi avrebbero verificato esatte ed attuali.Dedicherà una parte fondamentale della sua forte carica vitale al rapporto con i giovani, nell'ipotesi di un futuro di pace, da costruire con impegno costante e conoscenze adeguate del passato, degli errori, delle violenze e delle ingiustizie che non dovevano ripetersi.Se conserverà, allora, una certa diffidenza nei confronti delle istituzioni e delle persone che le rappresentano, riporrà però fiducia ed apertura verso le nuove generazioni; per questo fino alla primavera del
1998 ha occupato una parte notevole del suo tempo in scuole di ogni ordine e grado, animando incontri che incrociavano percorsi di storia, poesia, autobiografia, progettualità sociale.Ultime opereDegno di nota un apocrifo
sherlockiano, Sherlock Holmes, anarchici e siluri del
1986 ambientato in una
Ancona di inizio
secolo.Nel
1998 ha scritto Sulla civetteria con
Luana Trapè, edizioni Voland.È morta a Roma il 4 novembre 1998, all'età di 86 anni. Al suo nome, dal
2006, è stato intitolato il Premio annuale di narrativa "Città di Offida - Joyce Lussu".
Centro Studi Joyce Lussu