DA INTERNETI denti fossili della Grotta del Cavallo non appartengono a un Neanderthal, come finora creduto, ma a un bambino della nostra specie. L'accurata datazione dello strato in cui sono stati rinvenuti i resti testimonia inoltre che quello del Salento è il più antico insediamento di uomo moderno in Europa finora conosciutoantropologiapaleontologiaDue denti da latte scoperti presso il sito della Grotta del Cavallo, in Puglia, rappresentano, in senso metaforico e letterale, la prima infanzia dell'uomo moderno in Europa. Questi reperti furono portati alla luce da Palma di Cesola dell'Università di Siena nel 1964 e inizialmente vennero attribuiti ai nostri "cugini" Neanderthal. Questa attribuzione portò fra l'altroallo sviluppo di un intenso dibattito sulle capacità cognitive dei Neanderthal e sul loro possibile sviluppo indipendente di un comportamento simbolico simile a quello dei primi esseri umani moderni. Nella grotta erano infatti presenti anche testimonianze della cultura Uluzziana, caratterizzata da oggetti di ornamento personale, strumenti in osso e pigmenti.Ora però un gruppo internazionale di ricercatori, rianalizzando i reperti con nuove più sofisticate tecnologie ha appurato che essi sono in realtà appartenuti a un bambino della nostra specie.Lo studio, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista "Nature" a prima firma Stefano Benazzi, attualmente all'Università di Vienna, ha analizzato modelli digitali tridimensionali dei denti ottenuti a partire da una serie di tomografie computerizzate, per confrontarli con un ampio campione di denti umani moderni e di Neanderthal.
DENTI FOSSILI......
DA INTERNETI denti fossili della Grotta del Cavallo non appartengono a un Neanderthal, come finora creduto, ma a un bambino della nostra specie. L'accurata datazione dello strato in cui sono stati rinvenuti i resti testimonia inoltre che quello del Salento è il più antico insediamento di uomo moderno in Europa finora conosciutoantropologiapaleontologiaDue denti da latte scoperti presso il sito della Grotta del Cavallo, in Puglia, rappresentano, in senso metaforico e letterale, la prima infanzia dell'uomo moderno in Europa. Questi reperti furono portati alla luce da Palma di Cesola dell'Università di Siena nel 1964 e inizialmente vennero attribuiti ai nostri "cugini" Neanderthal. Questa attribuzione portò fra l'altroallo sviluppo di un intenso dibattito sulle capacità cognitive dei Neanderthal e sul loro possibile sviluppo indipendente di un comportamento simbolico simile a quello dei primi esseri umani moderni. Nella grotta erano infatti presenti anche testimonianze della cultura Uluzziana, caratterizzata da oggetti di ornamento personale, strumenti in osso e pigmenti.Ora però un gruppo internazionale di ricercatori, rianalizzando i reperti con nuove più sofisticate tecnologie ha appurato che essi sono in realtà appartenuti a un bambino della nostra specie.Lo studio, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista "Nature" a prima firma Stefano Benazzi, attualmente all'Università di Vienna, ha analizzato modelli digitali tridimensionali dei denti ottenuti a partire da una serie di tomografie computerizzate, per confrontarli con un ampio campione di denti umani moderni e di Neanderthal.